Alfonso Bonafede (foto LaPresse)

Sulla giustizia c'è da avere i brividi

Il governo annuncia una riforma. Idee per rafforzare la dittatura delle procure

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede esulta per l’esito dell’incontro con il suo predecessore Andrea Orlando, che si è svolto ieri alla presenza del premier Giuseppe Conte. “Stiamo rivoluzionando la giustizia italiana” ha esclamato, sostenendo che entro la fine dell’anno il governo otterrà la delega per applicare una straordinaria modificazione delle norme che porterà a introdurre il limite massimo di 4 anni per un procedimento penale e raggiungere una media anch’essa di 4 anni per i procedimenti civili. Bonafede ha tanta fretta perché sa che il primo gennaio entrerà in vigore la sciagurata abolizione della prescrizione, subordinata politicamente a una complessiva riforma della giustizia. Partire da un errore grave per ottenere un risultato eccellente è difficile, il che rende sospettosi. Le dichiarazioni di Andrea Orlando sono sembrate assai meno entusiastiche e si è limitato a condividere “l’impianto e gli strumenti per arrivare a un miglioramento del processo sia civile che penale sotto il profilo dei tempi”. Naturalmente molto si può fare: ampliare l’area dei patteggiamenti, depenalizzare una serie di reati minori, ampliare il ricorso a forme di conciliazione, oltre a rinforzare gli organici, a cominciare da quelli tecnici, dei tribunali e dotarli delle tecnologie moderne. Questa è la strada giusta, che però richiede tempo per essere realizzata. E’ quindi ragionevole temere che si voglia, da parte del Guardasigilli, muovere su un altro terreno, quello dell’ulteriore limitazione delle prerogative della difesa, che in un processo accusatorio dovrebbe avere gli stessi diritti dell’accusa, che invece già ora è preponderante. Rafforzare lo squilibrio, arrivando a una specie di dittatura delle procure che condizioni fino a pregiudicarla la terzietà del giudicante e il diritto dei cittadini a difendersi, questo è il processo breve che hanno in testa i giustizialisti. Il punto è tutto qui: il Pd avrà la forza di non accontentarsi di promesse fumose e di non cedere su questo fronte decisivo? Meglio vigilare.

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