L'intervista

"Giorgetti e Fedriga lascino Salvini". Parla Paolo Damilano

Gianluca De Rosa

Il candidato sindaco voluto dalla Lega a Torino non ha dubbi: "Dopo i risultati di amministrative e referendum Salvini andrebbe messo in discussione, ma non accadrà. L'alternativa per i moderati dentro il Carroccio è andarsene"

“Dopo i risultati delle amministrative e del referendum auspico che nella Lega la leadership di Matteo Salvini sia finalmente messa in discussione, ma sono piuttosto scettico che possa davvero esserci un cambio alla guida. Temo una Lega sempre più di Salvini”. Paolo Damilano, imprenditore, ma soprattutto candidato del centrodestra a Torino nel 2021 per scelta della Lega, non ha dubbi: siamo alla fine di un ciclo. Ma ammetterlo non sarà facile. 


 E per questo ritiene che l’unica alternativa possibile per i tanti moderati e governisti dentro al Carroccio sia una sola: andarsene. “Se davvero è impossibile un cambia c’è solo un'altra strada:  mollare la Lega. Per Giorgetti, Fedriga e chi la pensa come loro – dice – questo è il momento di spingersi oltre la Lega e cercare di arrivare a quella federazione di responsabili sparsi tra le coalizioni che in tanti sognano: oggi nel paese c’è una grande domanda di un’offerta politica del genere”. “Capisco – aggiunge – che hanno ruoli importanti nel partito e cambiare direzione non è semplice, ma il momento giusto è questo, se non ora quando?”.

 
D’altronde l’imprenditore torinese ci aveva visto lungo, lo aveva capito prima. Due settimane fa aveva preso una decisione improvvisa: abbandonare chi lo aveva fortemente voluto come il profilo civico giusto per sfidare il Pd sotto la Mole antonelliana, la Lega di Matteo Salvini. Damilano aveva spiegato: “Il mio movimento civico, Torino Bellissima,  ha scelto di proseguire il suo percorso politico fuori dal centrodestra perché non è interessato a derive populiste improvvisate”. Prima di aggiungere: “E’ in particolare il partito che ha creduto per primo in Torino Bellissima a vivere oggi una profonda crisi di identità politica e di leadership, che ne mina la credibilità”. In tanti malignarono dicendo che la sua scelta fosse proprio un segnale inviato da Giancarlo Giorgetti, primo sponsor dell’imprenditore per la corsa a Torino, verso il segretario leghista.

 
Dopo le elezioni amministrative dunque l’imprenditore non può che essere ancor più convinto della necessità di un cambiamento. Secondo Damilano però, a un anno dalle elezioni, è improbabile che la vera novità politica possa muoversi dentro ai partiti, Lega compresa. “Per questo – sostiene – i moderati del Carroccio e non solo devono avere il coraggio di federarsi con altri ‘responsabili’, è necessario per il bene del paese: dopo la pandemia, la guerra e l’inflazione ci aspettano cinque anni complicatissimi, serve un governo stabile, serio e credibile”.

  
A rafforzare la convinzione di Damilano è anche il risultato delle liste civiche di centrodestra e centrosinistra nei comuni con oltre 15 mila abitanti: quasi la metà dei consensi, il 44 per cento (dato elaborato da YouTrend). “Con Torino Bellissima – dice – noi avevamo anticipato questa tendenza, la domanda è come trasformare questo fenomeno locale a livello nazionale: si devono mettere insieme le forze migliori del paese, serve una confederazione di persone capaci che hanno la fiducia della gente sul loro territorio, ‘si vince solo uniti’ non è un motto che vale solo per destra e sinistra, vale anche per il centro che deve andarsi a formare”.

 

Eppure, è noto, il fenomeno è di quelli di cui tutti parlano, ma che alla fine finiscono in un bluff, nel niente. “Io credo invece che questo sia il momento giusto per farlo”, ribadisce Damilano. “So che ci sono interlocuzioni in corso, credo e spero che da settembre o ottobre si possa dare vita finalmente a qualcosa di concreto da offrire all’elettorato”. E però questa galassia centrista che tutti immaginano è popolata da un’infinità di aspiranti federatori. “E’ vero – ammette l’imprenditore – ma, non penso che possa esserci un unico leader, servono più personalità: nella Democrazia cristiana c’erano tante figure di grande valore che alla fine riuscivano a mediare e a trovare una via unica di progetto politico. Fedriga e Giorgetti, Renzi, Calenda e Toti: sono già loro i possibili protagonisti di questa operazione, devono solo aver il coraggio di fare questo passo”. Un buon inizio sarebbe liberare da Lega da Salvini.