Dal vaffa day all'auto vaffa. Grillismo e privilegi: Yes, we cane!

Le lettere al direttore del 21 novembre 2019

Al direttore - Vabbè, la vita di relazioni è un inizio, siamo ottimisti

Giuseppe De Filippi


 

Al direttore - Sinceramente da apprezzare la svolta moderata del M5s: in Emilia-Romagna, mi pare di aver letto, Luigi Di Maio dice che potrebbe anche non presentarsi il Movimento 5 stelle. In dieci anni siamo passati dal vaffa day all’auto vaffa. Non male, no?

Luca Marchini

 

In due anni al governo, i grillini hanno capito che l’unico modo per non fare danni è eliminare il grillismo. Se poi i grillini dovessero davvero capire che il modo migliore per non fare danni alle elezioni è non presentarsi il paese non potrà che trarne giovamento.


 

Al direttore - Leggo che l’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, non accontentandosi di un appartamento di servizio da 141 euro al mese, aveva chiesto anche a un ufficiale dell’esercito di portare il suo Pippo, il suo cane, in un’auto di servizio dalla sua casa romana al suo dicastero. Posso dire che questi grillini iniziano a starmi simpatici? Eresia!

Marco Fantini

 

Grillismo e privilegi: Yes, we cane.


  

Al direttore - Caro Cerasa, tutto bene per le manifestazioni delle “sardine”, ma poi c’è da valutare il risultato. E’ evidente che la presa di posizione di tanta gente, con numerosi giovani, fa sperare nella lotta contro i sovranisti e disfattisti, ma chi sta al governo deve smetterla di agitarsi, con polemiche varie, e di fare annunci su questioni non prioritarie, cercando di mettere in campo azioni concrete per il rilancio economico, che è quello che più conta in questo momento.

Giovanni Attinà


  

Al direttore - Le scrivo in merito all’articolo di Mattia Ferraresi sul Pensiero dominante. “Problemi filosofici (e no) della classifica scolastica”, pubblicato oggi sul suo giornale, che riguarda il portale Eduscopio della Fondazione Agnelli. Le tesi dell’articolo riecheggiano le critiche sollevate dal prof. Agasisti qualche anno fa sul Sussidiario: avevo già risposto a lui e altri ricercatori che portavano argomenti simili su Roars e Lavoce.info. Nulla di veramente nuovo sotto il sole, dunque. Peraltro il pezzo contiene anche errori fattuali. A differenza di quanto scritto, il criterio della severità scolastica non entra nella costruzione del nostro indice; nell’esame della correlazione fra l’indice di completamento e i risultati dell’indice della Fondazione teniamo conto dell’autoselezione degli studenti, come spiegato nel rapporto tecnico online; infine, uno studio indipendente realizzato dalla prof.ssa Daniela Vuri dell’Università di Tor Vergata mostra che non è vero che Eduscopio “indirizza in modo significativo la distribuzione delle domande d’iscrizione”. Le confesso che mi ha colpito il fatto che Ferraresi non abbia sentito la necessità di ricostruire il dibattito attraverso i numerosi materiali presenti sulla rete né di interpellare la Fondazione Agnelli, ma si sia limitato a riportare le tesi di una parte sola.

Cordiali saluti.

Andrea Gavosto

 

Risponde Mattia Ferraresi. Gentile Gavosto, l’articolo che lei critica con legittimo puntiglio tecnico aveva come oggetto fondamentale la visione culturale e antropologica che emerge dallo studio Eduscopio, aspetto sul quale lei non solleva obiezioni sostanziali, confortandoci così sulla fondatezza della nostra analisi critica.


 

Al direttore - Dal Parlamento scatoletta di tonno alle sardine. Finalmente sinistra e 5 stelle hanno trovato un punto di accordo, su ’o pesce.

Jori Diego Cherubini

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