Il mondo riscopre il gran vaccino della democrazia liberale
La grande svolta dell’Europa, la nascita di un nuovo patriottismo, la collettività che supera gli interessi nazionali. Il dramma coronavirus e gli anticorpi di una società. Una chiacchierata con Romano Prodi
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Drin drin. Professore, buongiorno, come sta? La stavo cercando, sul suo numero fisso, ma mi hanno detto che era in giro. “Come in giro? Sono disciplinato: sono solo andato a buttare la spazzatura!”. La spazzatura: è diventato il momento che tutti attendiamo ogni giorno. Ci si veste eleganti per buttare la differenziata. “Ora che ci penso sono andato anche un attimo in farmacia, qualche giorno fa”. Altro da dichiarare? “Tra qualche giorno uscirò un paio di minuti, per comprare il latte e lo yogurt”. Non starà andando in giro per la città a correre? “Corro, corro, ma corro a casa. Ogni giorno faccio dieci chilometri di tapis roulant, come un criceto”. Dieci chilometri? “Dieci, a volte undici a volte nove”. Lunga pausa dello scrivente. “Ma guardi che non sono tanti”. E poi? “E poi leggo. Ho finito di leggere il libro di Antonio Scurati, su Mussolini, ho iniziato a leggere il libro di un vostro giornalista, Mattia Ferraresi, sulla solitudine, ho letto l’ultimo libro di Alec Ross, sull’industria del futuro, e sto leggendo diversi libri sul futuro del mercato e il destino della globalizzazione”.
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- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.