La Firenze di Giovanni Papini, senza forestieri, cerca idee e soldi
Senza turisti, senza studenti americani, i fiorentini si ritrovano soli (in periferia e non in centro). Da dove ripartire?
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I torpedoni sui lungarni, stracarichi di turisti arrivati a consumare la Disneyland di un solo giorno, sono spariti. Il centro è vuoto, i fiorentini sono appena poco fuori, alle Cascine, piene come mai prima (o forse è solo il contrasto a fare la differenza), oppure in periferia. Negli alberghi non c’è nessuno. Nella trafficatissima via Panzani, mancano trolley e pendolari. A maggio sono state cancellate le prenotazioni del 99 per cento degli hotel della città metropolitana, a giugno il 91 per cento, a luglio il 77 per cento, dice Confindustria. Vuoto anche “The Mall”, nella vicina Reggello, dove gli autobus scaricavano visitatori asiatici a caccia di Gucci a sconto. Firenze città deserta. La Firenze degli Uffizi, delle università americane, ma anche la Firenze che vende gelati ad aria e pizze di cartone vicino Ponte Vecchio. “Si è rovesciato il senso della vita della città. Quel che è rimasto di vita urbana è nei quartieri”, dice al Foglio lo storico Zeffiro Ciuffoletti, che ieri s’è fatto quattro passi verso il centro, non trovando nessuno. “Prima dovevi bucare le frotte dei turisti arrivando dalla periferia, dove c’era un’aria più rarefatta. Adesso è il contrario. E’ il centro a essere un fantasma”.
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- David Allegranti @davidallegranti
David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.