La telenovela continua

Calenda e Renzi divisi anche a Bruxelles sulla lista unica per le Europee. Il leader di Azione: "Non è un obbligo"

Simone Canettieri

Davanti a Macron, al vertice di Renew, la delegazione di Italia viva è tornata a spingere un progetto unitario in vista delle elezioni del 2024, l'alleato ha frenato

Dal nostro inviato a Bruxelles. Nemmeno Macron mette d'accordo le due anime del Terzo Polo. All'incontro con i leader di Renew, Azione e Italia viva continuano a essere distanti. Non solo fisicamente in sala, ma soprattutto politicamente. Carlo Calenda alla fine dell'incontro dice: "Se si parla di alleanze per le Europee in Italia ci sono due aree a cui guardare, quella socialdemocratica rappresentata dal Pd e un'altra area rappresentata oggi da tre partiti: PiùEuropa, Azione e Italia Viva. Visto che questi tre partiti hanno tenuto posizioni diverse, oggi c'è da capire in che modo è più efficace presentarsi, se correre ognuno per il proprio conto o combinati, ma non necessariamente tutti e tre uniti, ciò che conta è avere il risultato più alto possibile". Insomma, insieme sì ma non a tutti i costi, è la linea del capo di Azione che non è intervenuto pubblicamente durante la riunione, a cui hanno partecipato tra gli altri presidente francese Emmanuel Macron e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. 

Al contrario, della la delegazione di Iv, rappresentata dalla coordinatrice nazionale Raffaella Paita e dall'eurodeputato Nicola Danti.

“Le elezioni europee del 2024 – ha spiegato Paita - sono un appuntamento di eccezionale rilevanza per le conseguenze economiche e geopolitiche che avranno, sulla base del loro esito. Dobbiamo profondere ogni energia per l’affermazione di Renew Europe, il terzo polo europeo che rappresenta un’alternativa di valori e di politica. Dobbiamo scongiurare la maggioranza Giorgia. Anche per questo lavoreremo in Italia perché tutte le forze che si riconoscono in Renew Europe corrano con una lista unitaria. Non pensiamo – ha concluso  - a ciò che ci divide, ma a ciò che ci unisce”.  E la telenovela continua.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.