Sergio Mattarella con Giuseppe Conte. Salvini osserva (LaPresse)

La borraccia del Colle

Maurizio Crippa

Gattuso, don Corrado, Alvaro. Ma il destino amaro dei buoni è di trovare sempre qualcuno che li scavalca

Più buoni di così, si muore. O almeno così si diceva una volta, quando non andava di moda essere stronzi. Ma più buoni di così, chi c’è? Più buono di Ringhio Gattuso, l’abbiamo già detto ieri, che rinuncia a due anni di grisbì in favore dei suoi collaboratori. Più buoni di don Corrado, l’elemosiniere del Papa che riaccende la luce ai poveri, e chissenefrega se poi anche i poveri avranno votato per Salvini, al massimo so’ cazzi di monsignor Bassetti. Ma più buono di tutti, davvero se lo meriterebbe il premio di più buono, è un bambino di nove anni, biondino e pulito e dall’aria timida come devono essere i bambini di nove anni.

 

Si chiama Alvaro, è il figlio del calciatore Borja Valero ed è finito in rete un suo video commovente. Per il terzo anno di fila ha dato in beneficenza i soldi che gli hanno regalato per il compleanno. Sua mamma l’ha instagrammato (ma forse faceva meglio a lasciar stare) mentre legge una lettera di un coetaneo, che lo ringrazia per quel suo gesto. E lui, lui niente: si mette a piangere. Ecco, c’è qualcuno di più buono, ma di più buono, del figlio di Borja Valero? Il piccolo Alvaro è proprio buono, ma il destino amaro dei buoni è di trovare sempre qualcuno che li scavalca.

 

Così ieri Giuseppe Conte è salito al Quirinale, e porello sembrava che fossero i suoi ultimi passi nel mondo dei politici vivi, sembrava finita finita, per lui. E invece, quell’uomo buonissimo e immenso di Mattarella gli ha passato una borraccia, un sorso d’acqua, come quel ciclista a Nibali al Giro d’Italia. E gli ha detto, a Conte: dai ragazzo, provaci ancora un po’, non è ancora l’ultimo giro.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"