Matteo Salvini e Umberto Bossi (foto LaPresse)

Il Riesame non fa sconti alla Lega: confermato il sequestro di 49 milioni di euro

Redazione

Per i giudici i soldi sono il “profitto” della truffa sui rimborsi elettorali per cui sono stati condannati in primo grado Bossi e Belsito. Salvini: “Facciano pure, gli italiani sono con noi”

"Dispone il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta anche delle somme di denaro che sono state depositate o verranno depositate sui conti correnti e depositi bancari intestati o comunque riferibili alla Lega Nord successivamente alla data di notifica ed esecuzione del decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Genova in data 4/9/17, fino a concorrenza dell'importo di euro 48.969.617”. Si conclude così (foto sotto) la sentenza del tribunale del Riesame di Genova che, accogliendo il ricorso della procura, ha confermato il sequestro di 49 milioni dalle casse del partito di Matteo Salvini. 

 

 

La vicenda è quella, nota, dei rimborsi elettorali non dovuti che il partito ha ricevuto negli anni tra il 2008 e il 2010. Una vicenda per la quale, in primo grado, sono stati condannati Umberto Bossi, l'ex tesoriere Francesco Belsito e tre ex revisori dei conti. “Il profitto del reato” è stato quantificato in 49 milioni di euro. E a settembre di un anno fa, spiega il Riesame, il Tribunale di Genova ha disposto il sequestro della somma “nei confronti della Lega Nord, sul presupposto che tale ente abbia percepito mediante l'accredito delle somme sui propri conti correnti il profitto delle condotte illecite commesse dai suoi rappresentanti”. Tradotto, secondo i giudici, senza la truffa per cui sono stati condannati Bossi e Belsito, la Lega di Salvini non avrebbe avuto fondi o, di sicuro, avrebbe avuto una vita meno “agiata”. Al momento i fondi sequestrati ammontano a circa 3 milioni e ora nelle casse del partito ci sono poco più di 5 milioni. Il sequestro di 49 milioni, renderebbe di fatto impossibile l'attività del partito che si ritroverebbe senza risorse. Ed è anche per questo che nei giorni scorsi era circolata la notizia che Salvini fosse già pronto a dar vita a un nuovo partito.

 

Il leader leghista, dopo la sentenza del Riesame, è apparso tutt'altro che preoccupato. “Una vicenda del passato, spero che la Procura di Genova impegni il suo tempo sul disastro del ponte Morandi – ha commentato durante una conferenza stampa al Viminale – Sono assolutamente tranquillo, passo il mio tempo lavorando per allontanare migliaia di irregolari dall'Italia. Non mi turba minimamente, è una vicenda di 8-9-10 anni fa, i processi alla storia non mi affascinano. Se ci vogliono togliere tutto, lo facciano, abbiamo gli italiani con noi. Facciano quel che credono”.

 

Il partito, con una nota ufficiale, annuncia le prossime mosse legali: “Apprendiamo con stupore che il tribunale del Riesame già nella giornata di ieri ha emesso il provvedimento con cui è stato accolto il ricorso della Procura di Genova. Lascia attoniti la celerità con la quale vengo liquidiate complesse questioni giuridiche anche di recente accoglimento in sede al massimo organo giurisdizionale comunitario. Ma ciò che risulta difficile accettare è la decisione di voler proseguire nel sequestrare le somme con cui i cittadini hanno voluto liberamente contribuire alla vita del partito. Considerare tali somme come profitto illecito di reati che sarebbe stati commessi oltre 10 anni fa è un non senso logico, oltre che giuridico, evidente a tutti che ha l’effetto di ledere i diritti fondamentali del cittadino. Sottoporremo tutte le nostre argomentazioni alla Suprema corte di cassazione dove siamo convinti troveremo maggiore attenzione su di un tema così delicato”. 

 

LEGGI LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL RIESAME

 

“Ripercussioni sul governo? Direi di no – ha assicurato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, commentando da Ischia la sentenza – Prendo atto. Non è mio costume commentare un provvedimento giudiziario, lo facevo da avvocato. Mi limito a prendere atto che sicuramente per un partito politico, in questo caso è la Lega ma sarebbe stato lo stesso in caso di ogni altro partito, diventa difficile svolgere l'attività politica nel momento in cui non c'è la possibilità di avere risorse finanziarie. Bisogna prendere atto che è una difficoltà seria con la quale la Lega, ma sarebbe lo stesso con qualsiasi altro partito, dovrà cimentarsi”.

 

  

E se Forza Italia, con il capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini, si schiera con la Lega,

 

 

il Pd va all'attacco.