Tutte le “mini Frexit” della Le Pen, che smantella la casa europea

David Carretta

Sembrano essere diventate la risposta della candidata di estrema destra a tutti i problemi, soprattutto se alimentati da disinformazione e falsità

Bruxelles – Nel primo giorno della seconda parte della campagna per le presidenziali in Francia, Marine Le Pen ha illustrato una parte del suo programma per la Francia in Europa. La candidata di estrema destra dice di aver abbandonato la sua proposta di uscire dalla zona euro e dall’Unione europea, la cosiddetta Frexit, ma ha delineato un percorso di “mini Frexit” che porterebbe allo smantellamento di fatto della costruzione comunitaria. Il primo passo, motivato dall’aumento dei costi dell’energia per imprese e consumatori è “l’uscita dal mercato europeo dell’elettricità per avere prezzi sulla base della produzione francese e non degli errori strategici dell’Ue”, ha detto la Le Pen, parlando con i giornalisti in una visita a Soucy nella Yonne, lunedì.

 

Poco importa se l’aumento del prezzo di gas ed elettricità sia stato determinato in gran parte delle tensioni dovute alla guerra del suo sostenitore (ricambiato) Vladimir Putin in Ucraina e alle manipolazioni sul mercato del colosso russo Gazprom. Per la Le Pen, la soluzione è semplice: “Si può restare in una struttura europea e non essere integrata in un mercato europeo dell’elettricità che moltiplica il prezzo dell’elettricità o del gas per cinque o sei”. E invece no, non si può. Perché significherebbe uscire dal mercato unico dell’Ue. Cioè una delle componenti esistenziali della struttura comunitaria. Senza mercato unico (dell’elettricità o di altro), non c’è l’Ue.

 

Le mini Frexit sembrano essere diventate la risposta di Le Pen a tutti i problemi, soprattutto se alimentati da disinformazione e falsità. La candidata dell’estrema destra francese ne ha dato un altro esempio  quando ha parlato dell’agricoltura: “L’Ue ci impone un dispositivo che farà abbassare del 5-10 per cento la produzione europea” nel momento in cui “il mondo è confrontato a una penuria alimentare”, ha detto. Anche in questo caso, la principale ragione è la guerra di Putin con la Russia che ha paralizzato la produzione in Ucraina e blocca le navi cariche di grano ucraino. Inoltre, la Commissione ha appena proposto una serie di misure destinate ad aumentare in modo considerevole la produzione agricola nell’Ue, in barba agli impegni del Green deal. Ma, anche in questo caso, la soluzione della Le Pen è la mini Frexit dell’agricoltura francese. “Si può essere per una struttura europea, ma che non ci obblighi ad abbassare la produzione agricola”, ha detto. Uscire dalle regole della Politica agricola comune significherebbe uscire da un altro elemento esistenziale della struttura comunitario e perdere i finanziamenti della Pac, di cui la Francia è la prima beneficiaria.

 

Clément Beaune, il ministro per gli Affari europei di Emmanuel Macron,  ha dichiarato che quella di Le Pen è una “menzogna” e siamo tornati alla “Frexit nascosta”. Beaune ha anche ricordato che uscire dal mercato europeo dell’energia significherebbe 30 giorni l’anno senza luce per la Francia e diversi miliardi di euro di perdite per le mancate esportazioni di elettricità verso altri stati membri. Nel programma della Le Pen ci sono una miriade di mini Frexit: dalla preferenza nazionale per posti di lavoro e alloggi sociali riservati ai soli francesi (che è contro il principio di non discriminazione dei cittadini dell’Ue) alla soppressione del permesso di soggiorno per gli stranieri che non hanno lavorato in Francia per almeno un anno (che è contro le regole dell’Ue sulla libera circolazione delle persone, oltre che contro la logica). “Non uscirò dall’Unione europea. Non è il mio obiettivo, se fosse il mio obiettivo, lo direi”, ha ribadito la Le Pen. La sua sarebbe un’uscita di fatto della Francia dall’Ue.

 

Secondo la leader del Rassemblement national, le accuse di Emmanuel Macron e di Beaune sono “processi alle intenzioni che si fondano sul nulla”. Dice di voler “far evolvere questa struttura europea. Vogliamo un’alleanza europea delle nazioni libere e sovrane. Un’Europa delle cooperazioni liberamente consenzienti. Un’Europa che non costringe i paesi ad accettare delle misure che vanno contro gli interessi vitali della loro sovranità o dei loro popoli”. Secondo, Ian Bond e John Springford del Centre for European Reform, “se Le Pen attuasse le sue politiche, le conseguenze per l’Ue sarebbero il caos politico” e i governi nazionalisti “agirebbero insieme per minare ulteriormente l’Ue”.

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