Luigi Di Maio (foto LaPresse)

L'ossessione di Di Maio per la “manina”

Redazione

Il ministro grillino denuncia una manipolazione in un articolo del decreto fiscale arrivato a Mattarella e annuncia un esposto alla procura. Ma il Quirinale dice di non aver ricevuto nulla

C'era quella dietro la vicenda del master in America (tarocco) di Rocco Casalino. Che lui sosteneva essere del nostro Luciano Capone. Poi quella – forse di Boeri, dicevano – che ha manomesso la relazione tecnica del “decreto dignità” inserendo la cifra di 8 mila disoccupati. L'ultima “manina” che complotta per far fare figuracce al governo gialloverde ha addirittura modificato il Decreto fiscale. “Non so se è stata una manina politica o una manina tecnica, in ogni caso domattina si deposita subito una denuncia alla procura della Repubblica perché non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato” sulla pace fiscale. Il vicepremier Luigi Di Maio durante la registrazione di Porta a Porta insiste nel dire – e il suo staff rilancia su Facebook – che "all'articolo 9 del decreto fiscale c'è una parte che non avevamo concordato nel Consiglio dei ministri”. Complotto! Di Maio sostiene che “noi in Parlamento non lo votiamo questo testo se arriva così. Questa parte deve essere tolta”. 

  

 

“Non ho mai detto che si volevano aiutare i capitali mafiosi”, continua il vicepremier grillino. “Nel testo che è stato trasmesso al Quirinale c'è una sorta di scudo fiscale e una non punibilità per chi evade. Non ho ragione di dubitare della Lega, ci siamo stretti la mano”, ha concluso Di Maio. Se non è la manina politica del Carroccio toccherà trovare un nuovo capro espiatorio tra i tecnici del Mef, che già si sono presi gli insulti e le minacce di Casalino perché, diceva il padre padrone della comunicazione grillina, facevano ostruzionismo sul finanziamento della Manovra. Ora, l'iniziativa del capo politico del M5s ha colto di sorpresa anche i vertici della Lega, i quali hanno dapprima reagito con incredulità, e poi hanno deciso di replicare.

 

C'è voluto qualche minuto, però, anche perché Matteo Salvini è ancora in Russia. Poi è arrivata la nota ufficiale, stilata dagli uomini di maggior fiducia del segretario del Carroccio: "Noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati, stiamo lavorando giorno e notte sulla riduzione delle tasse, sulla legge Fornero e sulla chiusura delle liti fra cittadini ed Equitalia". Quanto ai grillini, i pochi che erano a conoscenza della scelta del capo, nel ristretto cerchio del Gigio Magico, precisano che "non era una mossa contro la Lega, ma indirizzata contro i soliti noti del Mef". E però c'è pure chi, ai piani alti del M5s, non nasconde che "la pressione su Luigi", anche dall'interno, è stata tanta. Lo si è capito anche durante l'assemblea dei gruppi parlamentari di martedì sera, rasserenata solo in parte dalla soddisfazione per l'abolizione dei vitalizi. "Non ci dimentichiamo mai di chi siamo e da dove veniamo", si è sentito dire Di Maio. "Alla lunga la vicinanza con Salvini ci logora". E il riferimento obbligato era proprio al condono approvato nella manovra: lo stesso che ora il vicepremier grillino prova ad aggirare in modo goffo.

  

Risponde il Quirinale: decreto non pervenuto

Il Quirinale in serata ha detto però che al momento nessun testo è arrivato nelle mani di Matarella: “In riferimento a numerose richieste da parte degli organi di stampa, l'ufficio stampa del Quirinale precisa che il testo del decreto legge in materia fiscale per la firma del Presidente della Repubblica non è ancora pervenuto al Quirinale”. 

 

“Ai miei uffici è stato riferito che quel testo è stato mandato al Quirinale”, ribatte Di Maio. ”Se non è così torno a Palazzo Chigi, accertiamo tutto. Non ci sarà bisogno di riunire un nuovo Cdm, basterà stralciare quella parte del testo”.

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