Matteo Salvini in compagnia di Massimo Casanova, proprietario dello stabilimento "Papeete Beach" di Milano Marittima ed europarlamentare della Lega (foto LaPresse)

Dai mojito allo choc. La parabola di Salvini vista dal proprietario del Papeete

Carmelo Caruso

Massimo Casanova, europarlamentare più salviniano di Salvini, ci racconta la parabola dell'ex ministro dell'Interno, dalla spiaggia al complotto rossogiallo

Milano. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha dichiarato che l’Italia paga i conti del Papeete. E noi dunque chiamiamo il proprietario. Si chiama Massimo Casanova e tutta Italia ormai sa che il suo lido è il più amato da Matteo Salvini. Leghista, “da quando avevo 18 anni”, salviniano, “da otto anni”, europarlamentare, “sono appena atterrato a Bruxelles”. E’ cosi amico di Salvini che il leader della Lega ha preteso la sua candidatura alle scorse elezioni europee. Ma cominciamo parlando della nostra finanziaria. Vuole fornirci i dati del Papeete Beach? “I numeri del Papeete sono stabili. Non mi lamento”. Il ministro è stato costretto a varare una manovra da 30 miliardi e solo per pagare le “sue” spese. Cosa risponde? “Mi fanno tenerezza quelli che parlano a sproposito del mio stabilimento. Io ho sempre gestito bene i conti. Dovrebbero tacere, tanto più quelli che si sono alleati con il M5s”. Il governo gialloverde è caduto e al Papeete è finita anche la stagione. “Abbiamo chiuso, siamo soddisfatti”. Diciamo che Salvini ha messo i dischi giusti ma ha perso la consolle del Viminale. “E’ ora di dire che il Papeete è un lido trasversale e che accomuna le generazioni”. E però nel suo lido si è spiaggiato il sogno della Lega. “Ma si è spiaggiato pure Beppe Grillo. E’ un nostro ospite abituale. E’ un luogo di divertimento anche per il M5s”. Non ci dica che il M5s, dopo l’alleanza con il Pd, ha rotto un altro tabù. “Certo, anche i parlamentari del M5s sono venuti al Papeete”. La piattaforma Rousseau non è più quella di una volta… “Ma sono stato un riferimento anche della sinistra”. Ci faccia i nomi. “Molti deputati del Pd. Quando Matteo Renzi è diventato premier ha avuto la sensibilità di telefonarmi e chiedermi: ‘Tu sei un riferimento per la Romagna. Dimmi cosa posso fare per il vostro settore’. Gli ho detto: ‘Caro Matteo, dobbiamo abbassare le tasse. Devo dire che era pronto ad aiutare la Riviera”. Niente a che vedere con gli imbronciati del Pd, immaginiamo. E’ così? “Sono bacchettoni. Non credete che non vadano al mare. Solo che loro vanno nelle spiagge dove l’intera stagione costa 50 mila euro e il mojito non è a prezzi popolari. Insomma, fanno i fenomeni ma anche loro bevono il mojito”.

 

Si candida a essere il Flavio Briatore della Lega? “Sono soltanto un uomo che fa divertire e basta, ma sono nulla rispetto al nostro leader che ha dedicato tutta la sua vita al popolo. Si capisce che parlo di Matteo Salvini? Lo voglio dire adesso: questo è un governo nato contro Matteo”. Casanova è più salviniano di Salvini. “Ho sempre votato Lega, ma anche io ho preso delle pause”. La fede vacillava? “A volte mi sono astenuto dal voto. Non condividevo le chiusure della Lega verso il sud. Io sono un uomo del sud”. Pugliese, vulcanico, inesauribile, 49 anni, nato a Bologna, padre di tre figli, due gemelli di cinque anni e uno di dieci. Albergatore. Ma ci rivela perché si chiama Papeete? “E’ il capoluogo della Polinesia francese. L’ho rilevato da un altro proprietario e non ho cambiato nome”. L’intuizione è stata felice. Lei è un uomo della notte. “Lo ero, purtroppo non lo sono più”. Torniamo alle vicissitudini italiane. Come risponde alle accuse che il sole del Papeete, e non solo, abbia fatto perdere la testa a Salvini? “Dicendo che Salvini è caduto vittima di uomini che non sono di parola. Ma sia chiaro. Pagheranno il conto”. Ma intanto Pd e M5s sono sdraiati a Palazzo Chigi. E che dire di Giuseppe Conte. Ha conservato il potere, come dire, l’abbronzatura… “Conte è un uomo a due facce. Il tradimento verrà compreso dagli italiani. A Riccione avreste dovuto vedere la folla per Matteo. Un delirio”. Non ce ne voglia, ma il Pd nuota e ha aperto l’ombrellone nei ministeri. “I miei amici di sinistra sono demoralizzati. Io ho tanti amici di sinistra. Hanno formato un governaccio. A sinistra sono tutti uomini d’onore, tranne i vertici. Noi lo sapevamo che Pd e M5s tramavano. Io da Bruxelles lo capivo”. E non ha detto nulla al Capitano? “Non c’era bisogno di avvisare Matteo. Lui sentiva, lui sapeva”. Ma non agiva. Lo riconosca. Ha perso tempo. Doveva staccare la spina prima. “Ma via! Erano tutti d’accordo. Matteo non è uno sprovveduto. Se ha rotto ad agosto è perché aveva ricevuto la parola da parte di tutti che si sarebbe tornato a votare”. E’ chiaro che lo hanno preso in giro. “Zingaretti era per il voto, Luigi Di Maio pure, Renzi anche”. Una vera trappola. “Io vengo dall’impresa e posso dire che la parola e la stretta di mano contano più di ogni cosa”. Ma per Di Maio conta più un ministero. Si sfoghi. “Eh, ma io non giudico”. Salvini continua a volergli bene. “Gliene ha voluto. E infatti è rimasto male, malissimo. Matteo ha sofferto. E’ stato uno choc. Come se ti tradisse tua moglie”. Dato che al Papeete si parla la lingua del popolo questo significa che Salvini è un po’ il marito cornuto? “Eh già, però la gente prende sempre le difese di questi mariti. Lo so, è una magra consolazione, ma noi della Lega siamo così, crediamo nelle promesse”. Salvini è pronto a farsi una nuova vita dopo Di Maio? “Dopo la delusione, lo vedo carico. Di più. Il popolo è la sua batteria. Quando penso all’ultima riunione insieme a lui ho ancora la pelle d’oca. Sta facendo una vita impossibile. Ma ditemi quale altro leader ha la sua stessa carica. Non ci faranno votare? Ebbene, noi arriviamo al cinquanta per cento”. Intanto bisogna arrivare alle prossime elezioni. “Non durano. Stanno vuotando le tasche degli italiani”. Sappiamo che non sopporta queste offese, ma i parlamentari del Pd dicono che Salvini abbia sbagliato tutto perché ha vuotato il bicchiere. “Facciamo il bagno, andiamo in discoteca. Siamo uomini normali. Che male c’è? Un ministro in vacanza è pur sempre un uomo. E poi nessuno ha raccontato che eravamo al Papeete con le nostre famiglie e che il mojito può essere pure analcolico. Eravamo quattro amici al Papeete”. Anche Giuseppe Conte, ormai uomo allegro, potrebbe finire per raggiungervi e ballare sul cubo. “Lasciamo perdere”. Pensiamo alla prossima stagione. Previsioni? “Ci troverete sempre lì, al Papeete con il nostro mojito”. Analcolico? “Si, forse è meglio. Naturalmente siete invitati anche voi”.

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