Dino Giarrusso e Christian Raimo (grafica Il Foglio)

La disfida Raimo-Giarrusso, guerra di mondi “a sinistra di” Pd e M5s

Marianna Rizzini

Lo scrittore assessore e l'ex Iena, diversi ma non così tanto nei toni, nel lessico e nell’internettiano martellamento, se le danno di santa ragione, sempre su Facebook

Roma. Facevano tutti e due altro; ora fanno tutti e due la stessa cosa: dirsi sempre e comunque dalla parte dei cittadini. Ma ingannevole è la definizione politica sopra ogni cosa, e dunque i due – uguale età, uguale loquacità su Facebook – si trovano ad agire in modo simile da due campi diversi, eppure non così diversi, eccezione fatta per il diverso grado di garantismo. Uno infatti, Christian Raimo – scrittore di libri Einaudi, professore, assessore alla Cultura nel III Municipio – si auto colloca a sinistra-sinistra del Pd (al punto da non apparire così distante, a volte, dalla linea dei Cinque stelle, in post veementi di cui però forse in alcuni casi si pente: o almeno questo è portato a pensare l’internauta che li vede al mattino ma non sempre li ritrova alla sera, anche se poi, per alcune dichiarazioni a margine del rientro dell’ex latitante ed ex terrorista Cesare Battisti, giudicate troppo garantiste per il ruolo, per poco Raimo non è stato sfiduciato).

 

L’altro, Dino Giarrusso – ex Iena (vedi caso Brizzi, il regista accusato di molestie e poi archiviato), ex candidato alle Politiche 2018 (sconfitto dal radicale Riccardo Magi di +Europa), segretario particolare del vice ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti nonché segugio di anomalie nei concorsi universitari – si auto colloca nei Cinque stelle, ma a sinistra-sinistra dei Cinque stelle, al punto da sovrapporsi a volte, forse suo malgrado, a coloro che parlano in nome della gauche manettara da popolo viola e post-it giallo.

 

E insomma i due, diversi ma non così tanto nei toni, nel lessico e nell’internettiano martellamento, se le danno di santa ragione, sempre su Facebook. Ed ecco che, improvvisamente, la disfida Giarrusso-Raimo, complice la ricandidatura di Giarrusso (stavolta alle Europee, previa scrematura alle europarlamentarie, in cui ha ben figurato grazie ai famosi e famigerati “bollini di qualità”, punti che in teoria devono attestare i meriti dell’aspirante europarlamentare), deflagra al punto da non essere più nascondibile. “Ma davvero basta così poco per fare la qualunque? Parlamento, Regione, ministero, Parlamento europeo?”, scrive Raimo, elencando le cariche ricoperte da Giarrusso (o a cui Giarrusso si è candidato nell’ultimo anno) e sottolineando la presunta non competenza di Giarrusso in tema di scuola e ricerca. “Non è un attacco personale”, scrive l’assessore, “ma una critica politica… O forse gli invidio solo i suoi 3.200 euro mensili che ha preso finora al ministero dell’istruzione, io da insegnante con 110 e lode alla laurea, 97/100 alla scuola di specializzazione, 80/80 al concorso, dieci anni di insegnamento, ne ho presi finora massimo 1.400 al mese”. A stretto giro, arriva il siluro uguale e contrario dell’ex Iena: “Per raggiungere i traguardi cui sono arrivato con ‘Le iene’ ho faticato, sudato, sbattuto come un pazzo per 4 anni consecutivi senza fermarmi un millesimo di secondo, superando una concorrenza spietata… e una immane serie di ostacoli e difficoltà che dalla tua poltrona fai fatica anche solo ad immaginare, benché tu sia uno scrittore”. “La critica politica è benvenuta, ma le falsità no, non le accetto e querelo senza remore”, scrive Giarrusso, “anche tu qui scrivi falsità come un qualunque ‘webete’… mi chiedo quale tuo sentimento interno possa far nascere uno status sciatto, impreciso, vagamente triste e invidioso come il tuo, mi ricordo che domattina dovrò andare in giro ad incontrare persone già dalle sei, dunque ti saluto”.

  

È a questo punto che lo scontro diventa guerra dei mondi. Da una parte c’è il Raimo non ancora notissimo che nel 2017 andava a Rete 4 a sventolare davanti a Maurizio Belpietro il cartello “non c’avete il servizio sui negri cattivi?”, e che oggi fa manifestazioni davanti agi impianti per il trattamento dei rifiuti e si fa paladino della cosiddetta “attivazione-cittadinanza”, un “geyser” che “ha solo bisogno di essere innescato”, in nome della “politica nelle periferie” e della “cultura per tutti” e di un (ohimé) forse inarrivabile modello Nicolini, dal Renato inventore dell’Estate romana. Dall’altra c’è il Giarrusso eurocandidato in nome del’onestà-onestà-onestà, e dell’“orgoglio infinito”, come dice lui, di essere siciliano e a cinque stelle, con un passato da regista, aiutoregista e sceneggiatore. E se Raimo cita come punti di riferimento il modello Corbyn (dal leader del Labour inglese non proprio uscito vittorioso dal caso Brexit) e il modello Colau (Ada, sindaco di Barcellona), Giarrusso resta “Iena”, nel senso del metodo sensazionalistico-accusatorio, anche se ha cambiato mestiere, specie quando si tratti di litigare in tv con il Pd sul volume di merci Italia-Francia (della serie vade retro Tav).

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.