La nave Diciotti attraccata al molo di Catania (foto LaPresse)

"Diciotti? La politica degli scudi umani è indegna di un paese civile", dice Elena Fattori

Valerio Valentini

La senatrice del M5s commenta la "situazione imbarazzante e paradossale" della nave della Guardia costiera. "Salvini è al Viminale per ottenere riforme e trovare soluzioni strutturali, non per far vagare navi di disperati nel Mediterraneo"

Roma. “Almeno questo”, sbuffa Elena Fattori, a metà tra la rabbia e lo sconforto. Sono passate le sette del pomeriggio, quando per i ventinove bambini a bordo della Diciotti – per loro almeno – la permanenza obbligata sulla nave della Guardia costiera pare destinata a finire. La svolta, parzialissima, è in un video su Facebook: “I minori possono scendere”, cede Matteo Salvini. E però la situazione, osserva la senatrice del M5s, “resta comunque imbarazzante”. “Su quella nave – dice la Fattori, che già sulla vicenda dei vaccini, un mese fa, si è dissociata dalla linea antiscientifica della maggioranza grilloleghista – rimangono ancora 148 persone che andrebbero fatte scendere. E subito. Non voglio neppure pensare che la soluzione al problema migranti sia di trattenerli sulle navi. La politica degli scudi umani è indegna per paese civile”.

 

Del resto Matteo Salvini lo aveva promesso: linea dura. E il M5s, che della Lega è alleato di governo, non sembra essere troppo in disaccordo. “L’azione da fare è in sede europea, con forza e determinazione come questo governo ha promesso. Si battano i pugni a Bruxelles, anziché che prendersela coi più deboli e metterci in imbarazzo nel mondo”. Evidentemente Salvini preferisce utilizzare i corpi di quei migranti come arma di pressione sulle cancellerie europee. “Ma è sbagliato. Piuttosto, visto che è stato a lungo parlamentare a Bruxelles, attivi i suoi canali lì, faccia qualcosa. Non c’è tempo da perdere. Bisogna rivedere il regolamento di Dublino trovando le leve giuste che non sono certo quello di tenere su una nave 177 migranti. L’Italia è uno dei Paesi fondatori, il ministro trovi il modo di far sentire la sua voce in maniera efficace nella sedi opportune”. Eppure lo sapevano, i grillini, quando hanno votato la fiducia al loro governo, che al Viminale sarebbe andato uno come Salvini. “La fiducia, almeno io, glielo ho data per ottenere una revisione della politica europea sul tema dell'immigrazione, non per far vagare navi di disperati nel Mediterraneo. Mi attendevo, e mi attendo, soluzioni strutturali a lungo termine che consentano una gestione europea del fenomeno”. E invece? “E invece non vedo nessun piano concreto in questo senso. Dei ricollocamenti ottenuti di volta in volta ci facciamo ben poco. Vorrei vedere azioni più ragionevoli, strutturate a a lungo termine”.

 

Perché allora, se nel M5s c’è chi non condivide questo approccio, nessuno si fa sentire? “Lo faremo nelle sedi opportune, che sono le Camere. Le passerelle lasciano il tempo che trovano”. E tuttavia a Roberto Fico che sui social invoca una soluzione umanitaria, Salvini risponde con sprezzo. “Tu fai il presidente della Camera, io faccio il ministro”. “E appunto, da ministro dovrebbe avere rispetto delle istituzioni. Come si permette?”, sbotta la Fattori, quando le si riportano le frasi del capo leghista.

 

Ma non c’è solo Salvini, e non può esserci soltanto Fico. Danilo Toninelli se ne lava le mani: a lui, dice, competeva fare attraccare la Diciotti a Catania, e tanto è avvenuto. L’eventuale sbarco è una questione su cui deve decidere Salvini. “Bisogna che il presidente del Consiglio prenda posizione”, ammette la Fattori. Ma Giuseppe Conte, avvocato del popolo, quando ormai è quasi sera, dopo giorni di silenzio inspiegabile, se ne esce con un post in cui scarica tutta la responsabilità sull’Europa, e per nulla prende le distanze dal Viminale. “Il premier dovrebbe fare chiarezza, pretendere una strategia definita: dinamiche del genere non possono essere più tollerate in futuro”. Ma insomma che governo è, quello dove ognuno si preoccupa soltanto del suo ristretto campo d’azione, senza che ci sia un'azione congiunta, coordinata? “A me, parlamentare, in virtù di una sana divisione dei poteri spetterà, quando sarà il momento, di dare opportuni atti di indirizzo che consentano una azione organica, corale ed efficace, nel rispetto dei diritti umani e dei trattati internazionali. Se questo non accadrà, questo governo avrà fallito il suo obiettivo più importante, la gestione del problema evidentemente italiano del fenomeno migratorio”. Resta il fatto che, senza una presa di posizione netta, il M5s risulta corresponsabile di questo atteggiamento. C’è chi parla di sequestro di persona. “Non sono in grado di valutare la questione dal punto di vista legale ma sicuramente è un approccio inopportuno, inefficace e lesivo dei diritti umani. Senza contare che danneggia l’immagine del nostro paese che sull’accoglienza ha dato più di chiunque altro ovviando a un'Europa obiettivamente incapace”.

 

E insomma dopo la questione dei vaccini, ora si mostra ribelle anche sul tema dei migranti, la Fattori, la quale tuttavia liquida con un "amen" e con un'alzata di spalle le voci di chi la descrive come intenzionata a mettersi a capo della minoranza interna. “La malizia – dice – è nell’occhio di chi guarda e in genere chi ti accusa di qualcosa lo fa solo perché è quello che farebbe al posto tuo. Misuro l’etica dell’interlocutore sulla base delle accuse che mi fa. Io ho iniziato a impegnarmi nel movimento per proporre e portare idee per un cambiamento vero e duraturo. Semplicemente continuo a farlo”.