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Passeggiate romane

Il Pd è sicuro che a gennaio Renzi staccherà la spina e si prepara al voto

I colloqui continui tra l’ex premier e Salvini e ora anche il quorum delle firme per il referendum contro il taglio dei parlamentari

Al Nazareno sono sempre più convinti che Matteo Renzi staccherà la spina a questo governo a gennaio. E dopo il raggiungimento delle firme per il referendum contro il taglio dei parlamentari lo sono ancora di più. “Ormai che le firme per il referendum contro il taglio dei parlamentari sono state raggiunte, andrà alle elezioni e in questo modo avrà più deputati e senatori”. Le rassicurazioni del leader di Italia viva che continua dire che si tratta di una “cavolata” non fanno mutare opinione ai dirigenti del Partito democratico. I quali guardano con sospetto ai continui colloqui tra Renzi e l’altro Matteo, Salvini, di cui sono venuti a conoscenza per il tramite di alcuni leghisti. Per questa ragione, al di là degli appelli alla responsabilità, al Pd si stanno preparando alle elezioni, come sanno bene gli ex renziani che militano dentro quel partito e che temono di subire rappresaglie al momento della formazione delle liste. Anche per questa ragione i pd che seguivano l’ex premier ora si distinguono in dichiarazioni violentissime contro Renzi: per dimostrare a Nicola Zingaretti di essergli fedeli. La speranza dei vertici del Pd è comunque appesa a due opzioni. La prima è che Pier Ferdinando Casini riesca a far togliere le firme a qualcuno. Il leader centrista infatti sta cercando di fare opera di convincimento su questo punto. La seconda è la minaccia che se si va a votare con il Rosatellum il Pd non si alleerà con Italia viva, che così rischierà di restare al palo, visto che la soglia per i non coalizzati sale di molto.

 

La mancata verifica di governo dell’altra notte, in realtà verifica non era. Nel senso che il Pd aveva avuto da subito come ordine del giorno dell’incontro serale a Palazzo Chigi il tema della riforma delle autonomie. E allora perché i giornali hanno scritto, per due giorni, che la tensione era in rialzo proprio in vista di questo appuntamento, con un Giuseppe Conte – addirittura – pronto a sbattere il pugno sul tavolo? Forse bisognerebbe cercare nei pressi di Palazzo Chigi per trovare la fonte di quelle cronache così drammatizzanti…

 

Il Partito democratico e l’ad della Rai Salini continuano a essere ai ferri corti. Alla fine infatti l’amministratore delegato della televisione di stato ha deciso di non modificare nulla in Rai, né i direttori dei telegiornali né i vertici. E ora dal Nazareno l’accusano di aver avuto in realtà in mente sempre e solo questo obiettivo “per non far dispiacere a chi lo ha portato alla guida della tv di stato”. Cioè i leghisti e i Cinque stelle.

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