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telenovela rosso gialla

In Basilicata il campo largo ora punta su Marrese. Ma in Piemonte Pd e M5s si dividono

Ruggiero Montenegro

Dopo il passo indietro di Lacerenza, il presidente della provincia di Matera è il nuovo candidato centrosinitra. L'intesa dopo una notte di trattative. Calenda non ci sarà: "Schlein evita di parlare con noi". Intanto i dem piemontesi annunciano Pentenero per la corsa alla regione e fanno arrabbiare i grillini

C'è voluta una notte di trattative per superare lo stallo e i veti incrociati, per trovare una sintesi che prende oggi in Basilicata il nome di Piero MarreseIl presidente dem della provincia di Matera e sindaco di Montalbano Jonico è il nuovo candidato del centrosinistra per le regionali: sarà sostenuto da Pd, Movimento 5 stelle, Verdi, Sinistra italiana, + Europa e socialisti. "Una proposta che resta aperta ad altre forze civiche dello stesso campo che vorranno aderire", si legge nella nota che ha ufficializzato la decisione.

Il campo largo ritrova così una parvenza d'unità, dopo il passo indietro di Domenico Lacerenza e una giornata in cui il M5s  aveva anche lasciato trapelare la possibilità di correre in solitaria. Fino all'ultimo la segretaria dem Elly Schlein ha provato a tenere il punto sul primario d'oculistica tanto da aver dato mandato, nel pomeriggio di ieri, a Davide Baruffi (responsabile Enti locali del partito) e a Igor Baruffi  (Organizzazione) di organizzare una conferenza stampa per blindare la candidatura di Lacerenza. Ma ormai era troppo tardi. Colpito dal fuoco incrociato, da chi avrebbe dovuto fare campagna elettorale insieme a lui, questa volta Lacerenza ha anticipato tutti ritirando la disponibilità.

Un esito ampiamente annunciato se si considera che Lacerenza era stato candidato praticamente a sua insaputa, come ha dichiarato lui stesso, e dopo che anche l'ultimo tentativo di pacificazione con Azione era stato vano. Marcello Pittella, volto - e voti - del partito di Calenda in Basilicata (su cui ha pesato il veto grillino: "Mai con le famiglie che governano da 40 anni", le parole di Conte) era stato chiaro: "Lacerenza è una persona molto per bene. Ma non un politico e in questo momento il centrosinistra avrebbe bisogno di mettere in campo un pezzo di classe dirigente".  Ma anche i dem locali hanno espresso perplessità analoghe.  A quel tavolo l'ex presidente lucano Pittella, con cui Azione è arrivata al 10 per cento alle scorse politiche, aveva riproposto Angelo Chiorazzo, il profilo su cui inizialemente anche il Pd sembrava puntare.

Nel frattempo, Chiorazzo ha deciso di tornare in campo, in autonomia: "Chiediamo a tutte e tutti quelli che ci hanno sostenuto, e in questi giorni richiamato a gran voce, di starci accanto fino in fondo, di fare con noi la campagna elettorale". E a questo punto è proprio su di lui potrebbe convergere Carlo Calenda. "La segretaria del Pd ha evitato qualsiasi interlocuzione, da noi ricercata in questi giorni più e più volte", ha detto l'ex ministro che nelle prossime ore dovrebbe sciogliere la riserva. Resta in campo anche la possibilità di supportare Vito Bardi, nome unitario del centrodestra. Il governatore ha già fatto sapere di essere pronto ad accogliere i calendiani mentre è già certo del sostegno di Italia viva che lo ha annunciato ieri.

Si va insomma verso una contesa in cui i partiti di opposizione a Roma saranno divisi almeno in tre. Uno scenario che presto potrebbe ripresentarsi anche in Piemonte. Dopo giorni di discussione e rinvi per evitare una conta, e una spaccatura interna, tra Chiara Gribaudo (deputata in area Schlein) e Daniele Valle (vicepresidente del Consiglio regionale, riformista), l'assemblea Pd piemontese ha deciso di puntare su Gianna Pentenero, assessora al Lavoro a Torino. Una scelta che il M5s non ha accolto di buon grado. "E' nella giunta post Appendino, è oggettivamente un problema. Valuteremo", ha detto Conte mentre il gruppo M5s locale notoriamente ostile al sindaco torinese Lo Russo ha subito riilanciato, pronto a proporre un'altra candidatura.

Ieri Schlein ha tentato di raffreddare gli animi, chiamando Conte: "E' importante non dividerci". Ma la sensazione, nonostante l'accordo di oggi su Marrese in Basilicata, è che la telenovela del campo largo sia pronta a ripartire sotto la Mole.

 

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