Myriam Sylla (foto Wikipedia)

Il Foglio sportivo

Sylla e la nuova Italia del volley: “Abbiamo voglia di spaccare il mondo”

Eleonora Cozzari

Al via gli Europei di pallavolo femminile. “Abbiamo tutte voglia di spaccare il mondo, è evidente... Se succederà lo vedremo solo quando arriveremo al limite”, ci dice la capitana azzurra

Ha lo stesso ruolo di Francesca Piccinini o Antonella Del Core. Assolute fuoriclasse. E non è che a loro sia andata meglio in fatto di spogliatoi. Miriam Sylla è la schiacciatrice e capitana della Nazionale femminile di questo tempo, ma come loro condivide la maglia azzurra con donne diverse, controverse, a volte in conflitto. Gli Europei di pallavolo che cominceranno il 15 agosto – rullo di tamburi – quando l’Arena di Verona aprirà i suoi cancelli per la partita inaugurale contro la Romania (non accadeva dal 1988, nella storica sfida tra Stati Uniti e Urss), saranno l’occasione per vedere a che punto sono arrivate le ex ragazze terribili. Almeno quelle che sono rimaste. “Abbiamo tutte voglia di spaccare il mondo, è evidente... Se succederà lo vedremo solo quando arriveremo al limite”. Dove limite sta per le partite che contano. Più precisamente, i momenti di difficoltà nelle partite che contano. Ventotto anni, nata a Palermo e cresciuta in Lombardia da genitori ivoriani, Miriam due anni fa mise a terra la schiacciata decisiva che consegnò alla Nazionale la medaglia d’oro agli ultimi Europei. La terza nella storia della Nazionale femminile (i maschi sono a quota 7 e per la prima volta nel 2021 uomini e donne tornarono a casa entrambi con l’oro al collo). Ma fosse solo questo, la lista di nomi sarebbe piena di ultimi punti. 

Sylla è l’atleta che per una falsa accusa di doping saltò ingiustamente l’Europeo del 2017 e le venne riversato addosso di tutto, la donna che l’anno dopo stravinse il premio come miglior schiacciatrice al Mondiale 2018, facendo lo stesso all’Europeo 2019, del 2021 e al Mondiale 2022. Praticamente ogni volta che le azzurre vincono una medaglia c’è la sua mano. Oggi è qui a fare da guida a un gruppo che l’allenatore, Davide Mazzanti, ha voluto molto diverso, tra un Europeo da difendere e un Mondiale da vendicare. A lei che non piace né la prima né la seconda definizione. “Ripartiamo da zero, perché non sto certo lì a pensare che deteniamo il titolo di campionesse. Io non devo difendere niente, io voglio guadagnarmi qualcosa. E di importante”, dice togliendo quel velo alla immotivata cautela di Mazzanti, che aveva dichiarato di non avere risultati minimi per questa competizione. Sarà perché il Mondiale dello scorso anno, chiuso con un bronzo dopo la delusione per la semifinale persa, si è portato dietro degli strascichi fastidiosi. “Quando perdi devi scavare per trovare quello che è mancato. Rode, ma quando torno a casa e mi guardo allo specchio, devo essere migliore di quando sono partita, indipendentemente dalla medaglia che ho messo in valigia”, racconta. O perché le conseguenze di quella mancata finale mondiale sono state plateali (lo sfogo di Egonu in cui diceva che voleva lasciare la Nazionale) ma anche meditate e hanno portato a esclusioni eccellenti in questa stagione. Quella di Monica De Gennaro, il miglior libero del mondo dal 2014, decisamente la più rumorosa. 

La sua assenza all’Europeo che sta per partire – e che vedrà l’Italia giocare a Verona, Monza, Torino e Firenze (semifinali e finali sono invece in programma a Bruxelles, dal primo al 3 settembre) – non è chiaramente una scelta tecnica. Cosa ha portato giocatrice e allenatore alla rottura non è dato sapere, ma privarsi di De Gennaro è scelta precisa di Mazzanti. E l’ennesima frase sibillina del ct (in questi ultimi anni ne ha collezionate diverse) fa esplodere un’altra polemica: “Ho scelto Miriam Sylla e Anna Danesi come le persone a cui si doveva ispirare la mia squadra perché volevo darle una forma ben precisa e da lì ripartire. Avevo bisogno di ridefinire i miei argini”. Queste parole, che mettono sullo stesso piano l’ammirazione per la capitana azzurra e l’evidente confronto con chi, come De Gennaro, è stata fatta fuori, ha creato non pochi problemi a Miriam. “Da lì sono nate delle polemiche che mi hanno coinvolto, ma che non mi riguardano. Sono rimasta stupita e lusingata dalle parole di Davide ma nessuno può essere come me. Quella è stata una percezione dell’allenatore e le sue scelte riguardano solo lui. Io poi non penso di fare niente di speciale, sono me stessa. Il dispiacere per la compagna (De Gennaro, ndr) c’è ma la sua assenza non è responsabilità mia. Diciamo che questa ulteriore polemica non serviva e poteva essere gestita meglio”. E se all’ultimo metro è saltata anche Caterina Bosetti (ricordiamo che sono fuori dal gruppo anche Chirichella e Malinov), la squadra resta comunque tra le tre favorite alla vittoria. Egonu, Orro, Pietrini ci sono e con una Ekaterina Antropova che ha ricevuto il passaporto italiano in extremis e che può essere schierata sia da schiacciatrice che da opposto, le avversarie principali saranno  Serbia e Turchia.

 

Il Ferragosto sotto le stelle darà inizio agli Europei italiani – stessa cosa toccherà poi agli uomini, con finali a Roma – e lei, atleta dalla forza fisica e morale indiscutibile (“Ho giocato tutta la Vnl perché sono il capitano e come fa un capitano a creare legami se non c’è?) conclude: “Ne ho vissute abbastanza nella vita… Oggi sono serena, felice a tratti, gioco a pallavolo per puro piacere e sogno di realizzare tutto quello che volevo da bambina. So che non avrò ancora tanti anni di carriera davanti a me e dovrò lasciar spazio a chi scalpita. Quindi non ho tempo per le polemiche o i complottismi, io voglio andare a prendermi quello per cui lavoro da una vita”.

Come sempre, vincere o andarci vicino farà la differenza. Ma per una Nazionale femminile volutamente così diversa dal passato, questi Europei diranno qualcosa in più. Sul futuro.

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