Foto LaPresse / Virginia Mayo 

Reazioni un po' così

L'Ue è determinata a imporre un costo a Putin. Swift è sul tavolo

David Carretta

Il bersaglio della Russia non è solo il Donbas o l’Ucraina: il bersaglio è la stabilità in Europa e l’ordine internazionale pacifico. Si studiano sanzioni dolorose, ma con delle divisioni

Bruxelles. I leader dell’Unione europea sono stati costretti a un brusco risveglio ieri, quando si sono accorti che Vladimir Putin faceva sul serio sull’invasione dell’Ucraina e che gli avvertimenti dell’Amministrazione Biden non erano semplice allarmismo. Il giorno buio, il ritorno della guerra in Europa, il sistema di sicurezza europeo compromesso e l’ordine internazionale pacifico distrutto dai missili e dalle bombe su Kyiv erano inimmaginabili per gran parte dei leader dell’Europa occidentale, così ancorati alla razionalità e ai calcoli realistici  del mondo postmoderno. “Nessuno capisce perché Putin ha iniziato la guerra”, spiega al Foglio un diplomatico europeo. Ma è un fatto: “Putin ha riportato la guerra in Europa”, come ha detto Ursula von der Leyen. E “il bersaglio della Russia non è solo il Donbas o l’Ucraina: il bersaglio è la stabilità in Europa e l’ordine internazionale pacifico”, ha spiegato la presidente della Commissione.

 

Lo choc e la rabbia hanno portato a parole mai pronunciate finora. All’improvviso sono scomparse le tradizionali espressioni della diplomazia dell’Ue: i “siamo profondamente preoccupati”, i “non c’è soluzione militare al conflitto”, i “chiediamo dialogo”. “La scorsa notte un cataclisma ha scosso l’Europa”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. “Gli eventi di questa notte sono una svolta nella storia dell’Europa e del nostro paese. Avranno conseguenze durature e profonde sulle nostre vite, sulla geopolitica del nostro continente”, ha avvertito il presidente francese, Emmanuel Macron. “E’ la guerra di Putin” e “pagherà un costo severo per questa aggressione”, ha spiegato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Le esitazioni e i distinguo delle ultime settimane, in particolare per proteggere questo o quel settore della propria economia, hanno lasciato il posto alla determinazione che finora è mancata per fermare Putin.
 
Quale costo sarà imposto al presidente russo? E’ la domanda a cui dovevano rispondere i capi di stato e di governo dell’Ue nel loro vertice straordinario di ieri. “A questo atto di guerra, risponderemo senza debolezze, con sangue freddo, con dignità e determinazione”, ha promesso Macron. L’Alto rappresentante, Josep Borrell, ha detto che la Russia andrà incontro a “un isolamento senza precedenti”. Dopo una prima serie di sanzioni limitata al Donbas a seguito del riconoscimento delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk, questo sarà un “pacchetto massiccio e severo”, hanno garantito i leader dell’Ue in una dichiarazione comune prima dell’inizio del vertice straordinario. Le discussioni delle scorse settimane su quale misura escludere o includere per paura delle conseguenze per le proprie economie si sono fatte meno intense. “C’è unità per sopportarne i costi”, spiega un alto funzionario dell’Ue. La questione delle compensazioni per i paesi che subiscono le conseguenze maggiori delle sanzioni dell’Ue o delle controsanzioni della Russia, che era stata sollevata da Mario Draghi all’ultimo Consiglio europeo, è passata in secondo piano. “Con una guerra in corso a Kyiv, questo non è un tema per oggi”, dice un ambasciatore di uno stato membro.  “Non è il momento di parlare di compensazioni: c’è una guerra”, avverte l’alto funzionario dell’Ue. 
 
I capi di stato e di governo ieri sera dovevano dunque dare il via libera a un maxi-pacchetto, che includerà sanzioni settoriali orizzontali. L’approvazione formale e l’entrata in vigore sono previste per oggi. Niente più misure mirate e limitate, come dopo la Crimea e la dichiarazione di indipendenza di Donetsk e Luhansk. Lo scontro – che coinvolge anche gli Stati Uniti e il Regno Unito – è stato sulla possibilità di escludere la Russia dal sistema di pagamenti internazionali Swift, come era stato fatto con l’Iran per il programma nucleare. Nelle scorse settimane, Germania e Italia si erano opposte dentro l’Ue e avevano ottenuto dall’Amministrazione Biden di togliere Swift dall’elenco delle sanzioni. Il rischio è di non poter più pagare la Russia per il suo gas e offrire al presidente russo una scusa per un taglio totale delle forniture. Ma la guerra di Putin ha riportato Swift sul tavolo. Il premier britannico, Boris Johnson, è a favore, come gran parte dei paesi dell’est. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ieri ha lanciato un drammatico appello: “Chiunque dubiti se la Russia debba essere esclusa da Swift deve capire che il sangue di uomini, donne e bambini ucraini innocenti sarà anche sulle loro mani”.
 
L’esclusione della Russia da Swift “è sul tavolo. E se non sarà nel pacchetto che sarà approvato oggi, c’è per il futuro”, spiega l’ambasciatore. Negli incontri preparatori del vertice Germania e Italia hanno insistito per un approccio incrementale delle sanzioni e per escludere anche il gas. Ma l’Ue è convinta di fare “molto, molto male alla Russia”, dice l’ambasciatore: ci saranno “alcuni costi severi nel breve periodo, altri nel medio periodo, per altri ci vorrà più tempo perché sarà impossibile per l’industria russa ottenere pezzi di ricambio o forniture nell’Ue”. Saranno colpite le banche russe, la capacità delle imprese di stato di finanziarsi sui mercati europei, l’energia, il trasferimento di tecnologia, controlli alle esportazioni, i trasporti, l’industria militare e la facilitazione dei visti per turisti e imprenditori. “Congeleremo le attività russe nell’Ue e fermeremo l’accesso delle banche russe ai mercati finanziari europei”, ha assicurato von der Leyen: “Queste sanzioni sono progettate per imporre un alto costo per gli interessi del Cremlino e per la sua capacità di finanziare la guerra”. Nella lista nera dell’Ue – che prevede congelamento dei beni e divieto di viaggi – saranno inseriti alti funzionari, generali e alcuni oligarchi che sostengono o sfruttano l’aggressione all’Ucraina. Ma non sarà inclusa la cerchia più ampia degli oligarchi di Putin, perché l’Ue non ha ancora una base giuridica per sanzionarli. “Ci stiamo lavorando”, dice l’ambasciatore. Borrell ha annunciato una proposta per colpire gli oligarchi per i prossimi giorni.

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