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Il trasporto regionale sotto pressione, la vera sfida lombarda

Giovanni Seu

A Milano e nella regione ci si torna a muovere per le strade con il finire dell'estate. “L’impatto dei mezzi è anche superiore a quello della Sanità”, spiega al Foglio l’assessore Franco Lucente

La riapertura delle scuole ha riportato sotto pressione il sistema del trasporto pubblico lombardo. Nei primi 5 mesi di quest’anno i passeggeri sui treni sono stati 78,8 milioni con 306 mila corse, dato superiore al periodo pre Covid: la domanda è in continua crescita. La Regione, cui spetta organizzare l’offerta, è chiamata a un compito inferiore solo al servizio sanitario sotto il profilo della spesa: “L’impatto dei trasporti è anche superiore a quello della Sanità”, spiega al Foglio l’assessore Franco Lucente, “in quanto agli utenti lombardi dobbiamo aggiungere i turisti in crescita. In termini di risorse possiamo contare su 600 milioni di cui 400 per il trasporto in ferro e 200 per quello su gomma che andrebbero potenziati: è venuto il momento di rivedere il fondo nazionale affinché ci venga assegnato più del 17,36 per cento che ci danno”.  In attesa che il governo dedichi più attenzione il Pirellone è impegnato su tre fronti: potenziamento del servizio, ristrutturazione della rete e sicurezza. Sul primo Lucente assicura che il lavoro è a buon punto: “Abbiamo già consegnato 122 treni nuovi, entro il 2025 saranno 222, e stiamo aumentando anche i pullman”.

Lo sforzo c’è ma è difficile pensare che possa placare le croniche proteste dei pendolari, insoddisfatti della puntualità, pulizia e un po’ di tutta l’organizzazione: “Anch’io sono un pendolare – afferma l’assessore ai Trasporti – e capisco le reazioni emotive di fronte a un ritardo. Capisco meno i giudizi complessivi sul servizio che resta di qualità in modo particolare se paragonato a quello di altre regioni. Sulla puntualità ricordo che era al 78 per cento nel 2018 e poi è salita all’83,4 lo scorso anno e all’85 nella prima parte del 2023: stiamo cercando di migliorare queste performance con treni più veloci e di elaborare sistemi per segnalare i ritardi ai passeggeri allo scopo di attenuare i disagi”. Più complicato il discorso sulla manutenzione della rete che compete a Rete Ferroviaria Italiana per 1.800 chilometri e 300 per Trenord.

Un sistema che ha provocato in passato diverse polemiche con Fontana che ha rimproverato Rfi (proprietà di Ferrovie dello Stato) di trascurare la riqualificazione delle infrastrutture. Lucente preferisce essere cauto: “Ci sono stati rimbalzi di responsabilità, credo che si possa superare questa situazione: c’è un cronoprogramma che prevede opere per ammodernare la rete per il 2026, dovremo offrire servizi sostitutivi per garantire il trasporto nei tratti in cui ci saranno aperti i cantieri”. Più netto si mostra sull’ipotesi di mettere a gara il servizio: “Non mi sembra la soluzione migliore, può solo portare a un gestore unico di tutta la rete”. Da ripensare, invece, è l’Agenzia del trasporto pubblico locale dove la Regione rivendica un ruolo politico più adeguato: “Mettiamo 200 milioni su 600 ma contiamo solo per il 10 per cento, è una situazione sbilanciata che non può proseguire”.

Resta il problema della sicurezza che, considerato l’indirizzo della giunta, è molto sentito, ammette l’assessore. Viaggiare in orari e corse poco frequentate è diventato rischioso, la Regione ha promosso accordi con polizia locale, Polfer e carabinieri per controllare le stazioni negli orari più sensibili. C’è un’altra iniziativa per consentire alle forze dell’ordine, in cambio del viaggio gratuito, di controllare e intervenire in caso di urgenza. Resta l’obiettivo di garantire la presenza fissa dei militari sui convogli, un progetto che ha bisogno dell’approvazione e del sostegno del governo.

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