Europa Ore 7

La guerra di Putin cambia la politica fiscale dell'Ue

Zelensky chiede all'Ue di dimostrare di essere europea, Michel accusa Putin di terrorismo geopolitico: il Parlamento europeo condanna la Russia. Oggi il quarto pacchetto di sanzioni, in attesa del quinto, Le Pen costretta a buttare 1,2 milioni di depliant con la sua foto con Putin

David Carretta

Per il momento l'incertezza sull'economia è massima. La Commissione non è ovviamente in grado di valutare l'impatto di contro-sanzioni russe che non sono state ancora annunciate

La guerra di Vladimir Putin cambia tutto nell'Unione europea, comprese le regole del Patto di stabilità e crescita, che non torneranno più quelle di prima. Oggi è il giorno in cui la Commissione europea doveva annunciare il ritorno a una certa forma di normalità fiscale, dopo i due anni della pandemia. All'ordine del giorno del collegio dei commissari c'è una comunicazione sulle linee guida per la politica fiscale del 2023, quando dovrebbe scadere la clausola generale di salvaguardia che nel 2020 aveva permesso di sospendere il Patto a seguito dei danni provocati dal Covid-19. Le linee guida dovevano servire da soluzione ponte, con indicazioni più qualitative che quantitative agli stati membri, in attesa di un compromesso sulla riforma delle regole fiscali. Ma la guerra di Putin ha costretto la Commissione e l'Ue a rivedere tutti i piani. La bozza delle linee guida è stata modificata negli ultimi giorni “per tenere aperte tutte le possibilità”, ci ha spiegato una fonte dell'Ue. Compresa la possibilità di mantenere in vigore la clausola generale di salvaguardia, se l'impatto della guerra e delle prevedibili contro-sanzioni di Putin sarà tale da rimandare l'Ue in recessione.
 

Per il momento l'incertezza sull'economia è massima. La Commissione non è ovviamente in grado di valutare l'impatto di contro-sanzioni russe che non sono state ancora annunciate. “Le condizioni rispetto al 2020 sono molto diverse: i fondamentali sono solidi e c'è una ripresa”, ci ha detto una fonte di Bercy (il ministero francese delle Finanze). “Pagheremo un prezzo economico per questa guerra”, ma “l'impatto è limitato, perché le relazioni commerciali con la Russia sono limitate”, ha detto il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, durante le riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin della scorsa settimana. Detto questo, “la questione energetica sarà importante come rischio nelle nostre prospettive economiche”, ha spiegato Gentiloni. Se la Russia dovesse decidere di tagliare le forniture di gas, ci sarebbe un forte aumento dei prezzi dell'energia e dell'inflazione, con rischi considerevoli per la ripresa.

 

Gentiloni e il vicepresidente, Valdis Dombrovskis, dovrebbero sottolineare l'importanza di continuare ad agire in modo coordinato nelle politiche fiscali per far fronte alla minaccia della Russia e alle conseguenze della guerra. La comunicazione sulle linee guida sulla politica fiscale dovrebbe includere anche una nuova scadenza. A maggio ci sarà una revisione sulla decisione di riattivare il Patto di stabilità e crescita, tenendo conto delle nuove previsioni economiche della Commissione.


Anche la Banca centrale europea dovrebbe ritardare il ritorno alla normalità della politica monetaria che doveva essere annunciato nella riunione del Consiglio dei governatori di questo mese per contenere l'aumento dell'inflazione nella zona euro. Negli ultimi giorni, i falchi si sono calmati e le colombe passate nel campo dei falchi sono tornate nel campo delle colombe. Ieri, la presidente Christine Lagarde ha incontrato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. “Faremo ciò che è necessario all'interno del nostro mandato per assicurare la stabilità dei prezzi e finanziaria”, ha detto Lagarde: “Questo limiterà le implicazioni dell'orribile guerra della Russia contro l'Ucraina per l'economia dell'Europa”.
 

La guerra di Putin ha ripercussioni di breve e medio periodo per la politica fiscale dell'Ue e le regole del Patto di stabilità e crescita. Nel breve periodo ci sarà un'ondata di compensazioni - cioè altri aiuti di stato dopo quelli per la pandemia - per i settori che subiscono l'impatto delle sanzioni occidentali e delle contro-sanzioni russe. Nel breve periodo va inclusa anche la corsa all'indipendenza dal gas russo, il che significherà (probabilmente) prezzi più alti per imprese e consumatori nell'immediato, ma anche la necessità di trovare nuovi fornitori e costruire gasdotti e rigassificatori. Serviranno aiuti pubblici per contenere le bollette di gas ed elettricità. E serviranno investimenti pubblici per sconnettere l'infrastruttura energetica dai campi di gas in Russia.

 

Nel medio periodo è soprattutto la spesa per la difesa - non solo quella tradizionale, ma anche quella per affrontare le guerre ibride - che dovrà essere rafforzata. La Germania ha già annunciato 100 miliardi in più per la difesa e l'intenzione di arrivare all'obiettivo della Nato del 2 per cento del pil. I Paesi Bassi dovrebbero fare altrettanto. L'Ue era già alle prese con gli investimenti necessari alla doppia transizione climatica e digitale (650 miliardi l'anno, secondo le stime della Commissione). Ora si aggiungono gli investimenti per la transizione verso la potenza geopolitica. Nel breve e nel medio periodo, non è escluso che si faccia ricorso a strumenti di debito dell'Ue, come Sure o il Recovery fund. Il vertice informale dei capi di stato e di governo di Versailles del 10 e 11 marzo si annuncia interessante.

 



Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 2 marzo, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

 

Zelensky chiede all'Ue di dimostrare di essere europea - Ieri è stata la giornata dell'Ucraina al Parlamento europeo. Una sessione straordinaria, una risoluzione votata quasi all'unanimità e l'intervento in videoconferenza del presidente Volodymyr Zelensky. “Sapete, da qualche giorno non so se dire 'buongiorno', 'buon pomeriggio' o 0buonasera'. E non ci riesco, perché ogni giorno, per qualcuno, questo potrebbe essere l’ultimo giorno. Mi riferisco ai miei cittadini, i cittadini dell’Ucraina, che difendono la libertà a caro prezzo”, ha detto Zelensky. “Siamo sotto attacco dei missili, dei bombardamenti” con “decine di vittime”, perché “questo è il prezzo della libertà. Stiamo lottando per la nostra terra, per la nostra libertà. Nonostante il fatto che tutte le grandi città del nostro Paese siano assediate, nessuno rinuncerà alla libertà. No, ogni centimetro quadrato del nostro paese, ogni piazza del nostro paese, in futuro si chiamerà Piazza della Libertà. Siamo forti, nessuno ci spezzerà. Siamo ucraini”, ha detto Zelensky, prima di lanciare un drammatico appello. “Noi stiamo lottando per i nostri diritti, per la nostra libertà, per la nostra vita e adesso lottiamo per la sopravvivenza e questa è la più forte delle motivazioni. E spero che oggi possiamo anche dimostrare a tutti che siamo europei. Noi siamo l'Unione Europea. L'Unione europea sarà molto più forte con noi e, senza l’Unione europea, l’Ucraina resterebbe isolata. Abbiamo mostrato e dimostrato la nostra forza. Abbiamo dimostrato che siamo proprio come voi. Adesso mostrateci che siete al nostro fianco, mostrateci che non ci abbandonerete, mostrateci che siete veramente europei”, ha detto Zelensky.
 

Michel accusa Putin di terrorismo geopolitico - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri ha accusato il presidente russo, Vladimir Putin, di “terrorismo geopolitico” per la decisione di invadere l'Ucraina. “Cinque giorni fa, Vladimir Putin ha lanciato una brutale e massiccia invasione dell'Ucraina. Una guerra ingiustificata e non provocata basata su spregevoli bugie. E lo ha fatto per un solo motivo: perché a Maidan, tu, caro Volodymyr Zelensky, e voi, caro popolo ucraino, avete scelto la libertà, la democrazia e lo stato di diritto”, ha detto Michel. “Non è solo l'Ucraina ad essere attaccata. Anche il diritto internazionale, l'ordine internazionale basato su regole, la democrazia e la dignità umana sono sotto attacco. Questo è terrorismo geopolitico, puro e semplice”, ha accusato Michel, promettendo sostegno all'Ucraina per proteggere la pace, la democrazia e il diritto internazionale.
 

Il Parlamento europeo condanna la Russia - Il Parlamento europeo ieri ha inviato un forte segnale di unità di fronte alla guerra di Vladimir Putin contro l'Ucraina, adottando una risoluzione di condanna dell'aggressione con 637 voti favorevoli, 13 voti contrari e 26 astensioni. I deputati hanno chiesto che il Cremlino ponga immediatamente fine a tutte le attività militari in Ucraina e denunciato anche il ruolo del dittatore bielorusso Alexander Lukashenko. Pur accogliendo con favore la rapida adozione di sanzioni da parte dell'Ue, il Parlamento chiede "che la portata delle sanzioni sia ampliata e che esse siano mirate strategicamente a indebolire l'economia e la base industriale russe".
 

Il Parlamento europeo freddo sullo status di candidato per l'Ucraina - Il passaggio della risoluzione approvato ieri sulla richiesta del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, di concedere immediatamente lo status di paese candidato, invece, è decisamente freddo. Il Parlamento invita "le istituzioni dell'Unione ad adoperarsi per concedere all'Ucraina lo status di paese candidato all'adesione all'Ue, in linea con l'articolo 49 del trattato sull'Unione europea e sulla base del merito". Cosa significa? “Non si chiede quindi di accelerare il processo, né si dice che l'Ucraina debba entrare nell'Ue subito”, ci ha spiegato una fonte del Parlamento europeo. “Anzi si sottolinea che la procedura prevista dai Trattati deve essere rispettata”. Tradotto: rispetto dei criteri di Copenaghen, rapporti della Commissione sull'avanzamento delle riforme, decisioni unanimi dei governi... La solita burocrazia.
 

Saranno i leader a decidere sullo status di candidato per l'Ucraina - La presidenza francese del Consiglio dell'Ue ha ricevuto la lettera del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, per chiedere formalmente l'adesione dell'Ucraina all'Ue. Il Coreper, l'istituzione dove siedono gli ambasciatori dei ventisette, hanno discusso della richiesta, scegliendo la procedura ordinaria. Il Consiglio dell'Ue chiederà alla Commissione di esprimere la sua opinione. Ma, secondo un diplomatico dell'Ue, toccherà ai capi di stato e di governo nel Consiglio europeo dare delle indicazioni su come procedere.

 

Il Foglio mobilitato per l'Ucraina - Sul Foglio continua la mobilitazione per spiegare la guerra di Putin in Ucraina. Daniele Raineri che è in Ucraina racconta la storia di una vittima civile della cosiddetta "denazificazione" voluta da Putin e l'inizio della fase più temuta della guerra: il presidente russo ha ordinato di aumentare la violenza. Paola Peduzzi spiega chi si sta unendo alla “legione internazionale” voluta da Kyiv: gli idealisti, i "turisti" e gli estremisti. Secondo Christopher Miller, "alcuni fanno parte di più di una categoria". Giulia Pompili spiega perché la Cina non molla Mosca facendo nascere l'asse putiniano globale: il voto di oggi all'Assemblea generale dell'Onu sull'aggressione della Russia definirà i confini del nuovo mondo. Micol Flammini ha intervistato il candidato dell'opposizione a Viktor Orbán in Ungheria, Péter Márki-Zay, che spiega quanto è difficile da conservatore sfidare il leader di Fidesz, che fa propaganda su tutto, anche sulla guerra.

Oggi il quarto pacchetto di sanzioni, in attesa del quinto - Il quarto pacchetto di sanzioni contro la Russia sarà in vigore oggi: esclusione di alcune banche russe da Swift, bando di Russia Today e Sputnik dall'Ue e altri militari nella lista nera dell'Ue sono le principali misure che saranno presentate. Ma, come spieghiamo sul Foglio, l'Ue è costretta a prepararsi al quinto e forse sesto pacchetto di sanzioni: il grande interrogativo è se e quando colpire gas e petrolio russi.

Le sussidiarie europee di Sberbank messe in risoluzione o liquidate - Il Board di risoluzione unico europeo ieri ha annunciato di aver messo in risoluzione le sussidiarie slovena e croata della banca russa Sberbank a causa del rapido deterioramento della loro situazione di liquidità. Le attività delle due sussidiarie sono state trasferite a Nova banka e alla banca postale croata, dopo che la Bce e il Board di risoluzione unico hanno stabilito che c'erano rischi per la stabilità finanziaria e l'economia di Slovenia e Croazia. La sussidiaria austriaca di Sberbank è stata messa in liquidazione secondo le regole nazionali, attivando la garanzia sui depositi fino a 100 mila euro. Nel caso dell'Austria, la sussidiaria di Sberbank non è stata considerata come cruciale per l'economia o la stabilità finanziaria.

Il partito di Zelensky entra nell'Alde - Il partito dell'Alleanza dei liberali e democratici per l'Europa (Alde) ieri ha annunciato l'ingresso di "Sluha Narodu" (Servi del popolo), il partito fondato dal presidente Volodymyr Zelensky. L'Alde fa parte del gruppo di Renew al Parlamento europeo. Il Bureau dell'Alde ha anche espresso la sua condanna dell'aggressione militare di Vladimir Putin in Ucraina e ha lanciato una campagna di donazione al Comitato internazionale della Croce rossa per aiutare i cittadini ucraini sul terreno.

Le Pen costretta a buttare 1,2 milioni di depliant con la sua foto con Putin - Marine Le Pen è stata costretta a mandare al macero 1,2 milioni di pamphlet elettorali stampati dal Rassemblement National per la campagna per le presidenziali. La ragione? Una foto imbarazzante di Le Pen insieme a Vladimir Putin. L'immagine era stata scattata nel 2017. Inserita nella rubrica "una donna di convenzione", mostra Putin che stringe la mano di Le Pen durante una visita a Mosca. L'immagine doveva dimostrare la "statura internazionale" della candidata di estrema destra. Solo che è scoppiata la guerra di Putin in Ucraina e il presidente russo è diventato imbarazzante per Le Pen. Tutti i dettagli sono su Liberation. Da notare che gli eurodeputati del Front National hanno votato a favore della risoluzione di ieri del Parlamento europeo.

Il gruppo putiniano si converte contro Putin - All'inizio della legislatura, il gruppo di estrema destra Identità e democrazia andava fiero dei suoi legami con Vladimir Putin e del suo sostegno al presidente russo. Ieri gran parte del gruppo guidato da Marco Zanni della Lega ha votato a favore della condanna della Russia e della richiesta di ulteriori sanzioni contenuta nella risoluzione votata dal Parlamento europeo. L'unico pro-russo rimasto in Identità e democrazia è un olandese del Forum per la democrazia. Gli astenuti sono stati i fiamminghi e gli olandesi. Il gruppo di estrema destra ha anche protestato per essere stato escluso dal negoziato e dalla firma sul testo della risoluzione comune approvata dal Parlamento europeo.

 


Accade oggi in Europa

– Ecofin straordinario

– Consiglio Agricoltura straordinario

– Commissione: riunione del collegio dei commissari

– Commissione: conferenza stampa del commissario Gentiloni sulle linee guida per le politiche fiscali nel 2023 (da confermare)

– Parlamento europeo: inaugurazione della mostra “Sacharov – I diritti umani nel cuore dell'Europa” presso il Milano Luiss Hub

– Consiglio: riunione del Coreper

– Eurostat: stima flash dell'inflazione nell'area euro a febbraio 2022

– Eurostat: dati sui rifiuti elettronici nel 2019; dati sul trasporto ferroviario nel terzo trimestre del 2021