Adrian Newey (foto Ap, via LaPresse)

Formula 1

L'effetto Adrian Newey sulla Formula 1 di domani

Umberto Zapelloni

L'ingegnere lascerà la Red Bull dopo 19 anni e, al momento, sette Mondiali piloti e sette Mondiali costruttori vinti. Il suo futuro sarà in Ferrari? 

La decisione di Adrian Newey di lasciare la Red Bull dopo 19 anni potrebbe avere un effetto tsunami su tutta la Formula 1. Sulla squadra che lascia, su quella con cui firmerà naturalmente, ma anche sul resto del mondo. In una Formula 1 dove gli one man show non funzionano più come una volta, Adrian Newey è ancora uno di quelli che può ballare da solo cambiando il destino di un team. È l’uomo con la polverina magica. Lui guarda il lavoro degli altri e con una bacchetta magica trasforma il tutto in un’auto vincente. In Red Bull, dove è arrivato quando neppure le lattine della bevanda energetica erano così famose, la magia gli è riuscita due volte, prima con Vettel (4 mondiali di fila) e ora con Verstappen (3 mondiali consecutivi destinati ad aumentare). Il genio di Stratford on Avon, la stessa città che diede i natali a William Shakespeare, ha già messo la firma su 23 titoli Mondiali destinati a diventare 25 a fine stagione, quando lui, stando alla comunicazione ufficiale, avrà già lasciato il team per dedicarsi alla supercar stradale che sarà un po’ il suo regalo d’addio per Christian Horner. Poi dalla primavera 2025 sarà libero di ripartire.

Perdendo Adrian Newey, definito dallo stesso Horner un’autentica superstar, la Red Bull non perderà solo il suo faro tecnico, ma l’uomo che ha costruito tutto il castello scegliendo le carte giuste e creando un compartimento tecnico (composto da Wache, Balbo & c.) di prim'ordine, una squadra che potrà camminare da sola, ma che senza Newey forse perderà quel tocco magico. Oltretutto si sta entrando in un’era in cui il regolamento tecnico cambierà radicalmente e la Red Bull ha scelto di fabbricarsi in casa anche i motori, impresa che proprio semplice non è anche se ha ereditato un po’ di know-how dalla Honda e sottratto qualche ingegnere alla Mercedes. Dopo aver perso Newey, Red Bull rischia di perdere anche Max Verstappen che comincerà a guardarsi intorno con una certa attenzione, cercando quella che in futuro diventerà l’auto vincente.

Non c’è ancora un annuncio ufficiale sulla scelta di Newey, ma tutto lascia pensare che la sua frase “avevo bisogno di nuove sfide”, lo faccia approdare a Maranello dove potrà coronare finalmente due sogni: lavorare con il Cavallino e con Lewis Hamilton. Come lo farà, se da direttore tecnico o super consulente, se stando a Maranello o in una base londinese (come ai tempi di Barnard) è ancora tutto da valutare. Ma con un Hamilton e un Newey in casa la Ferrari tornerebbe ad essere il centro del mondo richiamando i migliori tecnici e gli sponsor più ricchi come HP che esordirà sulla carrozzeria della SF-24 in questo fine settimana a Miami dove le rosse saranno macchiate d’azzurro per celebrare i 70 anni dallo sbarco in Usa della casa.

   

  

Newey lo hanno cercato anche Aston Martin (con offerta da 100 milioni) e Mercedes (che vuole anche Max), destinazioni che non stravolgerebbero la vita di Newey. Ma Adrian conosce il fascino della Ferrari, è un collezionista delle auto del Cavallino, partecipa spesso ai raduni organizzati dalla Casa, tanto che l’anno scorso invece di essere in Giappone a festeggiare il Mondiale Costruttori, era in pista a Fiorano con la sua Ferrari California. La Ferrari di Elkann sta in un certo senso seguendo la ricetta vincente di quella di Montezemolo: creare un vero e proprio dream team, riunendo a Maranello il meglio che c’è, una bocciatura della linea Marchionne che voleva estrarre il meglio dai tecnici già presenti in casa.

Se Newey dovesse accettare la corte della Ferrari a cui in passato aveva detto no un paio di volte, per Aston Martin e Mercedes significherebbe cambiare piano. Stroll aveva già ingaggiato il vecchio vice di Newey, Dan Fallows e Andor Hegedus un altro uomo di punta della Red Bull, per Toto Wolff sarebbe un problema considerando gli ultimi fallimenti del team che dall’epoca delle auto a effetto suolo, insegue inutilmente una strada vincente.

Insomma l’effetto Newey deve ancora cominciare e potrebbe stravolgere la Formula 1. Tutto è cominciato da Hamilton, è vero, senza il suo sì alla Ferrari (e lo scandalo hot di Horner) forse non sarebbe cambiato tutto, ma sarà la scelta di Newey a disegnare il futuro. Un po’ come fa lui con il suo vecchio tecnigrafo.

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