(foto LaPresse)

Sulle app contro il virus è Francia e Regno Unito vs Apple e Google

Eugenio Cau

I due paesi vogliono un modello centralizzato, con i dati sui server di stato, ma i giganti tech vogliono proteggere la privacy (!)

Milano. Nel mondo alla rovescia del Coronavirus, c’è l’Europa (o meglio, alcuni paesi dell’Europa) che vorrebbe che le compagnie della Silicon Valley fossero meno rispettose della privacy. E sempre in questo mondo alla rovescia le medesime compagnie forzano la mano dei governi per costringerli ad adottare soluzioni per preservare la privacy. E’ ciò che sta avvenendo con le app per facilitare il tracciamento dei contatti: Apple e Google hanno proposto una soluzione di tracciamento decentralizzata (simile a quella del consorzio europeo Dp-3t), che secondo gli esperti è la più rispettosa della privacy: i dati raccolti su un server sono minimi e tutte le operazioni più importanti sarebbero fatte direttamente sui telefoni dei cittadini, in maniera tale che i loro preziosi dati non siano condivisi e siano anche più al sicuro da agenti malevoli. Ma alcuni governi europei non sono molto convinti di questo approccio.

 

  

Martedì sia Francia sia Regno Unito hanno annunciato che non hanno la minima intenzione di seguire l’approccio decentralizzato di Apple e Google, ne preferirebbero uno in parte centralizzato (simile a quella del consorzio europeo Pepp-pt) per avere più controllo sui dati dei cittadini. Secondo la Bbc il servizio sanitario britannico, Nhs, vuole lanciare una sua app di contact tracing nel giro di tre settimane e ha scelto un sistema centralizzato diverso da quello proposto da Apple e Google perché accumulando più dati degli utenti in un server centrale sarebbe più facile “adattare il sistema” alle esigenze espresse via via dagli epidemiologi. Anche il governo francese, che sta sviluppando una app chiamata StopCovid grazie all’istituto di ricerca pubblico Inria in collaborazione con aziende private, ha detto che preferisce una “soluzione nazionale”, e che questa soluzione sarà centralizzata. Fino alla settimana scorsa, i membri della fazione centralizzata erano numerosi. Sembrava che l’Italia avrebbe adottato una soluzione simile, e anche Spagna e Germania. Ma poi, negli ultimi giorni, tutte e tre hanno cambiato idea: la Germania ha annunciato ufficialmente che passerà a una soluzione decentralizzata, in Italia la decisione è data per ufficiale (anche se come al solito a ogni dichiarazione tutto cambia, e martedì il commissario Arcuri è tornato a parlare di “dati lasciati sul device o sul server”, che non si capisce che vuol dire), la Spagna sta valutando di decentralizzare tutto. Così sono apparsi articoli sui media francesi e britannici sul fatto che Londra e Parigi sono rimaste sole a sostenere il modello centralizzato. Cos’è successo?

 

 

La ragione è tecnica e riguarda Apple: per come è strutturato il sistema operativo iOS, nessuna app di contact tracing che utilizza il bluetooth può funzionare bene sugli iPhone (anche su Android di Google c’è qualche problema, ma molti meno). Deve essere Apple a intervenire in prima persona per fare in modo che la app continui a funzionare anche quando lo schermo dell’iPhone è spento, altrimenti il bluetooth si disattiva. La Germania ha trascorso settimane a chiedere ad Apple di aiutarla con la sua app centralizzata, ma l’azienda ha detto no perché il modello centralizzato non è abbastanza rispettoso della privacy. Così alla fine anche i tedeschi sono stati costretti a cambiare modello. Il governo australiano, per esempio, ha lanciato la sua app questa settimana, si chiama COVIDSafe e segue il modello centralizzato, ma a detta dello stesso governo “non è chiaro” se la app funziona sugli iPhone quando non è attiva (gli esperti dicono: non funziona).

 

E’ così che Regno Unito e Francia sono rimasti soli. Gli inglesi sono più spavaldi, sostengono di aver trovato un modo per aggirare le limitazioni strutturali di iOS ma ancora non vogliono rivelare quale. Il ministro francese per il digitale Cédric O, invece, continua a rivolgere appelli un po’ disperati ad Apple: aiutateci, senza di voi la nostra app centralizzata non funziona. Apple continua a dire no.

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.