La sindaca di Roma Virginia Raggi (foto LaPresse)

I 5 punti con i quali Virginia Raggi conta di concludere alla meno peggio il mandato

Gianluca De Rosa

Nonostante le mille difficoltà, dopo tre anni e mezzo la sindaca è ancora lì. La giunta grillina è durata più del primo governo M5s, quello con la Lega

Roma. Tante volte è stata data per spacciata. Dal processo, all’emergenza rifiuti, dal caos in Atac ai pasticci con il bilancio di Ama. Eppure, nonostante le mille difficoltà, dopo tre anni e mezzo di traversata burrascosa, Virginia Raggi è ancora lì. La sindaca di Roma alla fine è durata di più del primo governo M5s, quello con la Lega. E adesso, si prepara a interloquire con il secondo, quello giallorosso. Puntando tutto su quello che nel suo staff considerano ormai il vero capo: Giuseppe Conte. Quali sono le sfide che attendono la prima cittadina nell’anno e mezzo che ormai la divide dalla fine del suo mandato, quando, almeno a stare alle sue parole, non si ricandiderà? Eccole per punti.

 

I poteri

 

La principale sfida di quest’ultimo anno e mezzo di giunta Raggi è stata delineata in questi giorni (e nel pezzo qui sopra): poteri speciali per Roma Capitale. Una riforma che potrebbe cancellare tre anni e mezzo di disastri e consegnare alla sindaca un posticino nella Storia. Senza partigianerie, speriamo nel successo.

 

I rifiuti

 

La crisi dei rifiuti aveva colpito la città poco prima delle vacanze. Appena riprese le attività se ne prospetta un’altra. Potrebbe andare meglio, per fortuna, grazie al termine dei lavori di manutenzione in diversi impianti regionali, ma per risolvere davvero il problema serve una svolta. L’obiettivo per la fine del mandato è efficientare la raccolta, incrementando le isole ecologiche, oltre ad aumentare, magari senza utopie, la differenziata. Per quanto riguardo lo smaltimento: il comune punta a ottenere l’autorizzazione per i due impianti che tratteranno l’organico. La vera incognita, ora che è stato approvato il piano Rifiuti regionale e che Pd e M5s governano insieme, è se il Campidoglio cederà sulla discarica di servizio. Fino ad oggi un’ipotesi sempre rifiutata.

 

I trasporti

 

Già ad agosto la sindaca aveva iniziato a “presentare” in giro per le periferie i 227 autobus acquistati da Atac dopo un lungo iter burocratico. Dopo Tor Bella Monaca, Corviale, Casal Bruciato, Acilia e Primavalle, ieri è stata la volta di Corcolle, periferia estrema oltre al Gra a sud di Roma. Un primo passo, ma la sindaca punta a rinnovare entro la fine del mandato oltre metà della flotta esistente: 700 nuovi autobus. L’obiettivo è dimostrare che la scelta del concordato preventivo per Atac è stata giusta. Intanto dal Mit Toninelli le ha lasciato in eredità i fondi per 50 nuovi tram e oltre 10 milioni per mantenere la promessa ideologica: la funivia Casalotti-Battistini. A prescindere dalla sua presunta utilità, si punta a costruirla entro fine mandato.

 

Il commercio

 

E’ ormai completato da mesi il piano delocalizzazioni degli ambulanti del tavolo del Decoro che fu voluto dall’ex sindaco Ignazio Marino. L’obiettivo da qui alla fine del mandato per la sindaca Virginia Raggi e l’assessore al Commercio Carlo Cafarotti è quello di individuare al più presto le aree dove gli ambulanti potranno continuare a vendere la loro merce. Solo così piazze storiche, terrazze panoramiche e monumenti unici potranno essere liberati da camion-bar e bancarelle.

 

Le periferie

 

La sindaca che vuole ricucire con i territori, quelli della periferia della Capitale, che più di tutti contribuirono nel 2016 alla sua elezioni. Per farlo ha iniziato a tornare in quelle zone portando con sé i nuovi bus che, ha ricordato ogni volta: “Serviranno proprio queste parti di città”. Un primo passo. Per fare pace, però, lo sforzo principale dovrà toccare l’emergenza abitativa: più di undicimila famiglie sono ancora in attesa di un alloggio popolare.

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