Fabio Fazio (Ansa)

Viale mazzini

Inizia il nuovo corso Rai: Sergio nominato ad. Opposizioni contro Salvini sul caso Fazio

Ruggiero Montenegro

Il Cda di Viale Mazzini indica il successore di Fuortes: Di Majo (quota M5s) si astiene, Bria (espressione del Pd), vota contro. Ieri l'addio del conduttore di Che tempo che fa. Il leader della Lega esulta: "Belli ciao". Il Pd: "Censura"

Non ci sarà più Fazio e nemmeno Littizzetto, arriveranno volti nuovi - i Porro, i Giletti dicono le indiscrezioni -, diversamente orientati e più vicini alla maggioranza di centrodestra. Ma soprattutto, questa mattina è stato ufficialmente nominato il nuovo ad, Roberto Sergio. Parte da qui, dalla decisione dell'Assemblea degli azionisti di oggi e dalla successiva ratifica del Consiglio d'amministrazione, il nuovo corso Rai. Dopo l'addio di Carlo Fuortes, a guidare "pro tempore" il carrozzone della tv pubblica, sarà infatti Sergio, che resterà in carica per un anno. Sarà affiancato da Giampaolo Rossi, uomo che gode della fiducia della premier Giorgia Meloni, nel ruolo di direttore generale. E' stato lo stesso Sergio a indicare questa nomina, insieme a quella di Paola Marchesini che invece guiderà lo staff dell'ad. 

Con l'insediamento dei nuovi vertici entra nel vivo la riorganizzazione dell'azienda, dopo le dimissioni -   e le accuse, i rimpalli tra maggioranza e opposizione - della scorsa settimana da parte dell'amministratore delegato Carlo Fuortes. Una vicenda che continua a produrre strascichi, anche nel consiglio d'amministrazione Rai, dove il clima non è certo sereno. Contro la nomina di Sergio, ha votato la consigliera Francesca Bria, area Pd. Hanno dato invece parere favorevole la presidente Marinella Soldi (il cui voto, in caso di parità vale doppio), i consiglieri Simona Agnes (in quota FI) e Igor De Biasio (Lega). Astenuti Riccardo Laganà - rappresentante dei dipendenti - e Alessandro Di Majo, espressione del M5s. Una scelta, quest'utlima, anticipata da Giuseppe Conte alla Stampa: "Se fossi al suo posto sospenderei il giudizio in attesa di capire meglio i nuovi orientamenti". Così è andata. 

Nello stesso colloquio l'ex premier ha polemizzato contro le influenze della politica sulla Rai. "Lancio un appello alle forze di maggioranza e di opposizione. Avviamo degli Stati Generali della tv", dice il capo dei grillini, che pensa a una riforma complessiva del servizio pubblico, con i partiti "completamente fuori".  La Rai, insomma, "va ripensata nella governance e nella struttura", per poter competere con le piattaforme digitali.
 

Un mantra che ormai viene ripetuto da anni ma che fatica a trovare esito. Anche di questo si dovrà occupare il nuovo Cda a guida Sergio. Ma è più probabile che nell'assemblea odierna a tenere banco sia stato ancora il caso Fabio Fazio, dopo le polemiche che hanno segnato la giornata di ieri. Lo storico conduttore di Che tempo che fa ha annunciato la fine dell'esperienza in Rai, dopo 40 anni: porterà il suo programma sul Nove (Discovery), probabilmente già a partire dal prossimo autunno. Una decisione salutata da Matteo Salvini con un Tweet dal toni canzonatorio: "Ciao Belli", riferendosi al conduttore e a Luciana Littizzetto, anche lei in procinto di lasciare Viale Mazzini. Le parole del ministro delle Infrastrutture hanno provocato gli attacchi delle opposizioni. Quello di Carlo Calenda - "se questo è un ministro" - e quelli più veementi del Pd: "Esultare per la censura di un programma è da poco intelligenti o da autoritari", ha detto Marco Furfaro, mentre per Giuseppe Provenzano "l’arroganza, l’ottusità e il rancore possono far parlare così. Ma un Ministro non può parlare così". Dello stesso segno anche le reazioni di Antonio Misiani e Simona Malpezzi. Sul fronte grillino, secondo Giuseppe Conte il segretario del Carroccio avrebbe fatto meglio "a non esprimersi sui singoli per non dare l’impressione che il governo di cui fa parte ricorra alla censura".


"Non ci sono uomini per tutte le stagioni", ha spiegato poi a sera lo stesso Fazio, evitando di alimentare ulteriori polemiche strumentale tra i partiti. Ha piuttosto ringraziato la tv pubblica -  "In qualche modo io e la Rai siamo la stessa cosa" -ricordando il suo percorso in Viale Mazzini, dove è arrivato diciottenne. "Non sono un martire o una vittima, avremo l'occasione di continuare il nostro lavoro serenamente altrove". 

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