Luigi Di Maio (foto LaPresse)

"E ora alleiamoci col Pd". I parlamentari del M5s ci prendono gusto a sconfessare Di Maio

Valerio Valentini

"In Calabria ed Emilia andremo da soli", ha sentenziato il capo grillino subito dopo il voto di Rousseau a favore del voto nelle regionali. Ma nelle chat dei parlamentari è subito scoppiata la sommossa, guidata da Gallo e Trizzino

“Bisogna allearsi con il Partito Democratico!! Solo così ce la possiamo fare!”. La sollecitazione, di prima mattina, arriva da Giorgio Trizzino. E scuote la chat dei deputati del M5s, a poche ore dal voto su Rousseau che ha sconfessato la linea di Luigi Di Maio. Il quale, ancora scottato per quel 70 per cento di votanti online che ha detto che sì, bisogna correre alle regionali emiliane e calabresi, ieri sera ha subito provato a stoppare la fronda: “Il M5s correrà da solo. Già la prossima settimana troveremo i nostri candidati”. Ma all'alba di oggi, anche questa nuova imposizione viene messa in discussione dai parlamentari. 

 

Comincia Luigi Gallo, presidente della commissione Cultura alla Camera e fedelissimo di Roberto Fico, da sempre teorico del centrosinistra a trazione demogrillina. “Ora dovremmo capire - scrive il deputato campano - quali sono i temi che non digeriamo e che ci dividono dal PD in quelle 2 regioni (Emilia e Calabria, ndr) e sfidarli su quei temi per capire se hanno voglia di rinnovarsi per fare un patto di governo regionale con noi. Ancora meglio sarebbe fare una 2 giorni di lavoro tra gli attivisti del M5s e i giovani iscritti del PD, più pezzi di società civile per capire se in 2 giorni di confronto su 3-4 temi comuni importanti per i cittadini si trova un accordo o una convergenza possibile”. Una sorta di piattaforma programmatica condivisa, insomma. 

  

L'invito è subito raccolto da Trizzino, il deputato palermitano da tempo messosi a capo dell'autoproclamata “corrente dei competenti” considerata vicina a Giuseppe Conte. “L’Emilia Romagna e la Calabria saranno il nostro Piave!! Io - garantisce Trizzino -  in prima linea con chi vorrà fare da argine contro la Lega. Liberiamoci di questi stereotipi irrazionali dettati da logiche che non ci appartengono più e torniamo a parlare il linguaggio della gente che ci ha portato in Parlamento. Questa consultazione su Rousseau è stata l’ultimo passaggio (lo spero) di un tempo ormai passato.... quasi patetico. Adesso dobbiamo guardare al futuro con occhi diversi e con coraggio.  E con un rigurgito di responsabilità. Bisogna allearsi con il Partito Democratico!! Solo così ce la possiamo fare!”. 

 

E c'è anche Valentina Barzotti, milanese, che si accoda. Seppure con un distinguo: “Secondo me sono due situazioni diverse e sarebbe sbagliato affrontarle allo stesso modo”, premette. “Se in Calabria devono certamente andare da soli con il loro candidato e parlare alle persone che per la prima volta vogliono votare “liberamente”, in Emilia, per non rischiare di sparire, si dovrebbe sostenere Bonaccini e cercare di parlare alla piazza delle sardine. I promotori sono di sinistra e antipopulisti quindi non hanno certamente una buona considerazione di noi, ma in quella piazza variegata ci sono tanti potenziali elettori che sicuramente una volta erano con noi e bisognerebbe provare a recuperarli. Altrimenti oltre a rischiare di far vincere Salvini, rischiamo di certificare che nel panorama politico italiano non esistiamo più (in Umbria abbiamo dato la colpa all’alleanza con il Pd ma se corriamo da soli e dimezziamo lo stesso i voti dalle scorse regionali...)”.

 

E del resto, anche al di fuori dell'assemblea parlamentare, un'altra voce potente che si alza a sostegno di un possibile accordo col Pd è quella di Roberta Lombardi, leader del M5s in Regione Lazio. La quale, con un lungo post su Facebook, chiede che si consultino subito gli iscritti emiliani e calabresi per dare loro la possibilità di scegliere se allearsi o meno col Pd.