Ponte di comando di una nave (foto Pixabay)

Sulle navi da guerra americane si tolgono gli schermi touch e si torna ai pulsanti

Eugenio Cau

Il ritorno al passato e l’immaginario della fantascienza

Milano. Negli ultimi anni, la Marina militare americana ha attrezzato alcuni cacciatorpedinieri con dispositivi all’avanguardia. In particolare, sul ponte di comando parte dei sistemi di navigazione è touch. Certe manovre si fanno muovendo le dita su grandi schermi, come su un’automobile Tesla. Sembra una meraviglia futuristica, ma qualche giorno fa USNI News, un sito specializzato su notizie che riguardano la Marina americana, ha rivelato che nei prossimi mesi questi schermi saranno eliminati: nell’estate 2020 si tornerà ai vecchi comandi fisici, alle vecchie manopole e ai vecchi pulsanti. Fuori il digitale, dentro la plastica e il metallo.

 

La notizia è stata ripresa da siti di notizie sulla tecnologia come The Verge, ed è soltanto l’ultimo dei casi in cui alcuni materiali, dopo essere stati soppiantati dal digitale, tornano a essere utilizzati perché si scopre che il digitale è meno efficiente. Le macchine per le votazioni elettorali soltanto digitali che vengono utilizzate in molti stati americani sono pericolose e bisogna tornare alla carta, dicono gli esperti; allo stesso modo, i grandi centri di ricerca scientifica in giro per il mondo utilizzano il nastro magnetico per immagazzinare i loro preziosi dati.

 

Il ritorno a pulsanti e manopole sui cacciatorpedinieri della Marina americana è stato reso urgente da due incidenti avvenuti nel 2017. Nel giugno di quell’anno, al largo di Tokyo, la USS Fitzgerald si schiantò contro una nave cargo battente bandiera filippina, morirono sette marinai; nell’agosto dello stesso anno, nello stretto di Singapore, la USS McCain ebbe una collisione con una nave cargo battente bandiera liberiana, morirono dieci marinai. Le indagini che seguirono gli incidenti hanno mostrato che una delle ragioni comuni che hanno portato alla perdita di controllo dei vascelli era che i comandi touch via schermo erano complessi, poco chiari, difficili da operare. I marinai erano poco addestrati per gestire quel tipo di sistemi, anche perché spesso si muovevano da una nave all’altra, con comandi touch sempre diversi. Dopo gli incidenti, la Marina ha sondato le opinioni dei membri della flotta e ha scoperto che i controlli meccanici erano preferiti a stragrande maggioranza.

 

Le grandi navi da guerra della Marina militare più potente della storia sono tra i mezzi più avanzati che ci siano al mondo, e il fatto che proprio questi mezzi abbiano deciso di abbandonare i comandi digitali per tornare a pulsanti e manopole meccanici ha implicazioni non soltanto pratiche, ma anche culturali – potremmo dire di immaginario. Nella cultura popolare, le plance di comando con mille pulsanti meccanici, manopole e leve sono cosa di cinquant’anni fa. La nave spaziale di “2001 Odissea nello Spazio” (anno 1968) era tutta pulsanti e pulsantini colorati e illuminati perché allora il digitale era un concetto poco più che embrionale. Non esistevano gli lcd e i pixel si contavano a singole unità, non a milioni. La tecnologia era meccanica. Ma se si pensa a un film come “Minority Report” (anno 2002) tutto cambia: la plancia di comando della stazione di polizia di Tom Cruise è interamente digitale, e c’è ampissimo uso della realtà aumentata. E’ così che ci si immagina il futuro da vent’anni a questa parte: niente più leve e pulsanti ma schermi enormi che si possono toccare, sfiorare o perfino controllare con il pensiero.

 

E invece la Marina militare americana, che gli schermi enormi li aveva installati, ha deciso di tornare indietro. Non siamo ancora pronti per muovere grandi mezzi da guerra come in un film di fantascienza, meglio tornare ai vecchi sistemi, in attesa di poter muovere i cacciatorpedinieri con il pensiero.

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.