Luigi Di Maio e Matteo Salvini (fotomontaggio Enrico Cicchetti)

Finirà la sbornia collettiva. Si vivacchierà stentati e impoveriti

Giuliano Ferrara

Di Maio appare come una smania umana, non ha un programma, non ha uomini e donne adatti. Salvini è finalmente il capo di una cosa che non c'è e non c'è mai stata, il centrodestra senza Berlusconi. La frana di Roma metterà nel ridicolo l'Italia

Quanto tempo ci metteranno gli italiani a capire quanto sono stati stupidi il 4 marzo scorso? Per Amendola e la Parietti vabbè, ci vorrà un supplemento per artisti, d’altra parte fino a qualche tempo fa gli attori e intrattenitori non li seppellivano nemmeno nei cimiteri. Ma per gli altri, quelli più o meno normali che hanno votato per Di Maio e Salvini?

 

Sono state votate le cose che quei due dicevano nei comizi, cioè bugie. Non ci sarà un reddito di cittadinanza. Non ci sarà un’Europa che protegge i deboli da quel “crimine contro l’umanità” che è l’euro. Non ci sarà l’espulsione generalizzata degli immigrati. Non ci sarà il risanamento della vita pubblica come repulisti contro la corruzione. Il Sud non diventerà un luogo di felicità e di spasso e di bonanza. Non riprenderanno le assunzioni impedite dal Jobs Act. Il potere delle banche resterà lo stesso di prima, per fortuna dei risparmiatori e dei banchieri. Il paese sarà ingabbiato nella demagogia, senza una politica estera ed europea, senza una chiara visione del futuro, faranno ampiamente senza di noi a Bruxelles e altrove, anche a Mosca se è per questo. Ci sarà un giochino di simboli e pasticci cliccanti, zero idee. Andrà avanti forse quel po’ di ripresa garantita in questi anni da élite una cui unghia vale più di tutto quanto promesso dai gemelli del gol.

 

Queste sono cose che sappiamo tutti. Quel che non sappiamo è quando passerà la sbornia collettiva. Di Maio appare come una smania umana, la smania di governo con chiunque e per qualunque cosa, non ha un programma, non ha uomini e donne adatti, non ha un retroterra di movimento e di storia che abbia un senso oltre il vaffanculo e poi il linguaggio forbito e ingannatore del parvenu. Salvini è finalmente il capo di una cosa che non c’è e non c’è mai stata, il centrodestra senza Berlusconi, e di questa leadership non sa che farsene, per adesso si ricompone nella sua ovvia subalternità. Faranno un governo, perché non c’è alternativa, sarà una delusione, ma di quelle cocenti, imbarazzanti, con una sequela di crisi da incompetenza, da illusione, da mancanza di prospettiva.

 

Solo il povero Pd può aiutarli, e ritardare la presa d’atto, il “quanto siamo stati fessi”, occupandosi di sé stesso, manovrando a ruota libera, e non invece parlando al paese in cui vive. Lasciati alla loro fulgida vittoria, i gemelli si spartiranno un potere che non li ricambierà del loro evidente affetto, il governo bisogna saperlo guidare, nutrire, il Parlamento bisogna saperlo orientare, non con le multe, non con i clic di Davide Casaleggio, con la politica. La frana di Roma, concetto tutt’altro che metaforico, metterà nel ridicolo l’Italia. Gente senza principi, come tutti i demagoghi che non sanno bene di esserlo, e i politici improvvisati, a parte la Lega che un’esperienza ce l’avrebbe ma sempre e solo in contatto con il demiurgo che l’ha portata al governo, il Cav., ed è diventata una caricatura ruspante del lepenismo, i grillozzi faranno una figura di cacca planetaria, questo già lo sappiamo, e si divideranno e ricomincerà la giostra delle espulsioni, ma la maggioranza è massiccia, una guida garante e terza Mattarella riuscirà a imporla, e si vivacchierà stentati e impoveriti con un esecutivo da favola. A meno che non si rivoti, bel risultato, per cominciare subito a domandarci come mai siamo stati così frivoli, superficiali, sberleffanti e inutili con i nostri voti.

 

Detto questo, hanno vinto per la nostra inaudita dabbenaggine, non è vero che non hanno vinto, hanno avuto il plebiscito che desideravano, e adesso devono provarci e tutti noi scontare le conseguenze della loro impreparazione, della loro insignificanza.

Di più su questi argomenti:
  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.