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Una lezione dal passato

Come evitare di piangere sul latte versato della lottizzazione in Rai

Franco Lo Piparo

Gli intellettuali e politici della sinistra rileggano i Quaderni di Gramsci: se si smantellasse la tv di stato e si riservasse al governo in carica il diritto di usare i canali per le comunicazioni ufficiali?

Grandi proteste da parte della sinistra per le nomine del governo di centrodestra dei nuovi dirigenti della Rai. Ieri le stesse proteste provenivano dal centrodestra quando il potere di nomina si trovava nelle mani del centrosinistra. Domani sarà di nuovo il centrosinistra a protestare e così via. Mi riesce difficile appassionarmi a questa ripetitività. Suggerisco a intellettuali e politici della sinistra di riflettere su questa annotazione che Antonio Gramsci scrisse nel Quaderno 6, anni 1930-1932: “La concezione del giornale di stato è logicamente legata alle “strutture governative illiberali” (cioè a quelle in cui la società civile si confonde con la società politica), “siano esse dispotiche o democratiche” (ossia in quelle in cui la minoranza oligarchica pretende essere tutta la società, o in quelle in cui il popolo indistinto pretende e crede di essere veramente lo stato)”.

 

Gramsci naturalmente non sapeva della televisione. E però la sua nota è facilmente estendibile all’apparato televisivo. E se la sinistra facesse proprio il suggerimento liberaldemocratico di Gramsci? Smantelli la televisione di stato, “legata alle strutture governative illiberali siano esse dispotiche o democratiche”, e riservi al governo in carica il diritto di usare i canali televisivi per le comunicazioni ufficiali. Questa sì che sarebbe una bella novità di sinistra. Avrebbe il vantaggio di essere firmata da Antonio Gramsci.

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