Il volley italiano è in ottima salute, anche pensando al futuro

Non c'è solo la vittoria della Nazionale femminile nella Vnl. L'Italia è salita per tre volte sul tetto d'Europa con i ragazzi della Nazionale Under 22, le ragazze dell'Under 21 e i ragazzi dell'Under 18

Pierfrancesco Catucci

"E che domenica bestiale" avrebbe cantato Fabio Concato. Una domenica scintillante per la pallavolo italiana, ma non una rondine che illude sulla primavera: quella di domenica scorsa è la testimonianza (l'ennesima) che il movimento del volley italiano gode di ottima salute e che il futuro è roseo almeno quanto il presente. Perché gli incidenti di percorso capitano (e all'ultima Olimpiade sono stati belli grossi), ma una struttura solida è capace di assorbirli, voltare pagina e continuare a crescere. E allora nessuno si stupisca se nella domenica bestiale del volley italiano, il successo della Nazionale femminile che ha travolto il Brasile nella finale di Volleyball Nations League (Vnl per i più nerd del settore) e ha portato a casa un trofeo che mai aveva vinto (neanche quando si chiamava Grand Prix, sconfitta due volte su due proprio dalle brasiliane in finale), è solo la ciliegina sulla torta. Con tanti complimenti alla solita straripante Paola Egonu, ma anche alle meno appariscenti, ma altrettanto determinanti, Moki De Gennaro, Caterina Bosetti, Alessia Orro, Elena Pietrini… Ecco, appunto, su Elena Pietrini ci torniamo tra poco perché è uno dei simboli di quello di cui parleremo nelle prossime righe.

  

La ciliegina sulla torta, dicevamo, perché nelle stesse ore, tra Tarnow (Polonia), Cerignola (Puglia) e Tbilisi (Georgia), l'Italia è salita per tre volte sul tetto d'Europa con i ragazzi della Nazionale Under 22, le ragazze dell'Under 21 e i ragazzi dell'Under 18. Tre su tre, mentre le ragazze dell'Under 16 stano giocando in questi giorni il loro torneo continentale in Repubblica Ceca. Vittorie che danno ancora luce a un movimento che da diversi anni primeggia a livello internazionale. Perché, anche se può sembrare troppo didascalico, solo elencando i successi giovanili azzurri dell'ultimo quadriennio si può dare la giusta dimensione della solidità del movimento: nel 2018 un oro, un argento e un bronzo europei con l'Under 19 femminile, l'Under 18 femminile e l'Under 18 maschile; nel 2019 tre argenti mondiali con l'Under 18 e l'Under 20 femminile e l'Under 21 maschile; nel 2020 un argento europeo con l'Under 20 maschile e un oro europeo con l'Under 18 maschile; nel 2021 un argento e due ori mondiali con l'Under 18 femminile, l'Under 20 e l'Under 21 maschile (quella di Michieletto, pilastro anche della Nazionale maggiore).

 

Questa continuità di risultati è chiaramente frutto di un grande lavoro alla base di due guru della pallavolo italiana: Julio Velasco al maschile, sì proprio l'allenatore della Generazione dei Fenomeni, e Marco Mencarelli al femminile, direttori tecnici delle attività giovanili azzurre. E anche di una recentissima riorganizzazione che ha aggregato le due nazionali giovanili più grandi (le fresche squadre campioni d'Europa Under 22 maschile e Under 21 femminile) al gruppo delle Nazionali maggiori di Fefè De Giorgi e Davide Mazzanti. Questi ragazzi sono il presente e il futuro delle Nazionali e inserirli già in un contesto con maggiori responsabilità ha l'obiettivo di accelerare il loro percorso di crescita.

  

Ecco, dunque, che possiamo tornare a Elena Pietrini che, in semifinale e finale di Vnl, ha preso il posto del capitano azzurro Miriam Sylla. Lei è una classe 2000, ha ancora tanti margini di miglioramento in ricezione (fondamentale che farebbe fare un enorme salto di qualità a una schiacciatrice come lei), ma in attacco è già una sentenza nonostante la giovane età. Fino a due stagioni fa giocava nel Club Italia (la squadra femminile che permette ai giovani talenti italiani di misurarsi nel campionato di A1 o A2) assieme a Marina Lubian, Sylvia Nwakalor (entrambe nelle 14 che hanno vinto la Vnl), Sarah Fahr (fortissima centrale che sta recuperando da un grave infortunio), ma anche, negli anni precedenti, Cristina Chirichella, Anna Danesi, Alessia Orro, Lia Malinov e anche Paola Egonu (solo per citare le più utilizzate da Mazzanti nella final-eight di Vnl). Perché un movimento forte ha radici profonde e solo facendo giocare il più possibile i giovani, si favorisce la loro crescita.

  

Ecco perché non è un caso se, dopo la batosta olimpica, le azzurre di Mazzanti e gli azzurri (profondamente rinnovati) di De Giorgi siano subito saliti sul tetto d'Europa a settembre. Domani a Bologna cominceranno le final eight maschili e gli azzurri ci sono arrivati da primi assoluti nella fase a gironi. Nelle prime otto ci sono anche i campioni olimpici della Francia e i bi-campioni del mondo della Polonia, ma anche Stati Uniti e Brasile. Non siamo i favoriti, ma possiamo giocarcela con tutti. Ma solo affrontando nel migliore dei modi anche questo passaggio potremo arrivare pronti alla doppia maratona Mondiale (maschile e femminile) che partirà a fine agosto e si concluderà a metà ottobre. E quella non sarebbe la ciliegina. È la torta.

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