L'abbattimento di un alberto a Torchiarolo (Brindisi) per fermare la diffusione della Xylella (Foto LaPresse)

Così il M5s estende l'immunità parlamentare a un albero infetto

Luciano Capone

Ciampolillo elegge come residenza un ulivo affetto da Xylella per evitarne l’abbattimento. Idiozia e malattia avanzano insieme

Roma. Il M5s è oltre Caligola, che voleva fare senatore Incitatus, il suo cavallo. Ciò che non riuscì all’imperatore romano è riuscito a Beppe Grillo. Il passo successivo è che ora, tra i vari somari e ronzini a cui il Garante ha fatto ottenere il laticlavio, c’è chi pretende di estendere l’immunità parlamentare a un albero. Il senatore pugliese Lello Ciampolillo ha infatti spostato il domicilio presso un ulivo per evitarne l’abbattimento grazie alle sue guarentigie parlamentari. La vicenda del grillino che allarga i privilegi della casta a un albero sarebbe ridicola, se non fosse tragica: la pianta deve essere eradicata perché infetta da Xylella, il batterio che sta distruggendo l’olivicultura pugliese e minaccia quella mediterranea.

 

Quella della Xylella fastidiosa, il patogeno da quarantena che causa il disseccamento rapido dell’olivo, e che sta di fatto desertificando ampie aree del Salento e avanza sempre più verso nord, dove c’è il cuore dell’olivicoltura pugliese e italiana, è un’emergenza nazionale, europea e mediterranea. Ma non per il M5s, che nel corso degli ultimi anni ha a più riprese messo in dubbio l’effettiva nocività del batterio e il nesso causale con la malattia degli ulivi e, soprattutto, si è opposto al piano di contenimento che prevede l’eradicazione delle piante infette nei nuovi focolai per evitare la diffusione del batterio. Il M5s pugliese, ad esempio, si è sempre opposto alle conclusioni a cui è giunta la comunità scientifica internazionale e si è appiattita sulle tesi della procura di Lecce che da anni accusa – senza prove – proprio i ricercatori che hanno scoperto e provano a contrastare la Xylella di essere degli untori. Solo qualche mese fa Beppe Grillo ha pubblicato sul suo blog un post (“La bufalite della Xylella”) che negava la pericolosità del batterio: “Non c’è nessuna prova scientifica che dimostra che la Xylella sia la causa del distaccamento degli ulivi”.

 

E ora arriviamo a Lello Ciampolillo. Succede che la regione Puglia trova nuovi ulivi infetti a Cisternino, sempre più a nord. E si attiva per arrestare l’avanzata del batterio, in attuazione della normativa italiana e di una decisione dell’Unione europea, procedendo all’immediata eradicazione delle piante positive a Xylella. Ma un agricoltore, proprietario di un oliveto in cui viene riscontrato un albero positivo al batterio, cede proprio quella particella dove c’è l’albero infetto in comodato d’uso al senatore del M5s che invia una diffida alla regione per bloccare l’estirpazione. L’osservatorio fitosanitario pugliese a questo punto è costretto a scrivere al presidente del Senato, al ministero delle Politiche agricole e alla commissione Agricoltura per ricordare che la mancata eradicazione dell’albero “potrebbe comportare la diffusione della batteriosi”.

 

L’inadempienza è perseguibile penalmente e potrebbe aggravare la posizione dell’Italia di rispetto all’Unione europea che ha già aperto una procedura d’infrazione per non aver fatto nulla in questi anni per contenere la Xylella. Quando due giorni fa i tecnici della regione si sono presentati sul terreno che ospita l’ulivo, si sono ritrovati Ciampolillo, l’Incitatus fatto senatore da Grillo, che ha eletto a residenza parlamentare l’albero infetto e, insieme ad alcuni manifestanti, ha impedito l’ingresso dei tecnici che hanno inutilmente chiamato i carabinieri. Così l’ulivo, senza difese immunitarie contro la Xylella, ha ottenuto l’immunità parlamentare di Ciampolillo, che però così mette a rischio gli altri alberi.

 

Il M5s ha provato a prendere le distanze dal suo esponente, ma tutto si può dire di Ciampolillo tranne che non sia in linea con il partito: il M5s ha proposto l’istituzione di una “Commissione parlamentare di inchiesta sull’emersione e gestione dell’emergenza Xylella” che si basa su tutti gli argomenti antiscientifici e complottisti emersi negli ultimi anni. Ma il vero complotto è la stoltezza senza limiti, il miglior veicolo per favorire la diffusione di un batterio letale. E al momento per entrambi, stoltezza e Xylella, non c’è cura.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali