Valerio Carocci dice “no grazie”: non si candida col Pd al posto di Gentiloni
Un giovane di 27 anni potrebbe essere candidato alle elezioni suppletive del collegio di Roma centro alla Camera per il Pd. "Non mi è arrivata nessuna proposta", dice
Roma. La “suggestione” nel Pd ha la maglietta bordeaux con la scritta gialla e il logo dei ragazzi del Piccolo Cinema America di Piazza San Cosimato, Trastevere, cuore autentico della Roma popolare, diventato quartiere alla moda e teatro della movida caciarona della Capitale. Tra frotte di gruppi organizzati di turisti in tour a piedi e birre bevute all’aperto, nel rione è tornato a battere un cuore politico, anche nel senso lato del termine. I “ragazzi” con la t-shirt sono saliti alla ribalta a giugno scorso, quando quattro di loro sono stati aggrediti da altrettanti militanti di estrema destra di Casapound e di Blocco Studentesco, organizzazione giovanile del movimento della tartaruga frecciata. Due degli attivisti del Cinema America sono finiti all’ospedale. Malmenati perché antifascisti e perché indossavano la maglietta bordeaux. Diventata presto un simbolo, insieme al presidente dell'Associazione del Piccolo America, Valerio Carocci. Un giovane di 27 anni che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere candidato alle elezioni suppletive del collegio di Roma centro alla Camera per il Pd. Collegio blindato dove il 4 marzo del 2018 è stato eletto Paolo Gentiloni, nominato Commissario europeo agli Affari Economici.
Il voto dovrebbe esserci alla prossima tornata utile, forse il 27 ottobre, con le elezioni regionali in Umbria. E il fatto che Carocci per il Pd sia una “suggestione” fondata è confermato dall'interessato. Contattato dal Foglio, ha subito messo le mani avanti, prima di qualsiasi domanda: “Guardi, glielo lo dico subito – ci dice – io non vorrei fare un’intervista di politica, anzi non vorrei parlare proprio perché negli scorsi mesi siamo stati troppo sovraesposti mediaticamente, abbiamo solo bisogno di stare tranquilli e continuare a lavorare a testa bassa”.
Passati dal lei al tu, si parla comunque di politica. “Ma ce l’hai mai avuta la tessera del Pd?”, chiediamo. Un punto su cui Carocci ci tiene a precisare: “Io non sono iscritto al Pd”. Quando arriva la domanda sulla candidatura alle suppletive, la risposta è ferma e al tempo stesso un po’ stizzita: “Qua la cosa è molto semplice, non mi candido perché non mi è arrivata nessuna proposta, quindi al momento non ho nulla da valutare”.
Carocci ringrazia il segretario dem Nicola Zingaretti per la solidarietà ricevuta dopo l'aggressione, dice di voler “continuare il suo lavoro” e prova a bypassare la politica tout court. Ok, dici che non te l’hanno chiesto, ma se lo facessero? “Li ringrazierei, ne sarei onorato, poiché ripongo grande fiducia e speranza nel Pd di Zingaretti”. Segue pausa, e poi: “Ma declinerei”.
Dopo il concorso, il nulla?