Carlo Cafarotti, assessore al Turismo di Roma (LaPresse)

Cafarotti dichiara guerra agli albergatori

Gianluca De Rosa

“Disservizi del comune? Gli imprenditori pensino a fare bene il loro mestiere invece di lamentarsi”. Parla l’assessore al Turismo

Roma. Carlo Cafarotti, assessore al Turismo, consegna al Foglio parole fortissime contro il presidente romano di Federalberghi, Giuseppe Roscioli, che aveva dato voce agli imprenditori del settore, molto critici nei confronti dei servizi (anzi dei disservizi) offerti dalla giunta Raggi: dagli autobus che vanno a fuoco, alle stazione metro chiuse, fino alla monnezza che resta in strada per giorni. “Invece di pontificare, il presidente di Federalberghi dovrebbe occuparsi di migliorare il turismo alberghiero in città, elevando la qualità dell’offerta d’accoglienza”, ci dice adesso l’assessore, con un tono che vuole alludere al fatto che non è colpa dell’amministrazione se forse ci sono alcuni imprenditori incapaci nel settore del turismo.

  

Ma se la città è sporca, i mezzi non funzionano, le stazioni delle metro rimangono chiuse o le scale mobili collassano, che colpa ha Federalberghi? “Io sono molto legato alle competenze, per migliorare la città ciascuno deve fare il suo”, risponde Cafarotti. “Sia io che gli altri assessori quotidianamente lavoriamo a testa bassa, Federlalberghi fa lo stesso per migliorare l’accoglienza?”.

 

Però intanto l’associazione degli albergatori ha dovuto firmare un accordo con Ama per garantire la pulizia. Insomma un problema c’è: anche con alberghi splendenti, comunque la monnezza sarebbe per strada. “Rispondo con una metafora”, riprende Cafarotti: “Non penso che la fabbrica Gentilini faccia biscotti cattivi perché sulla Tiburtina ci sono delle buche, anzi fa un prodotto di eccellenza. Gli albergatori romani dovrebbero fare altrettanto”.

  

L’altra critica dell’associazione di categoria è di non aver fatto abbastanza per contrastare l’abusivismo ricettivo, i B&B che eludono regole e imposte. Per Roscioli e gli altri albergatori sono una delle cause che hanno ingigantito il flusso di arrivi low cost. In pratica, i turisti bottiglietta, infradito e t-shirt che invadono il centro storico senza spendere un euro. Non a caso Roma è stata recentemente inserita dall’Unwto (United nation world tourism organization), l’agenzia dell’Onu che si occupa di questi temi, tra le nove città del mondo che rischiano l’overtourism, il sovraffollamento turistico. “Non è vero”, risponde Cafarotti. “Primo perché su portali come Airbnb non ci sono solo gli abusivi, ma anche migliaia di strutture ricettive extra alberghiere assolutamente regolari. Inoltre siamo stati noi a firmare la convenzione che porterà i portali telematici a versare il contributo di soggiorno. Già quest’anno abbiamo riscosso più soldi, circa 13 milioni”.

 

E questi soldi come vengono spesi? “Per troppi anni sono stati visti come un salvadanaio da cui attingere per le difficoltà di cassa. Roma spende in promozione turistica meno di Milano, Firenze e Venezia, servono più risorse”.

 

Chiederà a Gianni Lemmetti, l’assessore al Bilancio? “Ho fatto di più: ho chiesto che i maggiori introiti che derivano dall’accordo con i portali telematici siano destinati a questo: se tutto va bene nel biennio 2020-21 raddoppieremo gli importi destinati alla promozione turistica”.

 

Non per forza un bene se c’è davvero il rischio overtourism. “E invece sì”, risponde l’assessore. Perché con queste risorse potremmo impegnarci proprio per evitarlo”. In che senso? “Da giugno lavoriamo a ‘Futour Roma’, un tavolo con operatori e associazioni per pensare una strategia comune per il turismo in città: bisogna partire da un posizionamento di marketing della città che sia diverso da quello che è stato sinora”.

  

Si spieghi meglio… “La strategia con cui si propone Roma è l’unico modo per far arrivare determinati gruppi piuttosto che altri: noi puntiamo a un turismo di alta fascia. Inoltre Roma non dovrà vivere solo della parte storico-archeologica, bisogna riuscire a spostare i turisti dal centro ad altre zone attrattive e interessanti”. Come? “Quest’anno, ad esempio, alla fiera internazionale del turismo di Rimini porteremo come prodotto Ostia, cambiando una tradizione romana alle fiere che ha sempre vissuto di un leitmotiv molto riconoscibile. Invece ci sono tantissime cose da vedere anche fuori dal centro: dal Parco degli Acquedotti e quello dell’Appia Antica, oltre agli itinerari green per i ciclisti e i viaggi per la street art che recentemente si stanno diffondendo in tutta Europa”.

  

Non solo. Cafarotti ci tiene a ricordare il memorandum d’intesa firmato con l’agenzia viaggi cinese Trip, nei giorni in cui il premier Conte firmava a villa Madama il più vasto Memorandum Italia-Cina. “Con la Cina”, dice Cafarotti, “apriremo un canale We Chat, il Whats-App cinese, dove racconteremo la Capitale”.

 

Il turismo è tra le competenze che Virginia Raggi vorrebbe per sé quando invoca “poteri speciali per Roma”. Che cosa cambierebbe in concreto per la Capitale? “Soprattutto, le regole. Ancora oggi la nostra cornice normativa è quella del regolamento regionale non aggiornato dal 2013”.

 

Eppure con la regione Lazio le cose dovrebbero andare meglio, visto il nuovo governo. “Non vorrei deludere i teleromanzi ma il sottoscritto ha sempre avuto rapporti ottimi con Lorenza Bonaccorsi e Gian Paolo Manzella, gli ex assessori a Turismo e Sviluppo economico ora sottosegretari, anche prima di questo nuovo esecutivo”.

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