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Bottana sovranista

Maurizio Crippa

Il sovranismo della marchetta di Salvini, fautore della revisione della legge Merlin

Possiamo anche continuare a riderci su, ovvio per non piangere, su questa faccenda delle arance, che è diventata in un battibaleno la metafora perfetta di tutto il disastro dei grillini. Anzi è la loro nemesi, il loro vaffa, però con la vitamina C. Arance al Campidoglio, arance che erano insulto da scagliare e adesso si sono trasformate in boomerang che rimbalza sulle capocce romane dei populisti roussoviani. Poi ci sono le arance di Mr. Ping, il commercio meno redditizio del mondo, come vendere ghiaccio agli eschimesi, che solo uno sviluppatore economico cinque stelle poteva sognarlo. Va bene, possiamo continuare tranquillamente a ridere, di tutto questo populismo da agrumeto. Ma non è che quegli altri, quelli del nazional-sovranismo della marchetta (e c’è un motivo se li chiamiamo così) se la passino meglio, quanto a idee ridicole. Prendete quel macho dello sviluppo autarchico di Salvini, quello della flat tax per dire. E’ un fautore della revisione della legge Merlin, in modo da far pagare le tasse alle sex workers (i leghisti scuseranno il francesismo). Guardate come fanno in Svizzera, è il suo mantra. E’ probabile che dell’idea federalista a Salvini sia rimasto in mente solo questo fatto, le tasse delle ragazze. Bene. Arriva dalla Svizzera, via la Stampa, la notizia che no: “Flop delle tasse sulle squillo. Tramonta il modello svizzero”. Pare che la “tassa sul meretricio”, nel 2017, l’abbia pagata solo il 10 per cento delle lavoratrici. Non è chiaro se le altre abbiano ottenuto il reddito di cittadinanza. E’ sicuro che il sovranismo della marchetta è già andato a p…

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"