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Le regine del tua culpa

Maurizio Crippa

Su Cesare Battisti c'è ancora chi nega l'evidenza. Peggio delle scemenze sciagurate c'è solo l'eccesso di zelo 

Non è facile trovare qualcosa di peggio della scrittrice francese Fred Vargas, amica ed estimatrice di Cesare Battisti, che pure di fronte alla sua confessione tardiva risponde a chi le chiede: “Non ritengo di aver difeso un assassino”, negando l’evidenza con parole che indirizzano più dalle parti della problematica psichica, forse narcisistica, che non nelle zone tormentate dei rovelli morali. E idem si potrebbe dire della editrice francese dell’ex terrorista, Joëlle Losfeld, altra negatrice compulsiva dell’evidenza. Oppure: è difficile leggere qualcosa di più balordo delle frasi di Christian Raimo, che si dice “perplesso sul modo in cui questa confessione arriva: dopo mesi di isolamento, di carcere disumano”, e anche tante altre scuse e frasi di circostanza dettate da un’antica cattiva coscienza, o informazione. Molto difficile, se non che, per il senso della storia, e quel senso un po’ di stanchezza per una storia finita da decenni, o forse per un mio personalissimo senso della misura c’è solo una cosa che alla fine suona peggio, più sorda, più con un suono da trombone falso, delle scemenze sciagurate. Ed è l’eccesso di zelo dei sacerdoti dell’autodafé altrui, quelli che petulanti, a volte arroganti, aggressivi come se ci fosse ancora qualcosa in palio (ma non c’è) chiedono conto agli altri. Chissà se sempre, proprio sempre, senza un peccatuccio nascosto, a loro volta, da tacere, “Le regine del tua culpa”, le chiamava De Andrè. Aveva ragione.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"