Una delle sedie di Pierre Jeanneret (Foto via Facebook)

La discarica più elegante del mondo

Michele Masneri

Le sedie del designer Pierre Jeanneret, cugino e partner dell'archistar Le Corbusier, venivano bruciate e accatastate in India. La sua consacrazione arrivò solo nel 2008

Tutti abbiamo un cugino: perfino Le Corbusier ne aveva uno. Per anni massicce seggiole che evocano aule scolastiche persecutorie sono state bruciate o accatastate in una grande discarica in India, a Chandigarh. La discarica forse più elegante del mondo, perché a partire dagli anni Ottanta arrivavano strani personaggi a raccattare mobili e scrivanie portandosele in Europa. Fu solo nel 2008, quando un’asta di Christie’s valutò decine di migliaia di euro gli esemplari di quella legna, che avvenne la definitiva consacrazione di Pierre Jeanneret, il loro creatore. Forse materiale già per film o serie, comunque una riscoperta già classica, Jeanneret era nato anche lui a Ginevra, aveva fatto anche lui ottime scuole d’architettura, e poi a Parigi era andato finalmente a incontrare il cugino archistar, Charles-Edouard, detto Le Corbusier. Fu fatto partner dello studio negli anni Venti, e divenne il suo braccio destro.

  

Contribuì, si dice, ai suoi progetti più fondamentali (ville e divani). Dopo la seconda guerra mondiale il Jeanneret minore si dedicò solo al design amato, insieme a Charlotte Perriand e Jean Prouvé. Ma il momento in cui finalmente uscì dall’ombra cuginesca fu in India, a Chandigarh, duecento chilometri a nord di Nuova Delhi, dove Le Corbu fu incaricato di costruire un’intera città, con sedi governative, università, uffici pubblici (era il periodo delle città ideali della decolonizzazione) e Pierre gli arredi. Mentre l’illustre cugino faceva rapide visite sommarie, il fattivo Pierre si appassionò, prese addirittura casa (anzi la disegnò, una notevole costruzione meno legnosa dei suoi mobili), si calò molto nella realtà locale: quando morì, poi, nel 1967, chiese che le ceneri fossero disperse nel lago locale. Come spesso succede, le suppellettili (tipo Splügen Bräu per Castiglioni) divennero più famose degli edifici per cui erano stati progettati: così ecco che i seggioloni di Jeanneret oggi possono essere finalmente celebrati in un volumone Assouline, a cura di Jacques Dworczak (“Jeanneret Chandigarh”) che per la prima volta raggruppa i preziosi manufatti in un altrettanto prezioso volume (195 euro).

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