Europa Ore 7

Zelensky boicotta il tedesco Steinmeier

Macron contro le sciocchezze di Le Pen sull'Ue, Reynders sicuro di aver un dossier solido sull'Ungheria e Johnson e Sunak multati per il Partygate

David Carretta

Il presidente ucraino avrebbe fatto sapere che il presidente della Germania “non è benvenuto” in Ucraina a causa dei suoi “stretti legami con la Russia” 

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha rifiutato di ricevere il suo omologo tedesco, Frank-Walter Steinmeier, a Kyiv costringendo il presidente della Repubblica federale ad annullare il suo viaggio all'ultimo momento e a subire una pesante umiliazione. Lo scoop è della Bild. Secondo il quotidiano popolare, Zelensky avrebbe fatto sapere che Steinmeier “non è benvenuto” in Ucraina a causa dei suoi “stretti legami con la Russia”. Ma è stato lo stesso Steinmeier, durante una visita in Polonia, ad ammettere l'umiliazione. Nei giorni scorsi il presidente polacco, Andrzej Duda, aveva proposto al suo omologo tedesco una visita congiunta in Ucraina con i presidente di Lituania, Lettonia ed Estonia. “Ero pronto a farlo, ma apparentemente, e devo prenderne atto, questo non era auspicato a Kyiv", ha detto Steinmeier.


Le scuse pubbliche di Steinmeier per essersi sbagliato su Vladimir Putin e il gasdotto Nord Stream 2 evidentemente non sono bastate. A pesare sulla scelta di Zelensky, tuttavia, non è solo la storica politica pro russa della Spd. Come ministro degli Esteri del governo di Angela Merkel, Steinmeier era stato anche uno dei protagonisti degli accordi di Minsk e, soprattutto, di una loro interpretazione molto favorevole alla Russia e mai accettata dall'Ucraina. La cosiddetta “Formula Steinmeier” per molti aspetti è servita da pretesto a Vladimir Putin per lanciare la sua guerra contro l'Ucraina, accusando Zelensky di non rispettare l'interpretazione di Steinmeier. La sua formula  di fatto avrebbe consentito ai separatisti del Donbas di avere diritto di veto sulle decisioni di Kyiv. La decisione di Zelensky di boicottare il presidente tedesco è anche dovuta all'irritazione per l'indecisione di Berlino su sanzioni e armi.

Da alcune settimane, mentre l'Ucraina resiste alla guerra di Putin, la classe politica in Germania si è immersa in un infinito dibattito sulle proprie responsabilità e sui propri errori nella politica di avvicinamento alla Russia. Il pentimento di Steinmeier del 4 aprile – quando il presidente ha detto che il suo sostegno a Nord stream 2 "era chiaramente un errore" e che non aveva compreso la "follia imperiale" di Putin – ne è solo l'esempio più evidente. I dibattiti su televisioni e giornali sono pieni di personalità (in gran parte della Spd) che si dicono pentite e cercano le ragioni del proprio sbaglio. Ma la contrizione della classe politica tedesca non ha portato all'azione della Germania.

Il governo Scholz sta bloccando una possibile decisione dell'Ue di imporre un embargo non solo sul gas, ma anche sul petrolio (più facilmente sostituibile) dalla Russia. Berlino ha ottenuto una proroga di quattro mesi sul divieto di importazione di carbone per poter continuare a ricevere e pagare le forniture dei contratti già firmati. Né Mariupol né Bucha hanno convinto il governo Scholz ad accettare un embargo sull'energia. A nulla sono valsi gli appelli dello stesso Zelensky, che ancora ieri ha chiesto all'Europa di “sbarazzarsi del petrolio” russo. Secondo il presidente ucraino, dirigenti e militari russi ritengono di poter proseguire l'invasione dell'Ucraina per i segnali che arrivano da alcuni paesi dell'Ue. “Sanno che resteranno impuniti, perché l'Europa preferisce sempre la cooperazione, il commercio e lo status  quo”, ha detto Zelensky.

Come se non bastasse l'ostruzionismo sulle sanzioni che fanno più male, il cancelliere Scholz e la sua Spd stanno anche frenando sulla fornitura di armi da parte della Germania all'esercito ucraino. Lunedì le divisioni interne alla sua coalizione sono emerse alla luce del sole. A Lussemburgo, dove si riuniva il Consiglio Affari esteri, il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, si è detta favorevole alla fornitura di "armi pesanti" in vista dell'offensiva russa nel Donbas. L'Ucraina "ha bisogno di più materiale militare, in particolare armi pesanti", ha detto Baerbock. Secondo Politico.eu, il 7 aprile Scholz ha rifiutato di autorizzare la consegna di un centinaio di carri-armati Marder a Kyiv, malgrado la fornitura fosse pronta. L'operazione fosse stata preparata dal suo ministro dell'Economia, il verde Robert Habeck che secondo diversi media tedeschi è in conflitto con il ministro della Difesa, la socialdemocratica Christine Lambrecht. Sul Foglio Cecilia Sala spiega cosa serve all'Ucraina per contrattaccare nella seconda fase della guerra nel Donbas.

 


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 13 aprile, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Macron contro le sciocchezze di Le Pen sull'Ue - Emmanuel Macron ieri ha accusato Marine Le Pen di mentire ai francesi, negando di voler far uscire la Francia dall'Unione europea. “La signora Le Pen racconta come sempre delle sciocchezze (sull'Ue). Perché? Spiega che non pagherà la fattura del club, che cambierà le sue regole, ma che cambierà le regole da sola”, ha detto Macron. In realtà “questo vuol dire che vuole uscire (dall'Ue), ma non osa più dirlo!”. Secondo Macron, se Le Pen “vuole fare qualcosa con i suoi amici, la Polonia e l'Ungheria, non sarà un club che è positivo per l'Europa”. Sul Foglio spieghiamo che la moltiplicazione delle mini-Frexit proposta da Le Pen porterebbe al caos politico e istituzionale nell'Ue.

Reynders sicuro di aver un dossier solido sull'Ungheria - Il commissario alla Giustizia, Didier Reynders, ieri ha assicurato di avere “un dossier che è abbastanza solido” per lanciare il meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto contro l'Ungheria. La scorsa settimana la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato che la notifica formale sarà inviata a Budapest nelle prossime settimane. Il meccanismo di condizionalità consente di bloccare i fondi dell'Ue ai paesi che non rispettano i principi fondamentali. Il Consiglio Affari generali ieri ha avuto una discussione sulla situazione dello stato di diritto in Ungheria. Reynders ha spiegato di aver apprezzato “la digitalizzazione del sistema giudiziario”, ma restano “perplessità sul sistema di checks and balances nel panorama dei media e a livello istituzionale”.

Johnson e Sunak multati per il Partygate - Il primo ministro britannico, Boris Johnson, e il suo cancelliere dello scacchiere, Rishi Sunak, si sono visti infliggere una multa per aver partecipato alle feste di Downing Street durante i lockdown in violazione delle regole che limitavano i contatti durante la pandemia di Covid-19. "Il primo ministro e il cancelliere dello scacchiere hanno ricevuto una notifica che la Metropolitan Police intende emettere nei loro confronti delle multe fisse", ha detto ieri un portavoce di Johnson, spiegando di non avere altri dettagli. Nel pomeriggio il premier ha annunciato di aver pagato. Ma niente dimissioni.. La multa destinata a Johnson è legata alla sua festa di compleanno organizzata dalla moglie Carrie il 19 giugno del 2020. Complessivamente sono state proposte 50 multe dalla Metropolitan Police dopo la sua indagine sulle feste a Downing Street durante i lockdown. Anche la moglie di Johnson, Carrie, ha ricevuto e pagato una multa. In un editoriale Il Foglio spiega che la guerra in Ucraina, almeno per ora, salva BoJo.

 


Accade oggi in Europa

– Consiglio: riunione del Coreper

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Eurostat: dati sulle vendite di case nel quarto trimestre del 2021; dati sul mercato del lavoro nel quarto trimestre del 2021; dati sull'eccesso di mortalità fino a febbraio 2022