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Ecco tutte le prospettive (e i possibili rischi) della moneta di Facebook

Federico Rajola e Chiara Frigerio

Libra è una criptovaluta innovativa che ha enormi possibilità di adozione di massa. E qualche problema di reputazione

Il panorama delle criptovalute ha assunto dimensioni ragguardevoli e, a fine giugno 2019, ha un valore stimato 333 miliardi di dollari. Le più diffuse sono Bitcoin, che da solo capitalizza circa 199 miliardi di dollari, Ethereum (32 miliardi di dollari) e Ripple (19 miliardi). Patrimoni così rilevanti sono oggetto di particolare attenzione da parte delle imprese e dei GAFA, ovverosia i grandi player Google, Apple, Facebook e Amazon. In questo scenario, l’avvento di Libra, per quanto dirompente, non può che definirsi come una rivoluzione annunciata: erano infatti chiare le intenzioni del colosso di Mountain View dal momento in cui ha deciso di acquisire la licenza bancaria in Irlanda nell’ottobre del 2017.

 

Le prime indiscrezioni su Libra, risalenti a circa un mese fa, hanno spinto il titolo di Facebook verso quotazioni mai raggiunte in precedenza. Le ragioni sono evidenti: Libra potrebbe costituire la prima valuta parallela veramente globale con i vantaggi tipici di uno stable coin. Questa caratteristica che la contraddistingue fa sì che Libra abbia un valore agganciato a un paniere di valute tradizionali, in modo da garantire minori fluttuazioni del valore che sono molto più repentine nel caso di criptovalute “tradizionali” come Bitcoin.

 

Facebook ha scelto, per lo sviluppo di Libra, di costituire un consorzio, denominato Libra Association, a cui ricondurre la governance dell’iniziativa, scelta non casuale: da un lato Zuckerberg ha deciso per una trasformazione del settore dei pagamenti da attuare coinvolgendo i grandi player, dall’altro, questa collaborazione garantisce che vi sia un adeguato controllo sulla nuova valuta esercitato dai “big player”.

I partner che partecipano al consorzio avranno l’accesso a un flusso di dati enorme. Il consorzio si è impegnato a non diffondere a terze parti i dati relativi agli account dei clienti e le informazioni relative alle transazioni, ma si riserva comunque il diritto di prevedere eccezioni a questa regola, espressamente previste o dettate da obblighi normativi, oltre a casi in cui la diffusione dei dati sarà possibile previo consenso dell’utente.

 

Non bisogna poi dimenticare la ragione per cui si è deciso di procedere con la creazione di questa nuova criptovaluta: la concorrenza rappresentata da WeChat e dal suo servizio di pagamenti in app. Parte integrante del servizio offerto da Libra è infatti l’associazione a un portafoglio digitale, un wallet, per poter effettuare operazioni dispositive a partire dalle applicazioni proprietarie WhatsApp e Facebook Messenger.

Questo rappresenta un’incredibile opportunità per gli utenti che potranno usufruire di un servizio istantaneo, totalmente digitale con un processo di registrazione basato sull’autenticazione del documento di identità. Una svolta orientata a una semplificazione estrema dei processi di pagamento e alla fornitura di servizi a basso costo ed estremamente competitivi, perfettamente integrati con applicazioni che gli utenti già utilizzano con grande disinvoltura.

 

Diversi sono i profili di rischio che devono essere considerati.

Con la diffusione delle criptovalute è necessario porre attenzione alla gestione delle credenziali di accesso al proprio account personale in quanto un eventuale smarrimento delle credenziali metterebbe a rischio irrimediabilmente la possibilità di accedere al sistema e quindi di disporre del proprio portafoglio.

E’ ancora forte l’eco della vicenda legata all’uso dei dati personali degli utenti da parte di Cambridge Analytica con la mancata tutela da parte di Facebook e un conseguente crollo della fiducia di quei 2,2 miliardi di utenti attivi al mese.

Ma le perplessità relative alla reputazione di Facebook e al suo atteggiamento nei confronti dei dati personali degli utenti, che hanno favorito una politica privacy-first da parte di altri importanti player (Apple al primo posto), non sono le uniche problematiche che la nascita di Libra solleva.

 

I partner che partecipano al progetto Libra avranno l’accesso
a un flusso di dati enorme. Il consorzio si è impegnato a non diffondere
a terze parti i dati relativi agli account dei clienti e le informazioni relative alle transazioni, ma si riserva comunque il diritto di prevedere eccezioni

 

Non si deve dimenticare quanto dichiarato dal presidente della Consob Paolo Savona, che ha evidenziato come una disintermediazione così rapida e massiccia dei player bancari tradizionali, con un grande numero di soggetti e soprattutto di operazioni a oggi non assoggettabili a un tipo di vigilanza stringente come quella a cui sono sottoposte le banche, può creare uno scenario che vedrà una forte erosione degli utili delle banche stesse nel segmento dei sistemi di pagamento.

La licenza bancaria a suo tempo richiesta da Facebook dovrebbe fungere da garanzia per i consumatori, a patto che la nuova valuta ricada sotto una direttiva europea già esistente, come la PSD2 per i pagamenti. La tracciabilità di Libra permette in parte di fugare dubbi relativi alla trasparenza, a patto che alle autorità europee e nazionali sia garantito un accesso alla blockchain, la tecnologia alla base del funzionamento di Libra e delle principali criptovalute.

 

Il mercato si è interrogato sulle differenze tra Libra e le valute più diffuse: Bitcoin ed Ethereum. Innanzitutto la blockchain di tipo privativo, nel caso di Libra, permette un maggior controllo degli utenti e dei partecipanti al network; pubblico invece per Bitcoin ed Ethereum dove chiunque può accedere al circuito.

La velocità delle transazioni è un’altra grande differenza: Libra promette di processare un numero sensibilmente maggiore di transazioni al secondo rispetto a Bitcoin ed Ethereum, garantendo così una più elevata velocità dell’intero sistema. A questo si aggiunge che Bitcoin ed Ethereum non hanno le caratteristiche di stabilità delle stable coin.

A livello di governance il consorzio Libra consente un maggior controllo da parte dei partner. Bitcoin ed Ethereum, non disponendo di una governance centralizzata, sono invece gestite dall’intero network aperto a tutti.

 

In conclusione, Libra rappresenta per molti aspetti una criptovaluta innovativa: la natura di stable coin, il servizio di portafoglio sottostante e l’integrazione con WhatsApp e Facebook Messenger sono tutti elementi che disegnano una prospettiva positiva per un’adozione di massa in un futuro prossimo.

Tutto questo a patto che si trovino soluzioni adeguate nella gestione dei nuovi rischi introdotti da questo tipo di valuta.

 

Federico Rajola e Chiara Frigeriodirettore e segretario del Centro di ricerca in innovazione, tecnologia e servizi finanziari (Cetif) – Università Cattolica

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