Una manifestazione No Vax (foto LaPresse)

C'è la pandemia e i grillini hanno scoperto che i vaccini servono. Benvenuti

David Allegranti

Un tempo qua era tutta campagna No vax. Ora il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri (M5S) parla di “vaccino obbligatorio” contro il coronavirus

Roma. Nel mondo di prima, quando era tutto più lieve e la pandemia da affrontare era quella dell’idiozia, i no vax avevano assunto posizioni di rilievo in Parlamento grazie al M5s. Deputati, senatori, un florilegio di convegni, interviste, video, improperi e strafalcioni per dire che c’è un complotto delle multinazionali farmaceutiche che fanno quattrini con i vaccini. “Piuttosto che vaccinare 30 bambini si potrebbe mettere 29 bimbi in classe col primo che prende il morbillo, o è troppo gratis?”, diceva il senatore Bartolomeo Pepe, ex M5s, il 18 marzo 2017, noto per le sue posizioni no vax. O come non citare il memorabile morbillo party di Paola Taverna, raccontato dalla senatrice medesima durante un incontro del M5s a Sant’Arcangelo di Romagna nel 2018: “Io quand’ero piccola, che c’avevo poco a poco un cugino che c’aveva una malattia esantematica facevamo la processione a casa di mio cugino, perché così la zia se sgrugnava tutti e sette i nipoti, così tutti e sette i nipoti c’avevano la patologia e se l’erano levata dalle palle. Funzionava così la vita mia. Dopo cinquant’anni mo’ abbiamo scoperto che se deve esse immuni da tutto e vabbè. Ma posso almeno decidere io come lo posso immunizza’?”. Ahò: ora forse, a proposito di patologie da toglierci “dalle palle”, ci siamo liberati dei cultori della materia antivaccinista dopo non pochi danni fatti in anni di legittimazione politico-culturale, al punto di ottenere alti scranni parlamentari e una rispettabilità sociale. Il tutto a svantaggio della scienza, naturalmente.

 

Ora però il mondo è cambiato, oltre all’idiozia c’è un’altra pandemia, quella del Covid-19, e persino i Cinque stelle sono costretti a dire che il vaccino serve, anzi, di più: “Con il vaccino sconfiggeremo questo virus. Visti i danni che ha creato, non ho dubbi sul fatto che un vaccino del genere debba essere obbligatorio. Una volta che saranno garantite efficacia e sicurezza del vaccino, dovremmo avere una copertura tale per non far più contagiare nessuno”, ha detto ieri a Radio Cusano Campus il viceministro della Salute grillino, Pierpaolo Sileri. Quindi non solo sì ai vaccini ma pure obbligatori. La rivincita di Giulia Grillo, ex ministra della Salute che a febbraio, in modalità buongiorno principessa, in un’intervista al Messaggero si è accorta di quanti sciroccati ci siano nel M5s: “Importanti esponenti no vax quando ero ministro mi fecero la guerra. Una guerra che alla fine ho perso, uno dei motivi, forse, per il quale non sono più ministro… Penso a Paola Taverna, certo. Notoriamente no vax, ma anche a tanti big che adesso sono ancora ministri, come lo erano nel Conte 1, che non mi hanno mai difeso e preferirono, all’epoca, seguire l’orientamento del gruppo parlamentare […] La mia posizione sull’obbligo vaccinale era mediana e anche di buonsenso”.

 

E vallo a dire adesso a Davide Barillari, consigliere regionale del M5s, capo dei no vax laziali, che a marzo ha pure creato un sito farlocco con un nome simile a quello dell’assessorato alla Sanità della Regione Lazio con castronerie sul coronavirus spacciate per controinformazione. Già l’anno scorso Beppe Grillo in persona gli aveva dato qualche dispiacere firmando il “patto per la scienza” promosso dal virologo Burioni. Già, Barillari, che da anni è lì in trincea nella battaglia contro le case farmaceutiche.

 

Vallo a dire ai tavernicoli come Taverna, per la quale “i centri vaccinali sono similabili a quelli che vengono paragonati i marchi per le bestie”. Era un mondo, quello di prima, in cui Barillari enucleava le sue teorie sulla “scienza mainstream” in una delle sue forsennate dirette Facebook senza che nel M5s si alzasse uno a spernacchiarlo: “Scienziati intelligenti contro politici ignoranti? Quando si è deciso che la scienza fosse più importante della politica? Chi l’ha deciso e perché? A questo siamo arrivati. Visto che i politici sono tutti ignoranti, allora mettiamo medici e scienziati a scrivere le leggi, piuttosto che fargli perdere tempo a fare ricerche, ad analizzare dati e numeri, e a occuparsi di curare i loro malati. Così finalmente avremo leggi che obbligheranno davvero ‘il gregge’ a trattamenti sanitari decisi dai medici. Perché gli scienziati dello stampo di Burioni, cioè legati a doppio filo sia alle multinazionali del farmaco che ai partiti del passato bocciati alle urne dagli italiani, sono davvero convinti di detenere l’unica verità possibile, eterna ed inconfutabile… E sono davvero convinti che la politica si debba inchinare supinamente a loro”.

 

Gli scienziati, naturalmente, non sono immuni da errori, come tutti. Ma quantomeno possono coltivare il dubbio, un aspetto della vita intellettuale che i fanatici non frequentano. Per questo probabilmente i Barillari resisteranno al vaccino, continuando a straparlare delle cose che non conoscono, come avvertiva Nanni Moretti (“Parlo mai di elettronica? Parlo mai delle dighe, dei ponti, delle strade? Io non parlo di cardiologia, io non parlo di radiologia. Io non parlo delle cose che non conoscoooooooooo!”), ma senz’altro si sono un po’ chetati. “Il coronavirus ci ha ricordato quanto è brutta l’epidemia di una grave malattia infettiva senza il vaccino”, dice Burioni ricordandolo ai no vax evaporati “come neve al sole”. In pochi mesi insomma i grillini hanno scoperto prima le virtù del parlamentarismo (si fa per dire) e poi quelle dei vaccini. Ma ci voleva davvero una pandemia?

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.