Europa Ore 7

L'Ue pensa già a un terzo pacchetto di sanzioni

Il mea culpa di AKK sulla Russia, BoJo potrebbe sanzionare Schröder e Fillon e i falchi della Bce meno falchi dopo la guerra in Ucraina. La Commissione rallenta gli sforzi fiscali per le incertezze della guerra della Russia e il cavallo di Troia dei 650 miliardi di investimenti l'anno per le transizioni 

David Carretta

Le nuove misure restrittive colpiscono i settori dell'energia (le tecnologie petrolifere), i trasporti (aerei e componenti di aeromobili), il commercio (limiti alle esportazioni di high-tech e prodotti a uso civile e militare), i visti (meno facilitazioni per i diplomatici)

I capi di stato e di governo dell'Unione europea ieri sera hanno iniziato a discutere di un terzo pacchetto di sanzioni contro la Russia per la sua invasione dell'Ucraina, dopo aver dato via libera a una nuova serie di misure restrittive considerata insufficiente per fermare Vladimir Putin. L'oggetto del contendere durante il Consiglio europeo informale è stato la possibilità di escludere la Russia dal sistema di pagamenti internazionali Swift. Il presidente americano, Joe Biden, ha candidamente rivelato le ragioni per le quali questa sanzione non è presente nell'arsenale annunciato ieri da Stati Uniti, Regno Unito e Ue. Swift “è sempre un'opzione. Ma in questo momento non è la posizione che il resto d'Europa vuole prendere”, ha detto Biden. "Molti colleghi hanno chiesto Swift in molti incontri", ha rivelato il premier olandese, Mark Rutte. Ma "su Swift dobbiamo lavorare per valutare cosa succede se la Russia è tagliata fuori".

Il “resto d'Europa” sono Germania, Italia, Austria, Lussemburgo e Cipro, che hanno frenato su Swift. Una delle ragioni è il timore di un taglio delle forniture di gas dalla Russia per l'impossibilità (o quasi) di effettuare i pagamenti. Il settore del gas è l'altro grande assente dal pacchetto di sanzioni massicce che era stato promesso dagli occidentali. Ma, come spieghiamo, sul Foglio i bombardamenti di Putin contro l'Ucraina hanno costretto l'Ue a un brusco risveglio strategico: anche senza Swift, gli europei hanno trovato una nuova determinazione per punire l'uomo che ha “riportato la guerra in Ucraina. Lo dimostra il secondo pacchetto di sanzioni che sarà formalmente approvato oggi dai ministri degli Esteri, che è comunque forte.

“Congeleremo le attività russe nell'Ue e fermeremo l'accesso delle banche russe ai mercati finanziari europei”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: “Queste sanzioni sono progettate per imporre un alto costo per gli interessi del Cremlino e per la sua capacità di finanziare la guerra”. Cosa c'è nel documento di quattro pagine preparato dalla Commissione dopo le sanzioni mirate per il riconoscimento del Donbas? Secondo le nostre fonti, le nuove misure restrittive colpiscono i settori dell'energia (le tecnologie petrolifere), i trasporti (aerei e componenti di aeromobili), il commercio (limiti alle esportazioni di high-tech e prodotti a uso civile e militare), i visti (meno facilitazioni per i diplomatici). Viene allargata anche la lista nera dei funzionari del Cremlino a cui verranno congelate le proprietà nell'Ue e imposto il divieto di viaggiare in Europa (diversi membri del Consiglio nazionale di sicurezza).

La parte più consistente ("massiccia" per usare l'aggettivo in voga) del secondo pacchetto di sanzioni riguarda il settore finanziario. Altre due banche (Alfa Bank e Bank Otkritie) entrano nella lista nera dell'Ue. Le imprese statali non potranno effettuare operazioni finanziarie nell'Ue. I russi non potranno aprire depositi sopra i 100 mila euro nell'Ue o investire in titoli europei. “E' un pacchetto molto grosso” destinato a “colpire la leadership a Mosca e quelli attorno a Putin”, ci ha spiegato un ambasciatore, assicurando che l'esclusione della Russia da Swift “è sempre sul tavolo”.

Ma l'Ue fa abbastanza? Germania e Italia hanno vinto sull'approccio “graduale” e “incrementale” sulle sanzioni. Sul Foglio Paola Peduzzi spiega che Biden è stato costretto a seguire gli europei, anche se ha rivendicato sanzioni “devastanti”. Molti paesi dell'est e del nord chiedevano misure molto più ampie e dure sin da subito. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ieri ha lanciato un drammatico appello: “Chiunque dubiti se la Russia debba essere esclusa da Swift deve capire che il sangue di uomini, donne e bambini ucraini innocenti sarà anche sulle loro mani”. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che è intervenuto in videoconferenza durante il Consiglio europeo straordinario di ieri sera, ha accusato i leader dell'Ue di essere rimasti zitti, quando ha chiesto loro se l'Ucraina potesse chiedere l'adesione alla Nato. “Sono tutti spaventati”, ha detto Zelensky a proposito degli europei. Sul Foglio il direttore Claudio Cerasa spiega che la strategia di Putin è tutto tranne che irrazionale: colpisce il ventre molle dell'occidente, dove manca un whatever it takes per mettere in ginocchio Putin, anche a costo di subire qualche contraccolpo.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha avuto un'altra lunga telefonata con Putin per chiedergli di fermare la guerra. Tutto inutile. “Non ha prodotto effetti, perché il presidente russo ha scelto la guerra”, ha detto Macron. Il Cremlino ha usato un eufemismo per descrivere la tiritera imposta da Putin al suo omologo francese: “spiegazione esaustiva” delle ragioni dell'attacco. Un'altra lunga di revisionismo storico? In un'intervista al Foglio, Anne Applebaum spiega che Putin ha ambizioni illimitate ed è giunto il momento per l'occidente di ripensare completamente la strategia verso la Russia. Le dichiarazioni rassicuranti di Olaf Scholz (“Putin non vincerà”) e von der Leyen (“l'Ucraina avrà la meglio”) appaiono illusorie vista la situazione sul terreno. Sul Foglio Micol Flammini spiega la battaglia di Kyiv, le direttrici dell'attacco russo e come si difende a fatica l'Ucraina. Nel suo intervento al Consiglio europeo, Zelensky ha spiegato che "non fuggirà" da Kyiv, ci ha spiegato una fonte europea. Uno degli scenari discussi ieri è la sua caduta in pochi giorni, se non ore.

 


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 25 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Il mea culpa di AKK sulla Russia - Sull'Ucraina ci sarebbero mille notizie da segnalare. Dal terrore della popolazione ucraina costretta a rifugiarsi nelle metropolitane per proteggersi dalle bombe alla signora in bicicletta colpita da un missile di Putin. Dall'eroica ripresa da parte dell'esercito ucraino dell'aeroporto di Hostomel alla periferia di Kyiv alle eroiche manifestazioni contro la guerra a Mosca e San Pietroburgo. Tra le cose legate all'Ue ce n'è una che non possiamo non menzionare. E' un tweet dell'ex ministro della Difesa della Germania ed ex delfino di Angela Merkel, Annegret Kramp Karrenbauer: “Sono così arrabbiata con noi stessi per il nostro fallimento storico. Dopo la Georgia, la Crimea e il Donbas, non abbiamo preparato nulla che potesse davvero scoraggiare Putin”. La critica è anche diretta a Merkel. “Abbiamo dimenticato la lezione di Schmidt e Kohl che il negoziato viene sempre prima, ma dobbiamo essere sufficientemente forti militarmente per fare in modo che il non negoziato non sia un'opzione per l'altra parte”, ha scritto Akk.

BoJo potrebbe sanzionare Schröder e Fillon - L'altra segnalazione non riguarda l'Ue, ma un suo ex stato membro. Il presidente della commissione Esteri della Camera dei Comuni, il Tory Tom Tugendhat, ha lasciato intendere che Boris Johnson potrebbe sanzionare l'ex cancelliere tedesco, Gerhard Schröder, e l'ex premier francese, François Fillon, perché siedono nei consigli di amministrazione di diverse società legate al Cremlino. Tugendhat ha accusato i due ex dirigenti di Germania e Francia di essere diventati “i complici” del regime di Putin.

I falchi della Bce meno falchi dopo la guerra in Ucraina - La Banca centrale europea potrebbe rallentare la normalizzazione della politica monetaria a causa della guerra della Russia in Ucraina e delle sue ripercussioni sull'economia della zona euro, ha detto ieri il governatore della Banca centrale austriaca, Robert Holzmann. "E' chiaro che ci stiamo muovendo verso la normalizzazione della politica monetaria", ma "e' possibile che la velocità ora possa essere in qualche modo rallentata", ha spiegato Holzmann a Bloomberg. L'austriaco è uno dei capofila dei falchi nel Consiglio dei governatori della Bce. Anche la tedesca Isabel Schnabel, membro del consiglio direttivo della Bce, che di recente aveva lanciato avvertimenti sull'inflazione e la bolla del mercato immobiliare, ieri ha detto che Francoforte valuterà "con attenzione" le conseguenze dell'invasione russa sulle sue politiche per verificare se l'uscita dagli stimoli è giustificata già a marzo.

La Commissione rallenta gli sforzi fiscali per le incertezze della guerra della Russia - Il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, ieri ha detto che intende ritardare il ritorno alla normalità sugli stimoli fiscali, chiedendo agli stati membri uno sforzo di bilancio inferiore di quanto immaginato finora per il 2023. Il prossimo anno il Patto di stabilità e crescita tornerà in vigore dopo la sospensione provocata dalla pandemia. In attesa della riforma delle sue regole, la Commissione la prossima settimana pubblicherà delle linee guida per dare indicazioni sugli sforzi di bilancio degli stati membri. Anche se in modo graduale, la Commissione avrebbe dovuto indicare un ritiro degli stimoli e dei sostegni introdotti durante la pandemia. A causa della guerra della Russia c'è una "elevata incertezza", ha detto Gentiloni.  "La prossima settimana prevediamo di pubblicare una comunicazione che fornisca orientamenti per la politica di bilancio nel 2023. Dovrà tener conto della maggiore incertezza che offusca le prospettive economiche a seguito dell'attacco della Russia all'Ucraina”, ha detto Gentiloni. Anche il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha riconosciuto che l'invasione della Russia "ha scosso i mercati finanziari e accresciuto l'incertezza economica. Ma i nostri fondamentali sono forti", ha aggiunto Dombrovskis.

La guerra della Russia all'Eurogruppo e all'Ecofin - I piani per le riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin informale di oggi a Parigi sono saltati a causa del conflitto della Russia in Ucraina. L'ordine del giorno è stato rivoluzionato all'ultimo minuto. Questa mattina i ministri delle Finanze della zona euro discuteranno della guerra e delle conseguenze sulle economie europee.  Prima della riunione il ministro francese  Le Maire ha deciso di fare dichiarazioni insieme al suo omologo tedesco, Christian Lindner. Più tardi pure l'Ecofin affronterà la questione, ma dibatterà anche un tema sui cui Francia e Germania divergono: i prezzi dell'energia. La sessione dell'Ecofin informale di domani, invece, è stata semplicemente annullata.

Il cavallo di Troia dei 650 miliardi di investimenti l'anno per le transizioni - L'Ecofin informale di Parigi doveva preparare il terreno al Vertice straordinario che si terrà a Versailles a inizio marzo e che, secondo i piani di Emmanuel Macron, dovrebbe decidere i grandi orientamenti della riforma del Patto di stabilità e crescita. La discussione tra i ministri su questo tema si terrà nel corso del pomeriggio. La Francia e la Commissione hanno pianificato una tattica per cercare di convincere la Germania e i paesi frugali ad allentare le regole: quantificare l'ammontare degli investimenti necessari alle transizioni climatica e digitale per cercare di escluderne una parte dai calcoli sugli sforzi di riduzione di deficit e debito. Le "questioni chiave" per "l'Economia del 2030" sono tre, ha detto ieri Paolo Gentiloni: "realizzare le transizioni verde e digitale; rafforzare la resilienza dell'Europa di fronte alle sfide geopolitiche e strategiche; assicurare che i nostri mercati del lavoro e competenze siano adeguate all'obiettivo". Secondo Gentiloni, solo per realizzare la doppia transizione verde e digitale saranno necessari investimenti "dell'ordine di 650 miliardi di euro l'anno fino al 2030: quasi il 5 per cento del Pil dell'Ue".

Perché 650 miliardi di investimenti da escludere dal Patto? - La cifra di 650 miliardi è contenuta anche nei documenti preparatori della presidenza francese dell'Ue. La transizione verde richiede 520 miliardi di euro di investimenti l'anno, in netto aumento rispetto ai 360 miliardi stimati nel 2019. Di questi 390 miliardi sono legati a obiettivi climatici ed energetici (infrastrutture di produzione e distribuzione dell'energia, trasporti, rinnovo degli immobili, eccetera), mentre 130 miliardi andrebbero agli obiettivi ambientali (biodiversità, economica circolare, lotta all'inquinamento, eccetera). Per la transizione digitale, invece, servirebbero 125 miliardi l'anno di investimenti in nuove tecnologie, infrastrutture e competenze digitali. Ovviamente non tutti i 650 miliardi andrebbero esclusi dai calcoli su deficit e debito del Patto di stabilità e crescita, perché una fetta consistente dovrebbe venire dal settore privato. Ma in termini di finanze pubbliche, per la presidenza francese, nel breve periodo la posta in gioco è di non rendere fragile la ripresa nascente. Nel lungo periodo, occorre "amplificare gli sforzi per rispondere alle grandi sfide" come la doppia transizione.

Gentiloni vede un Patto molto meno di stabilità - Gentiloni è chiaramente nel campo delle colombe quando si tratta di riforma delle regole del Patto di stabilità e crescita. Il commissario all'economia si nasconde sempre meno dietro le frasi diplomatiche per dichiarare apertamente i suoi obiettivi. Ieri Gentiloni ha detto che "la ricostruzione dei cuscinetti fiscali deve essere guardale. Un consolidamento troppo brusco minerebbe la ripresa, con effetti negativi sul potenziale di crescita, il sentimento dei mercati, e alla fine sulla sostenibilità del debito". Gentiloni vuole far scendere i livelli di debito, "ma in modo graduale e realistico. La stabilità senza la crescita è illusoria". Le proposte formali della Commissione sulla revisione delle regole del Patto di stabilità e crescita arriveranno “prima dell'estate” ha detto Gentiloni.

Il questionario della presidenza francese ai ministri dell'Ecofin - La presidenza francese del Consiglio dell'Ue ha preparato un questionario trappola per i ministri delle Finanze all'Ecofin. Tre sono le domande che saranno poste oggi, che lasciano intendere la direzione che vuole imboccare la Francia. La seconda e la terza sono particolarmente interessanti. "Come conciliare la sostenibilità fiscale con le necessarie spese per il futuro, in particolare nella doppia transizione ecologica e digitale e nel capitale umano, nel momento in cui ci dirigiamo verso una normalizzazione delle politiche monetarie dell'Ue? In che misura e a quali condizioni una parte dei bisogni legati alle sfide comuni potrebbero essere prese in carico più efficacemente a livello dell'Ue?". Al Consiglio europeo straordinario di Versailles, Macron vorrebbe mettere gli altri leader davanti a un'alternativa: o si fa una "golden rule" per gli investimenti verdi o digitali, oppure è il bilancio dell'Ue che dovrà finanziare la doppia transizione.

L'Avvocato generale della Corte nega il diritto di voto ai britannici nell'Ue - Secondo l'Avvocato generale della Corte di giustizia dell'Unione europea, i cittadini britannici che hanno goduto dei benefici connessi alla cittadinanza dell'Ue non conservano più questi vantaggi dopo la Brexit. Il caso riguarda una cittadina britannica residente in Francia, che è stata cancellata dalle liste elettorali a seguito dell'uscita dal Regno Unito dall'Ue e non ha potuto votare alle elezioni comunali del 15 marzo e 28 giugno del 2020. Secondo l'Avvocato generale, Anthony Collins, la cittadinanza dell'Ue si aggiunge alla cittadinanza conferita dagli stati membri e non la sostituisce. Di conseguenza, a seguito della Brexit, i cittadini britannici hanno cessato di essere cittadini dell'Ue. La perdita dei diritti elettorali "è una delle conseguenze della decisione sovrana del Regno Unito di recedere dall'Unione", ha detto l'Avvocato generale Collins. Il suo parere non è vincolante per il giudizio della Corte di giustizia dell'Ue, ma nella maggior parte dei casi i giudici di Lussemburgo tendono a seguire la sua opinione.

La Corte dà ragione all'Italia sul divieto di vendita di tabacco ai minori - La Corte di giustizia dell'Ue ieri ha stabilito che gli stati membri possono infliggere sanzioni amministrative agli operatori economici che violano il divieto di vendita di tabacco ai minori, come la sospensione della licenza per 15 giorni. Il caso riguarda un tabaccaio in Italia che si è visto infliggere una multa di mille euro e una sanzione amministrativa accessoria di sospensione della licenza, dopo aver venduto sigarette a un minore. Secondo i giudici di Lussemburgo, "l’interesse a proteggere la salute umana prevale sul diritto dell’imprenditore di vendere prodotti del tabacco".

La Commissione lancia la consultazione sul "wallet" per l'identità digitale - La Commissione ieri ha lanciato la consultazione pubblica per la creazione di portafogli ("wallet) digitali dell'Ue in grado di collegare le identità digitali nazionali dei cittadini europei. Il modello a cui ispirarsi è il Certificato Covid dell'Ue. Oltre ai dati identificativi digitali per avere accesso a servizi online, i wallet dovrebbero contenere documenti ufficiali in formato elettronico come patente di guida, ricette mediche o diplomi da usare in tutti gli stati membri.

 


Accade oggi in Europa

– Consiglio Affari esteri

– Eurogruppo (a Parigi)

– Presidenza francese dell'Ue: riunione informale dell'Ecofin (a Parigi)

– Conferenza sul futuro dell'Europa: panel dei cittadini su economia, sociale e digitale (a Dublino fino a domenica)

– Commissione: discorso del commissario Gentiloni alla Conferenza annuale dell'European Fiscal Board

– Commissione: la commissaria Gabriel inaugura l'Anno europeo della gioventù

– Consiglio: riunione del Coreper

– Parlamento europeo: visita di una delegazione della commissione Petizione in Spagna

– Eurostat: prezzi dell'energia a gennaio 2022; dati sulle condizioni di vita e la deprivazione materiale in Europa nel 2020