Si è vero, Craxi divide ancora. La sinistra

Luca Roberto

Il consiglio comunale di Milano rinvia il dibattito per decidere se intitolare o meno una via all'ex presidente del Consiglio. Assente il sindaco Sala. Stefania Craxi: "Il Pd si sta avvitando al moralismo militante pur di allearsi con i Cinque stelle"

Rifugge la narrazione tradizionale, Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia e figlia di Bettino, storico ex leader del Psi e presidente del Consiglio. “Mio padre non è una figura divisiva in generale, lo è soltanto a sinistra” racconta al Foglio. Ieri, a due settimane dal ventennale della morte del leader del Psi, il consiglio comunale di Milano avrebbe dovuto discutere alcune mozioni che chiedevano l'intitolazione di una piazza o di una via della città a Craxi, ma il sindaco Giuseppe Sala non si è presentato in Sala Alessi, e così il dibattito, per volontà stessa dei firmatari delle mozioni, i consiglieri Fabrizio De Pasquale di Forza Italia e Matteo Forte di Milano Popolare, è stato rinviato a data da destinarsi. “Mi sembra che quella del Pd sia una posizione che sfiora il ridicolo: propongono una targa commemorativa che non si sa dove dovrebbe essere apposta, approvata da chi e con scritto che cosa. È il solito ritardo della sinistra rispetto alla società civile, che i conti con Craxi li ha già fatti da tempo” aggiunge Stefania Craxi.

 

 

Il sindaco di Milano è intervenuto sullo stallo prodotto dall'assemblea consiliare dicendo di aver trovato “veramente discutibile” la gestione operata dal Partito democratico. “Constato che proprio non si riesce a dibattere con sufficiente serenità della figura del leader socialista” ha scritto su Facebook questa mattina. “Se però uno chiede un confronto, come sta facendo da tre anni a questa parte Sala, a quel confronto poi si deve presentare”, rincara Craxi. L'incapacità di compattarsi attorno a un'unica posizione ad alcuni è sembrata essere la replica, a livello territoriale, di certe dinamiche nazionali: i cinque stelle che si oppongono alla celebrazione di Craxi ostentando l'elenco delle imputazioni del leader socialista, e il Partito democratico che opta per la concertazione pur di non turbare le acque della maggioranza. “Mi pare che l'imperativo del Pd oggi sia quello di allearsi con i cinque stelle, che sono una loro filiazione, ed è per questo che si stanno avvitando al moralismo militante e al giustizialismo” sottolinea Craxi.

 

Un'indicazione quantomeno opposta a quella di un altro esponente del Partito democratico, come il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che al Foglio ha ricordato come il manifesto fondativo del Pd a guida Veltroni avesse le sue radici "nel pensiero di Craxi ben più che nella tradizione comunista". O di Matteo Renzi, che con Italia Viva fa parte della maggioranza, e che considera Craxi “un gigante rispetto ai politici di oggi”. “È ovvio che qualsiasi ripensamento sulla figura di mio padre può essere ben accolto”, conclude a riguardo Stefania Craxi. “Ma la sua figura non può far parte di un pantheon che comprende Mani Pulite, il garantismo a giorni alterni, la tradizione di La Pira e Dossetti, quanto di più distante dal suo riformismo socialista. Se la proposta di Renzi è una cosa di sinistra 2.0, la mia risposta è no grazie”.

Di più su questi argomenti: