Sulla giustizia Salvini fa i capricci e fa sembrare seri i grillini

Ermes Antonucci

Le bizze del segretario leghista attorno alla riforma Cartabia hanno prodotto un effetto paradossale: quello di far apparire gli esponenti del Movimento 5 stelle come dei politici maturi e responsabili. Oggi il voto finale del Senato sul ddl

È previsto per questa mattina il voto finale dell’aula del Senato sulla riforma Cartabia dell’ordinamento giudiziario e del sistema elettorale del Csm. La maggioranza è riuscita a superare la nuova ondata di tensioni, dovute soprattutto al comportamento della Lega e ai capricci di Matteo Salvini, indispettito come quando a un bambino gli si rompe il giocattolo tra le mani (in questo caso rappresentato dal referendum sulla giustizia, miseramente fallito con la percentuale di partecipazione più bassa della storia repubblicana). Il leader della Lega ha così prima deciso di rifiutare l’invito del governo a ritirare gli emendamenti al testo Cartabia (che in larga parte riproducevano i quesiti referendari), poi ha chiesto il voto segreto su uno di questi riguardante la custodia cautelare. Emendamento respinto ma che, se accolto, avrebbe determinato non solo un nuovo passaggio della legge alla Camera, ma di fatto la dissoluzione della maggioranza.

 

Nella serata di martedì, la commissione Giustizia del Senato aveva votato e respinto tutti gli emendamenti della Lega, e anche quelli di Italia viva e delle forze di opposizione. I capricci di Salvini, con la decisione di non ritirare gli emendamenti, hanno prodotto un effetto paradossale, cioè quello di far apparire gli esponenti del Movimento 5 stelle come dei politici maturi e responsabili. Nella riunione di maggioranza che ha preceduto le votazioni in commissione, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà (M5s), aveva ricordato come l’esame del testo di riforma fosse rimasto fermo per tre settimane, su richiesta della Lega e anche di Iv, proprio per permettere la votazione dei referendum sulla giustizia in tutta calma.

 

Da qui la richiesta di ritirare gli emendamenti, prendendo atto dell’equilibrio raggiunto. Richiesta accolta da Forza Italia e in seguito anche da Liberi e Uguali e dallo stesso M5s, il partito più vicino alle istanze dell’Associazione nazionale magistrati, profondamente contraria ai contenuti della riforma. Insomma, dopo essere riuscito nel doppio miracolo di raggiungere il minimo storico per una consultazione referendaria e di offrire all’Anm il pretesto per rialzare la testa e tornare a condizionare la politica, Salvini con le sue bizze è stato addirittura capace di far apparire il M5s come un partito di governo serio e responsabile.

 

Non solo. Dopo il voto in commissione Giustizia, la Lega si è ritrovata a essere l’unico partito di maggioranza ad aver approvato alla Camera la riforma Cartabia, ma a chiedere di riformare il testo. “Se in Parlamento ci sono i numeri la riforma del Csm verrà approvata. Noi abbiamo proposto emendamenti simili ai quesiti referendari. Se altri partiti vogliono una giustizia politicizzata voteranno contro i nostri emendamenti”, aveva dichiarato in mattinata Salvini.

 

Prima della votazione degli emendamenti in aula, Italia viva (che alla Camera si era astenuta) aveva deciso infatti di ritirare i propri emendamenti, ben 86. “C’è l’esigenza di chiudere in tempi brevi per poi procedere all’elezione del prossimo Csm – aveva dichiarato Giuseppa Cucca, capogruppo di Iv in commissione Giustizia – Per questo Italia viva con altissimo senso di responsabilità e per rispetto nei confronti del presidente Draghi e delle richieste del presidente Mattarella, ha deciso di ritirare i suoi emendamenti alla riforma Cartabia sulla giustizia”. Iv ha poi annunciato l’astensione sulle votazioni di tutti gli emendamenti.

 

Soddisfatto, invece, il Pd. “Questa riforma restituisce credibilità al sistema giudiziario”, ha detto Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo Pd al Senato, intervenendo in aula. “I cittadini chiedono al Parlamento di fare le riforme e questa è una riforma possibile, un buon punto di equilibrio e così va approvata. Possiamo scegliere se buttarla via o risolvere alcuni nodi importanti per il funzionamento della giustizia”. L’esponente dem ha poi evidenziato i paradossi generati dai capricci di Salvini: “Tutte le forze politiche sanno che si è raggiunto un accordo equilibrato, sul quale c’è un vincolo di maggioranza. Non saremo noi a metterlo in discussione. Tutti devono assumersi la responsabilità di fronte al paese e al governo. Non ho mai conosciuto un partito di governo che fa l'opposizione”.