29 novembre 2018, la Lega festeggia l'approvazione del decreto Sicurezza in piazza Montecitorio. Ora alla Camera è in discussione il decreto Sicurezza bis (foto LaPresse)

Cercasi pretesto per una crisi di governo

Gli emendamenti “cruciali” al decreto sicurezza usati dalla Lega per minacciare la rottura con il M5s sono tutto tranne che “cruciali”

Roma. Su alcuni emendamenti della Lega presentati al decreto sicurezza e dichiarati in un primo tempo inammissibili è stata sfiorata la crisi di governo, con il ministro dell’Interno Matteo Salvini che, anche su questo punto, è arrivato a contestare apertamente il Presidente della Camera Roberto Fico. La crisi di governo per il momento è stata evitata (ma la baruffa tra Salvini e Di Maio non promette nulla di buono per il governo) ma il tentativo costante di trovare dei pretesti per rompere lascia intendere che da mesi la Lega è come se stesse facendo le prove generali per mettere in scena una pre-crisi di governo. Anche a costo, per l’appunto, di giocare con i dettagli e i pretesti.

 

Andando a guardare proprio gli emendamenti riammessi per decisione dello stesso Fico il contenuto lascia qualche perplessità perché non si tratta di questioni fondamentali e soprattutto non intervengono sulla parte più importante del decreto, quella che riguarda l’immigrazione.

 

L’emendamento 8.014 a prima firma Iezzi, ad esempio, al primo comma non fa altro che prevedere la possibilità di aggiungere una posizione apicale nell’organigramma del Viminale (posizione con funzione di direzione di livello generale per l’Area delle Funzioni centrali nell’organigramma del ministero dell’Interno). Mentre nel secondo comma stabilisce come sarà ricollocato il personale assunto per il funzionamento delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, quando queste termineranno il proprio lavoro.

 

Un altro emendamento, il 10.010, sempre a prima firma Iezzi, istituisce un organo centrale (l’ispettorato delle scuole di polizia di stato) con la funzione di coordinare e uniformare l’attività di formazione degli istituiti, scuole e centri di formazione e addestramento della Polizia di Stato, che vengono posti sotto la dipendenza di questo nuovo organo apicale, al quale saranno soggetti, per la sola parte dell’addestramento e formazione, anche i centri che svolgono attività operative di tipo specialistico.
Infine c’è l’emendamento 12.025 è che è una sorta di lista della spesa. Soldi per le divise (2 milioni per il 2019 e 4,5 milioni dal 2020 al 2026), soldi per i buoni pasto che salgono a 7 euro, ma anche risorse per aumentare gli stipendi (retribuzione di posizione e risultato) del personale della carriera prefettizia.

 

L’emendamento, però, non è stato riammesso integralmente. Sono rimasti inammissibili gli ultimi due commi contenenti le coperture finanziare. L’emendamento, dunque, ad oggi è scoperto e il suo destino è segnato se non arriverà, come è molto probabile, una riformulazione da parte dei relatori per trovare le risorse necessarie a coprire tutte le spese previste. Quando si dice le priorità.