Granmilano
Una città da sfalciare. Fatti, pregiudizi e dibattiti sull'erba alta
Il Comune di Milano ha deciso di risparmiare dalla strage del decespugliatore 1,3 milioni di metri quadri di gramigna, loglio e altre erbe nei 19 milioni di metri quadri di parchi. Tanto è bastato per aizzare un mare di polemiche (anche politiche)
Io userei il machete. Il lanciafiamme ci vuole, cara signora. Sono i soliti ecologisti; l’erba rovina la gioventù. E’ tutta colpa di Beppe, signora mia. Beppe chi? Beppe Sala”. Sui tram color arancio la discussione classica attorno alla macchinetta (“si chiama obliteratrice, ma guardi che schifo è diventata questa città”) è l’erbaccia alta: il Comune di Milano ha deciso di risparmiare dalla strage del decespugliatore 1,3 milioni di metri quadri di gramigna, loglio e altre erbe nei 19 milioni di metri quadri di parchi. In alcuni prati e alcune aiuole centrali di 54 giardini non passerà il tosaerba e le erbe verranno lasciate crescere incolte ancora per qualche mese, il tempo necessario alla fioritura e poi al seme. Il resto invece viene rasato senza parsimonia, come il solito. “E’ il frutto” (il frutto è un termine pertinente) “di una scelta che il Comune di Milano sta portando avanti, come altre amministrazioni di molte città del mondo, per promuovere la sostenibilità ambientale e la biodiversità”. Non basta. Il Comune informa che “l’erba più alta trattiene l’umidità, preserva il suolo durante i periodi siccitosi e mitiga l’effetto delle isole di calore”. Come prevedibile, il decespugliatore comunale ha alzato nell’aria di Milano non solamente il buon odore di erba tagliata, polvere, estrusi di cane e filtri di sigaretta ma anche battibecchi e polemiche politiche. L’opposizione di destra afferma che il Comune vuole soprattutto tagliare i costi della manutenzione urbana. Anche un commentatore autorevole come lo scienziato Roberto Burioni si è espresso con perplessità sulla decisione del municipio. Milano non è sola. L’estate scorso la stessa scelta ha fatto crescere erbe e polemiche a Torino, in diverse città dell’Emilia e a Vienna.
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