Konrad Krajewski in visita all'isola di Lesbo (Foto LaPresse)

Ahi ahi don Corrado

La Gran Sottana

Preoccupazione in segreteria di stato per il gesto del cardinale Krajewski: “Un regalo ai populisti”

Per carità, il gesto è bellissimo e umano. Calarsi in un tombino per riattivare la corrente a decine di famiglie che non potevano neanche più lavarsi. Ci si potrebbero scrivere decine di omelie, pasquali, d’avvento e di quaresima. Non sono ironico eh, lo penso davvero. Però ecco, alla fine il beau geste rischia di alimentare la fiamma di quella forza che spinge in direzione contraria a quanto fatto dall’elemosiniere”. In Segreteria di stato c’è un po’ di preoccupazione per le conseguenze che la missione nello stabile occupato di padre Corrado Krajewski avrà nell’immediato futuro.

 

 

Il monsignore italiano lo sa e a pochi passi dal colonnato del Bernini, tra orde di turisti americani, spagnoli e olandesi, lo dice a bassa voce: “Mancano meno di due settimane alle elezioni europee, peraltro mai così divisive. Sa qual è il rischio ora? Che tanti, già arrabbiati col mondo e con la ‘la chiesa che aiuta i migranti e parla solo di accoglienza e non si preoccupa dei problemi degli italiani’ (cito un po’ di slogan che si sentono nei soliti talk-show), si radicalizzino ancora di più arroccandosi su posizioni di chiusura totale”. Diagnosi convincente, monsignore. Ma che ne pensa di quel che ha fatto il cardinale polacco? “Di bollette per i disperati, nel silenzio, qui se ne pagano tante. Ha visto i giornali? Lo sanno tutti. Non sappia la sinistra ciò che fa la tua destra: non l’ho detto io, ma uno un po’ più importante di me, di monsignor elemosiniere e del Papa (risata doverosa e giustificata). Insomma, non serviva calarsi in un tombino per mostrarsi vicini al prossimo”.

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