L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno (Foto Imagoeconomica)

Sovranismo non è populismo. Dice Alemanno

Redazione

L'ex sindaco di Roma organizza un seminario a Frascati: “Il termine è abusato sui media. Ma noi siamo diversi”. E invita il governo a porre il veto sul budget europeo 

Il Movimento nazionale per la sovranità di Gianni Alemanno ha organizzato, sabato 20 e domenica 21 ottobre a villa Tuscolana a Frascati, un seminario di studio, intitolato '“Le Chiavi di Casa - definire il Sovranismo'”, con 42 relazioni illustrate da 64 personalità, tra cui dirigenti del movimento, professori universitari, intellettuali, e figure storiche della destra italiana. “Il termine sovranismo - ha detto Alemanno presentando l'evento - è ampiamente usato e abusato sui media italiani ed europei. Ma in realtà non esiste una precisa definizione politica e ideologica di questa parola. Questo permette facili confusioni con i termini 'populismo' o 'nazionalismo', se non addirittura 'xenofobia'”. 

 

Tra i partecipanti intellettuali di destra come Gennaro Malgieri, Pietrangelo Buttafuoco, Marcello De Angelis, Aldo Di Lello, Salvatore Santangelo e Antonio Rapisarda, il senatore della Lega Claudio Barbaro, Diego Fusaro, l'ex deputato di Forza Italia Alessandro Meluzzi e Romina Raponi. Hanno aderito all'iniziativa anche esponenti del mondo cattolico, tra cui dirigenti del Movimento cristiano dei lavoratori Giancarlo Moretti e Pier Paolo Saleri e il maestro di Buddhismo Zen Gianfranco Gentetsu Tiberti.

 

Il portavoce del movimento, Marco Cerreto, ha invitato il governo italiano a porre il veto sul quadro finanziario pluriennale che indica la programmazione del budget dell'Unione europea. Secondo i sovranisti, il piano danneggia l'Italia in settori strategici come l'agricoltura, con tagli di 3,6 miliardi. Anche Alemanno, che si schiera al fianco dell'esecutivo nella partita in corso con l'Unione europea sul Def, spiega che “il diritto di veto è legittimo ed è stato sperimentato dal governo Monti, da quello Renzi e, prima, da Berlusconi sulle quote latte”.

 

Secondo l'ex sindaco di Roma “il veto è l'unico modo per aprire un negoziato e soprattutto per rivedere tutti i trattati europei che minano la sovranità nazionale”. Quindi, rivolgendosi aConte, conclude: “Se si pensa di ignorare le indicazioni di Bruxelles, si rischia una procedura di infrazione che nel tempo potrebbe avere esiti devastanti”.