La nave Diciotti (foto LaPresse)

Occhio al vento, “Capitano”

Redazione

La linea antisbarchi traballa. Se Salvini perde quella, cosa gli resta?

Il blocco dei migranti in mare a bordo delle navi che li hanno soccorsi era il fiore all’occhiello, il colpo più spettacolare, la gran vanteria, il cavallo di battaglia – comunque vogliate definirlo, ci siamo intesi – di questo esecutivo gialloverde che invece sul resto non ha i numeri per far quadrare il suo pazzo programma di governo. La flat tax non ci sarà perché non bastano i soldi, il reddito di cittadinanza idem, ma almeno Salvini blocca i neri fra le onde, era il pensiero della base del partito. E invece anche questo schema di gioco salviniano comincia a rompersi.

 

Ieri il ministro Toninelli ha twittato querulo che la nave della guardia costiera che da quattro giorni galleggia al largo con 117 persone a bordo sarebbe infine sbarcata a Catania, giusto per non farla attraccare a Pozzallo dove ci sono ancora i quasi cinquecento sbarcati dopo l’ultima grande finta vittoria di Salvini. Questa volta però il capo della Lega ha fiutato la disfatta, ha detto no, questi non sbarcano sennò va in malora tutto, ormai è a rischio la tenuta dell’intera operazione di propaganda che per lui è così preziosa – la cita pure quando gli chiedono del ponte collassato a Genova. Quindi c’è conflitto con la guardia costiera e c’è conflitto con un altro ministro.

 

Occhio Capitano, che se quel meccanismo s’inceppa cosa resterà di questo esecutivo? La revoca retroattiva dei vitalizi tanto strombazzata sarà fatta a pezzi dal primo avvocato che passa. I bambini con il morbillo: forse sarà quella la vittoria sicura del governo gialloverde.

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