Sergio Mattarella (foto LaPresse)

Le coordinate del Quirinale

Redazione

Le poche certezze della crisi sono le mosse istituzionali di Mattarella. Chiare

Se la situazione politica è confusa, quella istituzionale è chiarissima, anche se gira una congerie di ipotesi fantasiose che intorbidano un po’ il clima. Sergio Mattarella, una volta investito ufficialmente della crisi dopo le dimissioni di Giuseppe Conte, convocherà i presidenti delle Camere e le delegazioni dei partiti che dovranno rispondere a una semplice domanda: c’è una coalizione che può garantire un appoggio certo a un nuovo governo? Non spetta al Quirinale, come il presidente ha ripetuto spesso, costruire maggioranze e accordi politici, il suo compito consiste nel verificare se questa maggioranza esiste. Naturalmente spetta al partito di maggioranza relativa in Parlamento, cioè ai Cinque stelle, fare una proposta, di cui Matterella verificherà l’attendibilità e la sostenibilità, o personalmente o con un mandato esplorativo, presumibilmente al presidente della Camera. Se gruppi parlamentari numericamente sufficienti decideranno di appoggiare un nuovo governo, presenteranno al Quirinale il candidato a presiederlo che, ottenuto l’incarico, si presenterà in Parlamento a chiedere la fiducia. Un governo lo si può chiamare come si vuole, tecnico, istituzionale, di scopo o di programma, ma è sempre un governo politico perché nasce da una maggioranza parlamentare. Solo se questo non sarà possibile, Mattarella dovrà decidere con che governo si andrà alle elezioni anticipate, convocate da lui nella data che si desume dalla durata della fase precedente. Può rinviare Conte alle Camere perché verifichi l’eventuale fiducia, assai improbabile nella composizione attuale dell’esecutivo o invitarlo a restare in carica per gli affari correnti fino alle elezioni, il che peraltro significherebbe tenere nello stesso Consiglio dei ministri leader politici che intanto si attaccano violentemente nella campagna elettorale. In assenza di un nuovo accordo politico, Mattarella darà l’incarico a una personalità che formerà un governo destinato a non ottenere la fiducia e quindi a gestire la fase elettorale e quella immediatamente successiva. Non c’è nessun rebus e nessun mistero, solo l’applicazione rigorosa delle norme costituzionali, che saranno l’unico punto di riferimento del Quirinale.