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Quelli che non mollano. Viaggio nel coraggio delle imprese lombarde

Daniele Bonecchi

Arriva il Conte bis, dopo un governo molto dannoso. Ma il sistema economico punta su se stesso, le startup e il green

"Fate presto”, aveva detto Marco Bonometti, leader degli industriali lombardi, parlando al Foglio, giusto a Ferragosto. Ricordando che la Lombardia stava attraversando, causa immobilismo dell’esecutivo uscente, un momento difficile. E proprio in queste ore, il Centro studi di Confindustria ha ricordato che “nel terzo trimestre l’economia appare ancora debole, dopo che nel secondo il Pil era risultato piatto”. Ma c’è anche un’Italia delle imprese e dei giovani che, a testa alta, continuano a lottare e crescere. “Combattiamo come tutti dalla mattina alla sera, con ottimismo però”, spiega Mattia Maddaluno che a Lecco, quando era poco più che un ragazzo, a 24 anni, ha fondato con la sorella la Adm. “Siamo partiti nel 2013 e abbiamo scelto subito l’ottimismo chiamando la nostra impresa Adm (ad maiora). E’ nata come start up, una srl semplificata. Il nostro mercato principale è il tessile, quello sportivo. Molte cose le facciamo dalla progettazione alla consegna. In 4 anni di lavoro abbiamo selezionato partner qualificati per realizzare i prodotti migliori. E forse questa è la chiave del successo. Ci siamo specializzati, partendo dalla produzione, per arrivare alla personalizzazione dei prodotti. E pensare – continua Maddaluno – che tutto è nato dal negozio di abbigliamento di mia madre. Poi abbiamo iniziato a camminare con le nostre gambe, non abbiamo chiesto nulla alla nostra famiglia, invece ci ha dato una mano Confcommercio, anche tramite il sistema bancario. Oggi tra dipendenti e collaboratori siamo 8 persone solo in Italia, ma guardiamo al mercato internazionale: abbiamo aperto a Lucerna, per i mercati svizzero, tedesco e austriaco e abbiamo iniziato anche una partnership negli Usa, con una rappresentanza nel New Jersey”. Partiti nel 2013 con un fatturato da 32 mila euro oggi chiudiamo sopra il milione”. Le difficoltà ci sono. “Lavoriamo 12/14 ore al giorno. I nostri successi dipendono dalla qualità dei prodotti, modelli reinterpretati in chiave qualitativa e investendo in modo mirato. Abbiamo investito 80 mila euro direttamente di tasca nostra, per le infrastrutture. Poi cerchiamo di utilizzare materiali certificati impegnando i fornitori migliori”. Proprio oggi giura nelle mani del capo dello Stato un nuovo governo, avete qualcosa da chiedere? “Noi continuiamo a fare da soli ma se dovessi dare suggerimento: date un’occhiata alla situazione paese, vedo più tutelato il debitore piuttosto che il creditore. E poi i tempi di pagamento che superano 120 giorni, sono un po’ troppi”, conclude con concretezza Maddaluno.

 

Ci sono anche interi settori d’impresa che marciano, su tecnologia e innovazione. In Lombardia sono 333 le start up innovative nei settori green, una start up innovativa su sei è dedicata a temi ambientali. I dati sono della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, su un totale di 10 mila start up innovative in tutti i settori in Italia, +11 per cento in un anno, di cui quasi 3 mila concentrate in Lombardia, +17 per cento. Conta molto l’ambiente: Milano prima con 172 start up di settore. Tra gli innovatori nell’ambiente, uno su dieci è giovane sia in Italia che in Lombardia, il 35 per cento in Italia sono laureati (a Milano il 35 per cento, a Bergamo quasi il 40), le donne pesano l’11 per cento e il 7,5 in Lombardia. Primo settore è la ricerca sul green. A guidare la cordata delle start up è Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria partner di Enterprise Europe Network, l’Azienda partecipata dalla Camera di commercio di Milano che svolge attività di ricerca applicata, consulenza tecnico-scientifica e testing industriale e promuove sul territorio e fornisce servizi nell’ambito della progettazione europea e dei finanziamenti all’innovazione, con una attenzione particolare alle Pmi. Si avvale di 14 laboratori scientifici e circa 100 esperti. Innovhub SSI partecipa direttamente a numerosi progetti di R&D (impieghi avanzati di biomasse, utilizzo di materie prime alternative per la produzione di energia, imballaggi, biomateriali per applicazioni mediche, tecnologie per combustibili). L’Azienda si articola in quattro aree tecniche dotate di attrezzature moderne e laboratori specializzati: carta, cartoni e paste per carta, combustibili, oli e grassi, seta. 

 

Milano è anche città dei servizi e delle fiere, per eccellenza. E’ così che Arianna Petra Fontana ha deciso di fondare Team People. “Siamo tre soci e siamo partiti nel 2016. Veniamo da esperienze differenti ma tutti abbiamo imparato ad utilizzare i servizi di hostess e steward. E così abbiamo deciso di unire le forze offrendo noi il personale di livello, preparato e capace. Perché la hostess è il volto, il brand di un prodotto. Abbiamo scoperto subito che la chiave del successo è la formazione. Abbiamo iniziato facendo dei corsi utilizzando anche formatori esterni, completamente gratuiti per i ragazzi. Ora – prosegue Petra Fontana – vogliamo rendere la formazione sistematica e ci piacerebbe che team people potesse aiutare i giovani nel mercato del lavoro. Puntiamo sul tempo indeterminato. L’anno scorso abbiamo contrattualizzato 100 giovani e a giugno di quest’anno abbiamo raggiunto il fatturato dell’anno scorso. Ora stiamo pensando anche alla formazione degli over 50, persone che hanno voglia di fare, con qualche problema di stabilità emotiva. Per questo cerchiamo dei partner anche con l’aiuto di Regione Lombardia, che vincola i finanziamenti ai risultati ottenuti”. E non avete trovato le difficoltà che lamentano molte imprese? “Un buon imprenditore deve saper sognare, con molto realismo però – spiega al Foglio Arianna Petra Fontana – guardiamo con fiducia al nostro futuro, Milano ci dà fiducia, ha un potenziale di voglia di lavorare che aiuta a costruire un indotto positivo. Milano è un esempio, per tutti”, conclude.