(foto LaPresse)

Cattaneo (FI) propone al governo dieci idee per rilanciare l'economia

Valerio Valentini

“Se si tratta di salvare il paese dalla recessione, si trovi tutti insieme il coraggio di andare oltre gli steccati degli schieramenti”

Roma. “Se la sfida è quella di rilanciare l’economia, noi un passo avanti lo facciamo eccome, a patto che però Conte e il M5s ne facciano uno indietro rinunciando a certe loro velleità e follie decrescitiste, perché con l’acqua pubblica e lo stop alle trivelle non si esce dalla recessione”. Alessandro Cattaneo parla da Londra, dove è impegnato in un viaggio istituzionale che lo vede occupato a incontrare diplomatici e investitori. E l’ansia che si respira a livello internazionale sull’economia italiana, la si percepisce tutta, lì nella City. “In questo momento – dice il deputato di Forza Italia, già aspirante formattatore di un centrodestra oggi in crisi d’identità – la priorità è fronteggiare l’emergenza sanitaria, e la si deve affrontare rinunciando a qualsiasi baruffa. Sbaglia Salvini a usare certi toni, e sbaglia anche Conte a politicizzare lo scontro, imbastendo una polemica incomprensibile contro la sanità lombarda, gettando il paese nel ridicolo”.

 

Dopodiché, ci sarà da fronteggiare l’emergenza economica. “E una classe dirigente degna di questo nome dovrebbe occuparsene fin da ora, anche perché il mondo lo sta già facendo a modo suo, come dimostra il tracollo in Borsa delle scorse ore. Servono subito misure d’emergenza, sul modello di quelle che si adottano dopo un terremoto: sgravi fiscali per le zone rosse, crediti d’imposta per le aziende, la sospensione dei mutui e, in certi casi, rimborsi diretti per le perdite causate, ad esempio, dall’annullamento di fiere ed altri eventi. Ma, al tempo stesso, serve pianificare delle misure di prospettiva, e lo si dovrebbe fare andando oltre le logiche dell’attuale maggioranza”.

 

Possibile, un’operazione di “salvezza nazionale”? “Io so – dice Cattaneo – che l’Italia si ritrova compatta e dà il suo meglio quando tocca il fondo. Siccome ci stiamo infilando una recessione dolorosa, ci avviniamo pericolosamente a questa situazione. Confido dunque in un senso di responsabilità da parte di tutti”. La “cura da cavallo” vagheggiata da Conte? “Finora, le misure indicate dal premier mi sembrano sbagliate o, nella migliore delle ipotesi, troppo tiepide: non si può scherzare con l’ideologismo sgangherato del M5s. Bisogna, al contrario, trovare dieci elementi comuni per il rilancio dell’economia, con un approccio strutturale, affidandoci a degli economisti veri e non a degli stregoni delle decrescita”.

 

Cosa suggerirebbe? “Di muoverci lungo due direttive. La prima è quella della riduzione del debito pubblico. La seconda riguarda la competitività delle imprese, per garantire la quale serve meno burocrazia, una pressione fiscale più bassa e tempi della giustizia certi e brevi. Ma serve il coraggio delle scelte e non il tirare a campare: se mettiamo insieme il reddito di cittadinanza, quota cento e il taglio del cuneo fiscale fatto in modo un po' confusionario, ricaviamo almeno trenta miliardi mal contati. Ebbene: del rdc lascerei solo la struttura che riguarda il contrasto alla povertà, sul modello del Rei. E il resto dei soldi li userei per la riduzione del fisco sulle aziende e per un’operazione organica, mirata, di abbattimento del cuneo fiscale, senza disperdere le risorse in mille rivoli e in bonus elettorali”.

 

E su questo, crede che ci possa essere un’intesa che vada oltre la maggioranza? “Spero che, se si tratta di salvare il paese dalla recessione, si trovi tutti insieme il coraggio di andare oltre gli steccati degli schieramenti. Il tatticismo finalizzato a conservare il proprio bacino di voti è dannoso oltreché sterile, se nel frattempo l’economia affonda. Però, faccio un invito ai parlamentari del Pd: serve concretezza e risolutezza. Finché si continuerà con questa melina politica per attendere che Conte provi, se mai ne sia capace, a spronare i suoi grillini alla ragionevolezza, non sarà possibile alcun intervento davvero risolutivo. Se le priorità sono l’acqua pubblica e le trivelle, si salvi chi può”.