Una conferenza sul futuro che non deciderà il futuro dell'Ue

Ci sarà una presidenza congiunta, ma obiettivi, organizzazione e tempi sono ridimensionati. Diventa centrale, nella sostanza, l'Eurogruppo

David Carretta

Il lancio ufficiale è previsto per il 9 maggio (il giorno della Festa dell'Europa) a Strasburgo, sempre che le condizioni sanitarie lo consentano. Anche il calendario è stato ridimensionato. Inizialmente la durata della Conferenza era stata fissata in due anni. Ora invece si prevede un solo anno di discussioni. Emmanuel Macron vuole che i lavori si concludano sotto la presidenza francese dell'Ue, nel primo semestre del 2021

La Conferenza sul futuro dell'Europa dovrebbe vedere la luce il 9 maggio, dopo che i principali gruppi al Parlamento europeo sono infine capitolati di fronte alla richiesta dei governi di avere un presidente unico di questo organismo che dovrebbe dibattere dell'evoluzione dell'Ue. L'accordo deve essere formalizzato nei prossimi giorni con la firma di una dichiarazione congiunta tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo. Ma lo stallo che durava da quasi un anno sulla Conferenza è stato sbloccato dopo che il primo ministro portoghese, Antonio Costa, ha convinto popolari, socialisti e liberali a rinunciare a Guy Verhofstadt come presidente unico dell'organismo. L'ex premier liberale belga, e attuale deputato europeo di Renew, è considerato dai governi troppo federalista e ambizioso per presiedere la Conferenza. Risultato: ci sarà una “presidenza congiunta” dei tre presidenti delle tre istituzioni: Charles Michel per il Consiglio europeo, Ursula von der Leyen per Commissione e David Sassoli per il Parlamento europeo. La nuova struttura di governance anche un "comitato esecutivo composto fino a tre rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea".

La presidenza della Conferenza sul futuro dell'Europa era stata promessa ai liberali di Renew e a Verhofstadt nel luglio del 2019, quando i capi di stato e di governo e le principali famiglie politiche negoziarono il pacchetto di nomine della nuova legislatura. “Il compromesso sulla tripla presidenza non provoca alcun entusiasmo, ma Renew lo sostiene per permettere di lanciare i lavori al più presto”, ci ha detto una fonte interna al gruppo liberale. Renew insisterà comunque per “avere garanzie che la Conferenza sia seguita da una Convenzione per preparare un'eventuale modifica del trattato”, ha aggiunto la nostra fonte liberale. “Vogliamo sbloccare la situazione”, ha spiegato la presidente del gruppo dei Socialisti & Democratici, Iratxe García: “Spero che si possa trovare un compromesso, perché altrimenti sarebbe molto difficile avviare e finire i lavori della Conferenza in appena un anno. La cosa più importante è il dibattito con la società civile, i parlamenti nazionali e regionali, le organizzazioni non governative. Non possiamo rimanere bloccati dalla struttura di questa Conferenza perché alla fine non parliamo più della cosa più importante: il futuro dell'Europa”, ha detto García.

In realtà l'ambizione della Conferenza è stata sostanzialmente ridimensionata. Consiglio e Commissione puntano a trasformarla in un grande “Town hall debate” (un dibattito assembleare informale), senza risultati concreti, salvo qualche grande orientamento in termini di politiche prioritarie da seguire (sanità, Green deal, digitale). Causa pandemia di Covid-19, almeno inizialmente, le discussioni con eletti nazionali, rappresentanti della società civile e i cittadini avverranno su una piattaforma multilingua digitale. Il lancio ufficiale è previsto per il 9 maggio (il giorno della Festa dell'Europa) a Strasburgo, sempre che le condizioni sanitarie lo consentano. Anche il calendario è stato ridimensionato. Inizialmente la durata della Conferenza era stata fissata in due anni. Ora invece si prevede un solo anno di discussioni. Emmanuel Macron vuole che i lavori si concludano sotto la presidenza francese dell'Ue, nel primo semestre del 2021. E' una delle ragioni per cui la Francia ha fatto pressione su Renew per rinunciare alla presidenza di Verhofstadt.

In ogni caso il futuro dell'Europa - e in particolare della zona euro - dovrebbe giocarsi in un altro organismo: l'Eurogruppo nei prossimi mesi sarà sotto i riflettori per le discussioni tra i ministri delle Finanze sulle politiche fiscali da seguire dopo la crisi del Covid-19 e sulla riforma del Patto di stabilità e crescita. Quando dismettere la “clausola generale di salvaguardia” che, causa recessione, ha permesso di sospendere le regole del 60 per cento di debito, 3 per cento di deficit e gli aggiustamenti di bilancio necessari a raggiungere gli obiettivi? Come adeguare il Patto di stabilità e crescita al fatto che gran parte dei paesi della zona euro avrà debiti pubblici di molto superiori al 100 per cento del Pil e che gli investimenti pubblici andranno preservati? I sogni dei federalisti europei di un balzo in avanti possono attendere. Malgrado i disfunzionamenti attuali dell'Ue - gli ultimi più evidenti sono emersi nella gestione iniziale della pandemia e nelle difficoltà sui vaccini - i governi dei 27 non sono pronti.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 5 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

L'Ue aspetta un rimpasto competente da Draghi - In attesa di capire se ci sarà una maggioranza (e quale) che sosterrà Mario Draghi come nuovo presidente del Consiglio, Ursula von der Leyen e Charles Michel rimangono silenziosi sulla crisi in Italia. In un'intervista a una serie di quotidiani europei, tra cui la Stampa, von der Leyen si è limitata a dire: Draghi "alla Bce ha svolto un ruolo straordinario e di questo ne sono tutti consapevoli. Non solo in Italia". Il livello degli spread è talmente basso che l'Ue ritiene di non dover intervenire. La voce che si è alzata è quella del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ma per ragioni di politica interna italiana. “Fondamentale il contributo (del) M5s a Draghi”, ha fatto sapere in una nota Sassoli. Nel frattempo, siamo riusciti a strappare da una fonte europea un commento un po' più sostanziale del solito. “Non sarebbe male poter avere delle persone più competenti alla testa di alcuni ministeri, e non mi riferisco a quello chiave dell'Economia”, ci ha detto la fonte.

Il M5s nel gruppo dei socialisti? Non ancora - La situazione politica in Italia e il fatto che i deputati europei del M5s cerchino ancora un gruppo in cui accasarsi ha fatto riemergere le voci di un loro possibile ingresso nei Socialisti & Democratici. Abbiamo posto la domanda alla presidente del gruppo, Iratxe García, ed ecco la risposta: “Non ho avuto alcun contatto ufficiale con i 5s su questa questione. Se accadrà in futuro, apriremo le procedure come abbiamo fatto con altri in passato”. Se ci sarà una domanda da parte del M5s, “prenderemo la decisione con la nostra famiglia politica, il PD e il gruppo”, ci ha spiegato García.

Von der Leyen davanti al Parlamento europeo sui vaccini - La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, mercoledì parteciperà a un dibattito nella plenaria del Parlamento europeo sulla strategia dell'Ue sui vaccini, dopo le polemiche sui controlli alle esportazioni e sulle campagne di vaccinazione a rilento. Ma grazie alle discussioni con i gruppi politici questa settimana, von der Leyen sembra essere riuscita a calmare le acque almeno sul fronte parlamentare. “Non è stato perfetto come la Commissione ha gestito il processo nelle ultime settimane, ma penso che possano migliorare”, ha detto la presidente dei Socialisti & Democratici, Iratxe García. “Il messaggio del nostro gruppo è chiaro: la strategia dell'Ue sui vaccini è stata corretta ed è l'unica possibile. In questo momento serve una risposta europea" e "riconosciamo che la Commissione europea ha spinto su questo, anche se ci sono stati comunque degli errori”, ha spiegato García.

I socialisti contro le licenze obbligatorie per i vaccini - E' una delle questioni che agitano il dibattito sui vaccini sia a livello nazionale che a livello europeo: obbligare le società farmaceutiche a concedere licenze di produzione. Perfino il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha evocato questa possibilità in una lettera ad alcuni capi di stato di governo. Ma anche il gruppo dei Socialisti & Democratici si rende conto dell'impraticabilità in questo momento di questa soluzione. “Se il nostro obiettivo oggi è andare velocemente, l'obbligo di liberare le licenze non è la migliore idea”, ha detto García: “Ci sono problemi sulla proprietà intellettuale. Non è competenza della Commissione” e questo “non è il momento migliore per farlo”. García si è detta contraria anche all'ipotesi di fare causa alle società farmaceutiche, come AstraZeneca, che non rispettano le consegne promesse. “Sulle penalità per non rispetto dei contratti, preferiamo l'approccio costruttivo della Commissione”, ha detto García.

Von der Leyen criticata per i controlli sulle esportazioni - La Commissione ha autorizzato la terza esportazione di vaccini prodotti nell'Ue verso paesi terzi. Dopo Regno Unito e Canada, la terza richiesta arrivata mercoledì era nuovamente per il Canada. “Tutte e tre hanno avuto risposta positiva”, ha detto una portavoce della Commissione. Ma la decisione di Ursula von der Leyen di reagire al caso AstraZeneca con un meccanismo che permette di vietare le esportazioni continua a far discutere, e non solo per la crisi innescata con il Regno Unito per la frontiera irlandese. In un paper pubblicato ieri, Anthony Dworkin dell'European Council on Foreign Relations (Ecfr) sottolinea che il nuovo meccanismo "fissa un precedente pericoloso per le restrizioni commerciali e mina la credibilità dell'Ue come sostenitore del commercio aperto". Anche se l'Ue non dovesse mai usarlo. La richiesta di Dworkin è di ritirare la regolamentazione il pù presto possibile.

La Commissione vaccina i suoi funzionari - Dopo il Parlamento europeo che intende aprire un centro di vaccinazione a fine febbraio, anche la Commissione si prepara a vaccinare il suo staff. “Ci sono preparativi in corso”, ci ha spiegato un portavoce dell'esecutivo comunitario. Ma solo i funzionari in Belgio – 21 mila circa sui 33 mila della Commissione – saranno vaccinati dal servizio medico. La campagna interna di vaccinazione sarà “allineata” con quella del Belgio. Si comincerà con il personale del servizio medico che sarà vaccinato negli ospedali belgi. Poi si andrà avanti con il resto dei funzionari direttamente nelle sedi della Commissione.

Borrell in pellegrinaggio a Mosca malgrado la condanna di Navalny - L'Alto rappresentante, Josep Borrell, oggi incontrerà a Mosca il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, per discutere delle relazioni tra Ue e Russia. Alexei Navalny è rinchiuso in carcere per una sentenza che l'Europa ha definito “politica”. Ma, malgrado il “niet” alla richiesta di incontrare l'oppositore, Borrell non ha rinviato la visita. “La relazione con la Russia è una delle più complesse per l'Ue”, ha spiegato Borrell: “I recenti sviluppi servono solo a sottolineare ulteriormente la necessità per me di andare a Mosca. Ma aldilà delle questioni di contenzioso ci sono altri settori in cui l'Ue e la Russia cooperano o devono cooperare di più che richiedono la nostra urgente attenzione”, ha detto Borrell. In un editoriale il Foglio spiega perché è sbagliato frenare sulle sanzioni come fanno l'Ue e la Germania. Sempre sul Foglio, da leggere Micol Flammini che racconta le terribili prigioni in cui vengono messi i cittadini russi che manifestano e Anna Zafesova sull'estetica delle proteste dove è tornato il rosso che non si vedeva da un po'.

Transparency International denuncia la poca trasparenza nell'Ue - Secondo tre rapporti pubblicati ieri da Transparency International Eu, Parlamento europeo, Commissione e Consiglio dell'Ue hanno carenze importanti in termini di integrità e trasparenza .”Un problema importante che abbiamo identificato in tutte le istituzioni è che si auto-controllano quando si tratta di sanzionare le violazioni delle loro regole interne e spesso non hanno la volontà politica di farlo", ha detto Leo Hoffmann-Axthelm, coordinatore per la ricerca di Transparency International Eu. Il Parlamento ha un regime sulle violazioni dei conflitti di interesse in cui le sanzioni sono decise dal presidente su consiglio di un comitato di consultazione composto da deputati. La Commissione ha un comitato etico indipendente, ma che può agire solo su richiesta della presidente. Al Consiglio, dove il lavoro si svolge in comitati preparatori, i rappresentanti dei governi possono aggirare gli standard normali di trasparenza del processo legislativo.

Accade oggi in Europa

- Commissione: l'alto rappresentante Borrell in visita a Mosca incontra il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov

- Commissione: discorso del vicepresidente Timmermans alla conferenza "Verso un nuovo contratto socio-ecologico"

- Comitato delle regioni: sessione plenaria

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