Matteo Renzi (foto LaPresse)

Renzi va alla guerra con il Pd in Toscana per far meglio la pace

David Allegranti

Per l'ex premier, alle prossime regionali, Italia viva raggiungerà “la doppia cifra e sarà decisiva per la vittoria del centrosinistra”. Ma i sondaggi, per ora, la danno al 5 per cento

Roma. Italia viva deve cercare di capire che cosa può fare da grande, dopo i primi mesi di rodaggio non entusiasmanti. Le prossime elezioni regionali del 26 gennaio tuttavia non saranno d’aiuto per pesarsi, visto che il partito di Matteo Renzi ha scelto di non presentarsi autonomamente in Emilia-Romagna e in Calabria (in Emilia-Romagna, Iv ha costituito con Stefano Bonaccini la lista a sostegno del presidente, con oltre una decina di candidati).

 

Alle regionali immediatamente successive, in primavera, le cose però potrebbero essere diverse. Renzi sembra infatti scommettere sulla Toscana, che in teoria dovrebbe essere l’epicentro dell’italo-vivaismo. Anche lì si vota entro la metà del 2020. I renziani sono già al lavoro sulle liste, partecipano ai tavoli di discussione del centrosinistra. Soprattutto, puntano a creare problemi al Pd. Di recente, al lancio di Iv a Pistoia, Renzi ha annunciato che il suo partito girerà la Toscana con un camper che toccherà “tutte le città, condominio per condominio, casa per casa: noi in questa regione andremo a doppia cifra e saremo decisivi per la vittoria del centrosinistra”. Insomma, un messaggio neanche troppo nascosto al Pd toscano. “Ci aspettano sei mesi di campagna a tappeto e vedrete che le polemiche aumenteranno…”, ha aggiunto Renzi.

 

Le polemiche a dire la verità sono già iniziate. A innescarle è stata una frase di Enrico Rossi uscita da una chat su un gruppo di WhatsApp durante l’approvazione del bilancio regionale. “Se con legge regionale non l’avessimo proibito ci sarebbe bisogno per Italia viva di un elettroshock contro il livello di demenza avanzata che stanno esprimendo”, ha detto il presidente della regione Toscana commentando le intenzioni dei consiglieri regionali di Iv inizialmente propensi a votare no al bilancio (alla fine hanno votato sì). Il capogruppo renziano Stefano Scaramelli ha aggiunto anche in questi giorni che da quando il gruppo è nato, a novembre, “sono saltati tutti i tavoli di coalizione che dovevano tenersi ogni lunedì. In 40 giorni si è tenuto solo il primo incontro di coalizione, l’11 novembre”. Insomma, “Italia viva non è la ruota di scorta del Partito democratico: siamo le gomme da neve che consento al Pd di non sbandare”, ha detto Scaramelli, che presiede la commissione Sanità (dettaglio non secondario: a Italia Viva è passata anche l’assessore alla Salute Stefania Saccardi, di fatto la gestione politica della sanità pubblica in Toscana, che vale l’ottanta per cento del bilancio regionale, è nelle mani dei renziani). Ma se le tensioni fra alleati sono comprensibili, specie se l’alleato in questione è Iv, che ha bisogno di visibilità, rischia di essere un problema non da poco la scelta del candidato governatore. Il Pd ha presentato Eugenio Giani, ex renziano, ma la sinistra vorrebbe candidare Rosy Bindi o Maria Chiara Carrozza. Giani infatti agli occhi della sinistra ha un pesante fardello: nel Pd è stato renziano, quindi va guardato con sospetto. E’ possibile dunque che il centrosinistra ricorra alle primarie di coalizioni per individuare il candidato per le prossime regionali.

 

Di certo, c’è un po’ di confusione nel centrosinistra toscano. Ad alimentarla anche i sondaggi, come quello Swg – riportato da un quotidiano locale – che dà il centrodestra in avanti. La Lega sarebbe il primo partito con il 34 per cento dei voti (e 2,5 punti in più rispetto alle scorse elezioni europee) e supererebbe il Pd fermo al 29 per cento (meno 4,3 per cento rispetto alle elezioni europee). Per Italia viva, stando al sondaggio, la doppia cifra annunciata da Renzi sarebbe ancora lontana: il partito del senatore di Scandicci viene accreditato solo del 5 per cento.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.